scheda

Regio V, Horti Lamiani, ambiente 7, Tessellato Monocromo
Roma ( RM)


Gli Horti Lamiani occupavano la parte meridionale del pianoro dell’Esquilino, approssimativamente corrispondente all’area attualmente compresa tra Piazza Vittorio Emanuele e Piazza Dante (le coordinate geografiche si riferiscno ad un punto medio tra le due), sulla quale nel ‘600 sorsero villa Palombara e villa Altieri. Erano situati appena oltre il circuito murario urbano e confinavano ad Ovest con gli Horti di Mecenate, dai quali li separava la via Merulana antica (che andava da porta Esquilina a porta Celimontana, all’esterno delle mura Serviane); il confine Nord era segnato dalla via Labicana antica; il limite meridionale e quello orientale, incerti, erano probabilmente segnati dai naturali dislivelli del terreno.
Gli Horti Lamiani, fondati probabilmente da Lucius Aelius Lamia, furono tra le prime proprietà createsi sul colle dopo la bonifica di Mecenate alla fine del I secolo a.C., ed entrarono nel demanio imperiale probabilmente sotto l’impero di Tiberio. I giornali di scavo parlano di strutture in reticolato e laterizio; dalle fonti siamo a conoscenza di restauri ed interventi edilizi commissionati da Caligola e da Severo Alessandro, di cui questi Horti furono la residenza urbana preferita. Vennero probabilmente abbandonati nel corso del IV secolo, come accadde generalmente a quest’area della città, e come testimonia l’erezione in questo periodo di un piccolo complesso termale nell’attuale via Ariosto, edificato prevalentemente con pezzi di recupero (cfr. scheda).
La planimetria si articolava in un insieme di edifici dei quali attualmente è molto difficile ricostruire le funzioni e le connessioni. Si sono identificati un lungo porticato “ad archi e piloni” (n. 17 in pianta), che potrebbe forse essere interpretato come il fronte dell’edificio residenziale, su cui si aprono una serie di ambienti a pianta rettangolare allungata; realizzati in opera reticolata, conservavano all’epoca della scoperta il rivestimento ad affresco (il cui soggetto erano giardini). Alle spalle del porticato si rinvenne un criptoportico (n. 1 in pianta), che conservava una ricchissima decorazione parietale e pavimentale; alle testate di questo si aprivano due gruppi di ambienti, il primo a Nord costituito da due stanze, probabilmente sotterranee (n. 2), il secondo a Sud (n. 3-6) che dovrebbe costituire un impianto termale. In piazza Vittorio si rinvenne parte di una grande struttura semicircolare (n. 13), all’epoca della scoperta letta come teatro ma più probabilmente da interpretare come un grandioso ninfeo ad esedra; accanto si rinvennero alcuni ambienti di piccole dimensioni (n. 16), che conservavano parzialmente il pavimento marmoreo.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 11, Lastricato
Pavimento in lastricato marmoreo, costituito da lastre di marmo bianco; aveva probabilmente un motivo decorativo a modulo geometrico, che rimane ignoto. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 16, Sectile.
Pavimento in sectile marmoreo policromo (rimangono ignoti le tipologie e i colori dei marmi utilizzati) a modulo geometrico. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 19, Sectile
Pavimento in sectile marmoreo policromo, (rimangono ignoti le tipologie e i colori dei marmi utilizzati), a modulo presumibilmente geometrico, che rimane ignoto. Non è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica del pavimento.

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 3, Sectile marmoreo
Pavimento in sectile a modulo geometrico (schema rettangolare – reticolare), costituito da grandi lastre di ‘occhio di pavone’ bordate da fasce di pavonazzetto. Il sectile venne rimosso dopo la scoperta e depositato in casse nei magazzini comunali, dalle quali venne estratto nel 1986, in occasione della mostra “Le tranquille dimore degli dei”: vennero recuperate, in stato assai deteriorato, le lastre in occhio di pavone, mentre risultarono disperse quelle in pavonazzetto.

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 4, Sectile
Pavimento in sectile non marmoreo a modulo geometrico (rettangoli listellati), costituito da lastre di palombino e lavagna disposte secondo un disegno reticolare a elementi rettangolari sfalsati

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Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 5, Sectile
Pavimento in sectile a modulo geometrico (rettangoli listellati), costituito da lastre di alabastro circondate da fascette di pasta vitrea verde. Nell’edito non è disponibile

Regio V, Horti Lamiani, Ambiente 6, Lastricato
Pavimento inlastricato marmoreo, costituito da lastre di pavonazzetto, il cui motivo decorativo è ignoto. Era circondato da un corridoio anulare, di quota leggermente superiore, anch’esso pavimentato in marmo, bianco. Non ne è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

Regio V, Horti Lamiani, Criptoportico, Sectile
Pavimento in sectile marmoreo a modulo geometrico (modulo composito, a croci, quadrati e rettangoli) , realizzato con varie specie di alabastri, marmo africano e pavonazzetto. Distaccato dopo la scoperta venne rimontato nel Palazzo dei Conservatori (Galleria degli Horti Lamiani) per un’ampiezza di m 5.70 x 3.40.


Ambiente (n. 7 in pianta), a pianta rettangolare, scoperto nel 1874 nei pressi del portone di Villa Palombara; manteneva il rivestimento parietale in crustae in marmo bianco e pavimentale in tessellato. Dell’intero sistema decorativo purtroppo non rimane alcuna traccia.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1874-5

Regio V, Horti Lamiani, ambiente 7, Tessellato Monocromo

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Pavimento in tessellato monocromo, a decoro presumibilmente geometrico: alcune fonti parlano di un mosaico ‘bianco’; il Lanciani invece sostiene che il mosaico fosse realizzato da tessere di marmo giallo antico (Cod. Vat. Lat. 13034, ff. 107 e 117). Non ne è disponibile nell’edito documentazione grafica e/o fotografica.

Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica?
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Metriche Tessere: Non documentato. cm

 
 

Oggetto conservato: non documentato – Conservato in: non documentato

Cima, M. 1986, “Dagli scavi dell’Esquilino all’interpretazione dei monumenti”, , in Le tranquille dimore degli dei. La residenza imperiale degli Horti Lamiani, , Roma , p. 55..

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio V, Horti Lamiani, ambiente 7, Tessellato Monocromo, in TESS – scheda 12201 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12201), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12201


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