scheda

Santa Croce, capocroce, sectile a pannelli giustapposti
Ravenna ( RA )


La Chiesa di Santa Croce è stata ripetutamente indagata a partire dal XVIII, ma è solo a partire dagli anni 70 del secolo scorso che le indagini sono state più sistematiche (scavi Cortesi-Pavan) e, tra il 1988 e il 1995, finalmente condotti con metodologia rigida e ancorata al metodo stratigrafico (scavi Gelichi). Tuttavia, le modalità di indagine degli anni precedenti, il susseguirsi di interventi architettonici a partire dall’età medievale, le difficoltà di indagine causate dalla risalita delle acque di falda e il degrado delle strutture non consentono una conoscenza capillare dell’edificio e delle sue trasformazioni nel corso del tempo.
L’edificio insiste, almeno parzialmente, su un’area precedentemente occupata da una grande domus romana, ma non ne segue l’orientamento. La chiesa aveva una pianta a croce latina, preceduta dall’ardica rettangolare con andamento grossomodo in senso N-S: l’edificio era affiancato sui lati N e S da altrettanti portici, mentre altri due ambienti dovevano affiancare l’abside posta ad E (ma si conserva solo il vano N). Ad esclusione dei due portici, che presentano una pavimentazione in tessellato, l’edificio era pavimentato in opus sectile, così come in opus sectile dovevano essere le decorazioni parietali, almeno per gli zoccoli. Pavimentazioni in sectile sono state rintracciate anche nell’ambiente a N del capocroce e circa a un m di distanza dal muro perimetrale N della chiesa. Interessante è l’uso per la costruzione della chiesa di mattoni di reimpiego, molto raramente interi. La data di impianto si può collocare nella prima metà del V secolo d.C., tuttavia i dati non permettono di circoscrivere ulteriormente tale data e di conseguenza di stabilire se la Chiesa sia stata realizzata in età onoriana o placidiana, ipotesi su cui si è a lungo dibattuto in letteratura. A un periodo immediatamente successivo si data un primo intervento architettonico che vede la costruzione del cd. Mausoleo di Galla Placidia, piccolo edificio a pianta cruciforme addossato sul terminale dell’ardica della chiesa. Dopo tale momento costruttivo e a partire dalla fine del VI secolo cominciano ad essere documentati interventi di restauro nelle pavimentazioni in sectile, mentre i pavimenti in tessellato sono in parte distrutti da sepolture che si impiantano nei due corridoi porticati. In età altomedievale il piano pavimentale è definitivamente soppiantato da un nuovo rivestimento in sectile realizzato con materiali di reimpiego. (la pianta per la localizzazione dell’edificio è tratta da Pavan 1984-1985, fig. 1; la pianta dell’edificio è tratta da Gelichi, Novara Piolanti 1995, fig. 1).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Santa Croce, ambiente a N, sectile a spina di pesce
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo rintracciato per una parte della superficie originaria. Il pavimento è caratterizzato da un motivo a rombi adiacenti, alternativamente chiari e scuri, con effetto a spina di pesce. Il pavimento subisce restauri (risarciture della superficie usurata) a partire dal VI secolo.

Santa Croce, navata, sectile a pannelli giustapposti
Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Tre dei pannelli conservati sono decorati da motivi ad esagoni e triangoli, con effetti di triangoli stellati, i pannelli resi a modulo diverso; due pannelli sono campiti da motivi a rombi adiacenti (con effetto a "spina di pesce" oppure disposti su file alterne), l’ultimo da una semplice scacchiera di quadrati. L’effetto cromatico è sempre quello dell’alternanza tra toni chiari e scuri, ma i toni chiari sono resi con marmi bianchi oppure grigi di diverse tipologie.

Santa Croce, portico N, tessellato con comp. di cerchi tangenti disegnati da pelte
Rivestimento in tessellato policromo, conservato per una parte della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di cerchi tangenti (formanti quadrati concavi), i cerchi centrati sugli incroci di un reticolato di linee, disegnati da quattro pelte attorno a un quadrato obliquo centrale, resa su fondo bianco. Parte del pavimento è distrutta dalle tombe che si installano nel portico a partire dal VI secolo.

Santa Croce, portico S, tessellato policromo e sectile bicromo
Rivestimento in tessellato policromo e in opus sectile bianco-nero a piccolo modulo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Il tappeto il scetile è caratterizzato da file di lastre quadrate bianche alternate a file di lastre quadrate nere, mentre il tappeto in tessellato, di maggiori dimensioni e sviluppato nel senso della lunghezza, è caratterizzato da una composizione di ottagoni secanti (formanti esagoni e quadrati) interrotta da un pannello pressochè quadrato decorato da una composizione in corona in un cerchio di otto piccoli cerchi che attorniano un cerchio centrale, disegnata da cordoni allacciati.

Santa Croce, transetto S, sectile a pannelli giustapposti
Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. Due dei pannelli conservati sono decorati da un motivo ad esagoni e triangoli, con effetto di triangoli stellati, resi con due moduli diversi; altri due pannelli sono invece decorati dal motivo ad esagoni, quadrati e triangoli, anche in questo caso reso con due moduli diversi. Il nero è ottenuto con lastrine di nero antico, i colori chiari da marmi di diversa tipologia, alcuni anche colorati.

Santa Croce, vano N, sectile ad esagoni e triangoli
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo rintracciato per una parte della superficie originaria; la parte conservata è decorata da un motivo ad esagoni e triangoli (con effetto di esagoni stellati), gli esagoni resi in nero e i triangoli in bianco o con marmi chiari.


L’abside quadrangolare ( o capocroce) della chiesa a pianta a croce latina è caratterizzata da una pavimentazione in opus sectile rintracciata per una parte della superficie originaria. L’andamento circolare della pavimentazione ha fatto ipotizzare che in quest’area fossero localizzati i sedili del clero. Dai dati delle diverse campagne di scavo sembra che quest’area fosse leggermente rialzata rispetto al piano pavimentale del corpo principale e questo dislivello era probabilmente colmato da un gradino. La fase di impianto di data stratigraficamente e stilisticamente alla prima metà del V sec. d.C., mentre interventi di restauro del pavimento si registrano a partire dal VI secolo.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata – Ente responsabile: SA ER

Santa Croce, capocroce, sectile a pannelli giustapposti

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo

Pavimento in opus sectile, organizzato in una sequenza di tappeti giustapposti di diversa grandezza, separati da lastre in marmo, rintracciato per una parte della superficie originaria. La zona ad est era decorata da un motivo a quadrati, rettangoli e quadrati minori (con effetto di reticolato di fasce), bordata da lastre con andamento circolare; la zona a sud era invece caratterizzata da un motivo ad esagoni, rettangoli e triangoli. Il nero è ottenuto con lastrine di nero antico, i colori chiari da marmi di diversa tipologia, alcuni anche colorati.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Bordo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base mista)

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base mista)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*a modulo quadrato reticolare semplice (Q/R/Q)
*a esagoni, rettangoli e triangoli

 
 

Referenza fotografica: Cortesi 1982, fig. 14
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: area archeologica (Area archeologica di San Vitale, Santa Croce, Mausoleo di Galla Placidia)

Cortesi, G. 1982, I principali edifici sacri ravennati in funzione sepolcrale nei secc. V e VI, in Corso di cultura sull’arte di ravennate e bizantina, Ravenna, fig. 14.
Gelichi, S./ Novara Piolanti, P. 1995, La chiesa di S. Croce a Ravenna: la sequenza architettonica, in Corso di cultura sull’arte di ravennate e bizantina, p. 353.
Guidobaldi, F. 2009, Sectilia pavimenta tardoantichi e paleocristiani a piccolo modulo dell’Italia settentrionale, in Rivista di Archeologia Cristiana, Citttà del Vaticano, p. 388, fig. 24c.
Pavan, G. 1984-1985, I mosaici della chiesa di S. Croce a Ravenna, vecchi e nuovi ritrovamenti, in Felix Ravenna, Ravenna, pp. 367-370, figg. 17.2, 17.4.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Santa Croce, capocroce, sectile a pannelli giustapposti, in TESS – scheda 13666 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13666), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=13666


* campo obbligatorio