scheda

Regio XIII, piazza dei Cavalieri di Malta/ S. Alessio, emblema
Roma ( RM)

Nel 1746 sulla collina dell’Aventino, non lontano dall’attuale piazza dei Cavalieri di Malta, presso la chiesa di S. Alessio (attuale SS. Bonifacio e Alessio) vennero messe in luce alcune strutture murarie relative, secondo gli scavatori, ad una domus di media età imperiale, non altrimenti documentata. Nello scavo vennero rinvenute pregiate pavimentazioni in mosaico nelle quali erano inseriti emblemata, di cui soltanto uno sopravvissuto ed attualmente conservato nei Musei Vaticani.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Manca qualsiasi informazione sull’ambiente di provenienza del pavimento. Non sono disponibili, inoltre, planimetrie dello scavo o documentazione grafica e/o fotografica che permettano di ubicare l’ambiente o determinarne con certezza la destinazione d’uso. Le caratteristiche del rivestimento pavimentale, caratterizzato dalla presenza di un emblema policromo, sembrano tuttavia suggerire la pertinenza ad un ambiente di soggiorno (o di rappresentanza).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1746

Regio XIII, piazza dei Cavalieri di Malta/ S. Alessio, emblema

Parte dell’ambiente: non determinata
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema
Cromia: policromo

L’emblema, realizzato in tessere minute, si articola in un bordo bicromo e un campo policromo. Il primo presenta un decoro geometrico, composto da una doppia fascia di denti di sega (DM 10a) che incornicia una fila di astragali ed ellissi in prospettiva (DM 23m); le due fasce presentano i colori invertiti, di modo che i vertici dei triangoli equilateri dello stesso colore, disegnati dal motivo, risultano opposti. Il bordo è certamente riconducibile ad un restauro settecentesco, o, più probabilmente, una totale integrazione (LAVAGNE 1999, p. 326). Il campo, policromo, presenta, sullo sfondo di un paesaggio collinare e silvestre alcuni animali selvaggi lungo un ruscello: all’estremità destra, presso una piccola rupe, un elefante (probabile integrazione moderna); centralmente, all’ombra di un poderoso albero, un cinghiale, visto di profilo, e un leone, rappresentato frontalmente e saldamente piantato sulle zampe, con la testa abbassata; in secondo piano due cervi in fuga. L’angolo sinistro del pannello è occupato da una folta vegetazione, anch’essa probabilmente frutto di restauro o integrazione settecentesca. L’emblema, essendo stato acquisito nelle collezioni del cardinal Furietti e poi in quelle di papa Clemente XIII contemporaneamente ad alcuni pannelli provenienti da Villa Adriana, è stato a lungo ritenuto pertinente alla residenza tiburtina, fino agli studi del Nogara, che, ricostruendone la storia, riassegnò correttamente il manufatto all’area della chiesa dei ss. Bonifacio ed Alessio sull’Aventino (NOGARA 1910, p. 20).

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Misure
Lunghezza: 0.85 m; Larghezza: 1.75 m;

Bordo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Metriche Tessere: Non documentate. cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 10a – Denti di sega
DM 23m – Astragalo ed ellissi in prospettiva

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: minute

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Scena diAnimali

 
 

Referenza fotografica: da LAVAGNE 1999
Oggetto conservato: emblema – Conservato in: museo/antiquarium (Musei Vaticani, Sala delle Nozze Aldobrandini – inv. 9642)
Musei Vaticani, Biblioteca Apostolica Vaticana, Museo Profano.
Restauri moderni: La parte originale coincide prevalentemente con l’area centrale, mentre restauri ed integrazioni riguardano le fasce laterali (il paesaggio esotico e l’elefante in primo luogo) e il bordo a decoro geometrico del pannello, molto vicino a quello di un altro, acquisito negli stessi anni nelle collezioni del cardinal Furietti, e noto come il mosaico delle "Tre ghirlande". Il restauro deve essere avvenuto nel periodo che va dal distacco dell’emblema, ordinato dal cardinale subito dopo la scoperta nel 1746, alla vendita a papa Clemente XIII, del 1767.

Musei Vaticani (Riferimento: Paolucci, Antonio) viale Vaticano – Città del Vaticano

Lavagne, H. 1999, Emblema en mosaique représentant des bétes sauvages dans un paysage exotique, in Hadrien. Tresors d’une villa impériale, Milano, pp. 324-326, fig. 170.
Nogara, B. 1910, in I mosaici antichi conservati nei palazzi pontifici del Vaticano e del Laterano, Roma, p. 20..

DATA SCHEDA: 2009 | AUTORE: Laurenzi, Elsa | REF. SCIENT. : Tortorella, Stefano | AGGIORNAMENTO: 2014 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Laurenzi, Elsa, Regio XIII, piazza dei Cavalieri di Malta/ S. Alessio, emblema, in TESS – scheda 6760 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=6760), 2009

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=6760


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