scheda

Regio II, statio cohortis V vigilum, pavimento a commessi laterizi
Roma ( RM)


Lungo l’attuale via della Navicella ed il piazzale omonimo antistante indagini effettuate sin dai primi decenni dell’Ottocento, e proseguite negli anni Trenta del successivo, portarono alla luce murature relative al settore orientale di un unico complesso, poi interrato, identificato con la statio cohortis V vigilum (A.M. RAMIERI, s.v. Cohortium vigiles stationes, in LTUR, I, 1993, pp. 292-293), caserma fondata in seguito alla riforma amministrativa di Augusto per la prevenzione e lo spegnimento degli incendi e localizzata a S della chiesa di S. Maria in Domnica (LANCIANI, FUR, tav. 36). Gli sterri più antichi (1820) portarono alla luce strutture di terrazzamento, individuate lungo il margine meridionale di Villa Celimontana, e muri in laterizio che delimitavano una vasta area probabilmente da riferire al cortile centrale dell’edificio sul quale si affacciavano gli ambienti (C. PAVOLINI, Archeologia e topografia della regione II (Celio). Un aggiornamento sessant’anni dopo Colini, di Roma 2006, LTUR, Suppl. III, p. 54). Il complesso venne identificato grazie al rinvenimento di due basi iscritte dedicate dalla V coorte a Caracalla nel 205 e nel 210 d.C.; furono inoltre scoperte nella stessa area due iscrizioni (CIL VI, 221-222) che ricordano l’esistenza nella statio di due edicole innalzate in onore del genio della V corte negli anni 113 e 111 d.C., epoca nella quale, pertanto, l’edificio doveva già essere in funzione. I successivi rinvenimenti del 1931, in occasione della realizzazione del nuovo cancello di Villa Celimontana-Mattei, portarono alla scoperta nel settore O di altri sei ambienti, di circa m 3,80 x 4,90 di lato, mentre in quello S, furono portati alla luce resti di cinque vani con stesso orientamento dei precedenti, ma posizionati lungo l’attuale tracciato stradale di Via della Navicella: si trattava di cinque stanze di m 7 x 3.40 ca., con un retrostante stretto corridoio pavimentato in opus spicatum, e di una sala più ampia, al centro, di m 5.60 di larghezza, suddivisa da un muro di spina interno, dove forse era posizionata una rampa che consentiva di salire al piano superiore. Infine, in occasione dei lavori per l’ampliamento di Via della Navicella venne alla luce la facciata della caserma munita di una serie di vani che si allineavano sul tracciato antico, con stesso orientamento di quelli rinvenuti nell’area antistante. Allo stesso edificio andrebbero inoltre riferiti, secondo più recenti indagini, alcuni ambienti con murature del III secolo d.C. e stesso orientamento dei precedenti, i quali furono scoperti sotto la cripta della Chiesa di S. Maria in Domnica nel 1958 e riportati definitivamente alla luce solo nel 1994 (F. ASTOLFI, La zona in età classica. Preesistenze e scavi archeologici in Santa Maria in Domnica, in Caelius I. Santa Maria in Domnica, San Tommaso in Formis e il Clivus Scauri, a cura di A. Englen, Roma 2003, pp. 149-165, in part. p. 158, fig. 16). Ad eccezione di questi recenti rinvenimenti, allo stato attuale non resta alcuna documentazione grafica e fotografica né è stato fino ad ora possibile ricostruire integralmente la planimetria dell’edificio.
Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Regio II, statio cohortis V vigilum, tessellato
Tessellato di cui non si hanno ulteriori notizie; è noto esclusivamente da fonti archivistiche (CAR, VIII c, 1, c). Manca la documentazione grafica e fotografica del rivestimento.

Ambiente aperto ad occidente del cortile della statio e rinvenuto insieme ad altri cinque, che avevano stessa dimensione ed orientamento, in occasione degli scavi del 1931 per realizzare il nuovo cancello di Villa Celiomontana-Mattei. L’ambiente, del quale non è nota la funzione, aveva una muratura in opera mista ed un pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Come è possibile dedurre dalle notizie relative alla scoperta, aveva una pianta rettangolare. Non resta alcuna documentazione grafica e fotografica.

Lunghezza: 3.80 m – Larghezza: 4.90 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1931

Regio II, statio cohortis V vigilum, pavimento a commessi laterizi

Parte dell’ambiente: non determinata
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: monocromo

Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) noto esclusivamente da fonti archivistiche (CAR, VIII C 1 c).

Cronologia
Non determinata

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: a commesso di laterizi

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
* a "spina di pesce" (opus spicatum)

 
 

Oggetto conservato: non documentato – Conservato in: non documentato (Chiesa di S. Maria in Domnica)

2006, in Archeologia e topografia della regione II (Celio). Un aggiornamento sessant’anni dopo Colini, Roma, p. 54.
Colini, A.M. 1944, Storia e topografia del Celio nell’antichità, in Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Memorie, Roma, p. 230.

DATA SCHEDA: 2008 | AUTORE: Taccalite, Francesca | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio II, statio cohortis V vigilum, pavimento a commessi laterizi, in TESS – scheda 3871 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3871), 2008

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3871


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