scheda

Via Dogana, aula absidata, tessellato con pseudoemblema
Faenza ( RA )


Tra il 1971 e il 1972 in occasione di lavori edilizi in un fabbricato moderno sono stati rintracciati i resti di un importante complesso domestico tardoantico che si è impiantato nell’area precedentemente occupata da una domus di prima età imperiale, completamente distrutta e obliterata alla fine del I sec.d.C. I dati archeologici disponibili sul complesso sono lacunosi e del tutto insufficienti alla comprensione di una struttura così complessa.
La domus è stata messa in luce solo parzialmente, pertanto della sua planimetria è nota solo parte del settore di rappresentanza: dal vestibolo di ingresso 1, a pianta rettangolare con andamento N-S, pavimentato in tessellato decorato anche da scene figurate (restituzione delle armi di Ettore a Priamo da parte di Achille), si accede al vasto ambiente di rappresentanza 2, dotato di abside semicircolare sopraelevata sul lato corto opposto al vestibolo. Il vano, che presenta una ricchissima pavimentazione in tessellato policromo, ha uno sviluppo planimetrico del tutto peculiare, dal momento che i muri non sono perfettamente ortogonali tra loro e che quindi l’ambiente assume una forma a parallelogramma. Dal vano 2 si accede al piccolo vano rettangolare 3 con andamento N-S, che probabilmente fungeva da disimpegno, e da quest’ultimo si accedeva al vano 4, con andamento E-W, da considerare come un ambiente di rappresentanza destinato ad accogliere un limitato numero di ospiti; entrambi gli ambienti sono pavimentati in tessellato policromo. A W del vano 4 è stato individuato, ma non scavato un ulteriore ambiente (5), ma non è chiaro il tipo di rivestimento pavimentale, definito indifferentemente mosaico o cocciopesto (è possibile che sia stata messa in luce solo una modesta porzione della preparazione pavimentale).
In bibliografia si rileva la presenza di almeno due fasi edilizie, entrambe di età tardoantica, individuate sull’analisi dei sottofondi pavimentali (Guarnieri 2000, p. 201). A tale fase sarebbero da attribuire gli ambienti 3-4 e un vano ad essi adiacente posto immediatamente ad E, successivamente obliterato dal vano 2. Tuttavia, non si può non rilevare che l’analisi stilistica delle pavimentazioni non ha messo in luce differenze notevoli tra i diversi rivestimenti dell’edificio, che sembrano impiegare le medesime tessere e che trovano delle forti somiglianze dal punto di vista esecutivo, oltre che nei motivi impiegati (la cornice del pavimento del vano 2 è identica a quella del vestibolo 1). Inoltre, a giudicare dalle poche fotografie dell’area in corso di scavo pubblicate, sembra che i pavimenti tardoantichi vadano ad impostarsi direttamente sui resti distrutti della domus di prima età imperiale, senza la presenza di ulteriori fasi intermedie. A sostegno dell’ipotesi della doppia fase, inoltre, si segnala la differenza di quota tra le diverse pavimentazioni dei due nuclei edilizi della domus (ambienti 1-2 e 3-5), differenza che tuttavia consiste in soli 30 cm. Se si tiene conto del fatto che una differenza di quota si registra anche nel vano 2, tra il vano stesso e l’abside che è sopraelevata, che via Dogana ha un andamento ascendente da sud a nord e che probabilmente il terreno non è stato regolarizzato a sufficienza nelle fasi preliminari alla costruzione, si può ragionevolmente ritenere che la domus sia stata concepita e realizzata in maniera unitaria; anche la differenza nelle preparazioni può essere spiegata nella realizzazione in due momenti diversi delle diverse stanze, segno di una costruzione dilatata nel tempo, ma sempre concepite come unico progetto.
L’impianto della domus è attribuibile al V sec.d.C., tra il secondo quarto e la metà del secolo, e la presenza di restauri nel pavimento del vano 3 testimonia la lunga vita della ricca abitazione; la presenza di alcune tombe datate sulla base del corredo all’VIII secolo segna il termine ante quem per l’abbandono delle strutture. (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è una rielaborazione di G. Paolucci da Progettare il passato 2000, tav. XIII; la planimetria allegata è tratta da Guarnieri 2000, fig. 7)
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (2° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Via Dogana, vano 3, tessellato con decorazione a stuoia
Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 70% della superficie originaria. Il tessellato, bordato da una fascia bianca a ordito dritto, da una treccia a tre capi, allentata, policroma su fondo scuro, da una linea tripla bianca e da una linea tripla nera. Il tappeto è decorato da una stuoia bicroma. Il pavimento, in seguito al distacco, dovrebbe essere conservato a Palazzo Mazzolani.

Via Dogana, vano 4, tessellato con composizione di ottagoni
Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria. Il tappeto è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati maggiori (formanti quadrati ed esagoni allungati), disegnata da trecce a due capi; agli angoli la composizione presenta quattro quadrati, che dovevano essere campiti da altrettanti busti, ma di cui resta pochissimo. Il pavimento, in seguito al distacco, dovrebbe essere conservato a Palazzo Mazzolani.

Via Dogana, vestibolo, tessellato con Achille
Pavimento in tessellato policromo, di cui è stato rinvenuto il 60% circa della superficie originaria. Il pavimento è decorato da un reticolato di trecce a quattro capi policrome, gli scomparti campiti da figure; gli scomparti sono 4 per ogni fila, ma, in corrispondenza della seconda e terza fila a partire dall’alto, invece dei 4 scomparti centrali si trova uno pseudoemblema quadrato, bordato da una treccia a due capi polciroma e campito da una scena figurata. Oltre allo pseudoemblema, con personaggio in trono, interpretato come Achille, restano 16 scomparti, di cui solo 8 conservati integralmente o quasi.


Il vano di rappresentanza 2 è un vasto ambiente a pianta quadrangolare, con andamento E-W, al quale si accede dal vestibolo 1, posto su uno dei lati corti dell’ambiente; sul lato corto opposto l’ambiente è dotato di un’abside semicircolare (larghezza: 5.50m, profondità: circa 3m), sovraelevata, alla quale si accedeva per messo un gradino. Il vano ha uno sviluppo planimetrico del tutto peculiare, dal momento che i muri non sono perfettamente ortogonali tra loro e che quindi l’ambiente assume una forma a parallelogramma. L’ambiente presenta un rivestimento pavimentale in tessellato policromo, con decorazione differenziata tra il vano vero e proprio e l’abside. La datazione in bibliografia è discordante, ma sempre compresa in un orizzonte di V secolo d.C.

Lunghezza: 15 m – Larghezza: 9.25 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (2° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1971-1972 – Ente responsabile: SA ER

Via Dogana, aula absidata, tessellato con pseudoemblema

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Pavimento in tessellato policromo, rinvenuto per circa il 50% della superficie originaria (la superficie musiva recuperata dell’aula è di 51 mq). Il pavimento dell’aula è decorato da un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da un cordone a bordi dritti; nel reticolato è perfettamente inserito uno pseudoemblema quadrato, campito da una composizione centrata, in un cerchio e attorno a una stella di otto losanghe, di 8 quadrati che attorniano la stella e che determinano triangoli a base convessa. Il tessellato dell’abside è decorato da una composizione di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati ed esagoni allungati, delineata.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (2° q) al secolo V d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: abside
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Tessellato policromo dell’abside, scoperto solo per una parte, perchè il resto era fuori dai limiti di scavo. Il bordo è costituito da una fascia banca a ordito dritto, con tessere nere sparse sulla superficie e da una linea doppia nera. Il tessellato è decorato da una composizione di ottagoni irregolari intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati ed esagoni allungati, delineata in nero su fondo bianco. Tutte le figure della composizione sono campite dalle medesime inscritte.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1y – fascia monocroma
DM 1i – linea doppia

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.5 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 169a – composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata

 
 
Referenza fotografica: da Gentili 1980

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: ad emblema/pseudoemblema
Cromia: policromo

Tessellato del vano, rinvenuto per una superficie di 51 mq. Il bordo del tappeto è costituito da una fascia bianca a ordito di filari paralleli, con tessere policrome sparse sulla superficie, da una linea semplice nera, da una linea tripla bianca, da una treccia a quattro capi policroma su fondo chiaro e da una linea semplice nera. Il tappeto è decorato da un reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da un cordone a bordi diritti, con semicerchi e quarti di cerchio sui lati brevi e formanti quadrati e un rettangolo in corrispondenza dell’abside. Le ellissi sdraiate presentano sui lati lunghi due piccoli cerchi annodati, campiti da nodi di Salomone policromi; tutti gli spazi di risulta sono campiti da motivi con nodi. I cerchi, i semicerchi, i quarti di cerchio e le ellissi sono campiti da cerchi, semicerchi, quarti di cerchio ed ellissi inscritti, bordati da file di denti di sega dentati e campiti da motivi con nodi (quadrati a stuoia, motivi a stuoia, doppi nodi di Salomone quadrati), da uno scudo di quadrati a girandola (un solo cerchio), o da una composizione centrata in un cerchio e attorno a una stella di otto losanghe di 8 quadrati che attorniano la stella e che determinano triangoli a base convessa, mentre i quarti di cerchio restanti sono campiti da motivi iridati. Restano solo 3 quadrati, di cui solo uno completo. Il quadrato completo è campito da un quadrato inscritto, bordato da una fila di onde correnti a giro semplice e da una linea tripla bianca, e caricato da una composizione di squame e di bipenni adiacenti, delineata in nero, con le squame e le bipenni campite a colori. L’altro quadrato è campito da un quadrato inscritto, bordato da una treccia a due capi, e caricato da una stella di otto parallelogrammi inscritta in un quadrato, determinante negli angoli quadrati e triangoli sui lati. L’ultimo quadrato è campito da un quadrato inscritto, bordato da una fila di onde correnti a giro semplice, e caricato da una scacchiera di bipenni. Nella composizione del tappeto è ben inserito uno pseudoemblema quadrato, bordato da una linea tripla bianca, da una fila di onde correnti a giro semplice, da una linea tripla bianca, da una fascia di tre losanghe sdraiate per lato e quattro cerchi angolari, e da una linea tripla bianca. Nella fascia, tutte le figure sono campite dalla medesima inscritta, e sono caricate da: motivi con nodi (le losanghe); motivi iridati (i triangoli); cantharoi baccellati (i due cerchi opposti rimanenti). Lo pseudoemblema è campito da un quadrato, caricato da una composizione centrata, in un cerchio e attorno a una stella di otto losanghe, di 8 quadrati che attorniano la stella e che determinano triangoli a base convessa. Negli spazi di risulta tra il cerchio e il quadrato sono inseriti motivi con nodi. Della composizione restano solo quattro quadrati, di cui nessuno completo; sono campiti da quadrati inscritti, caricati da motivi con nodi.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1t – linea tripla
DM 10g – denti di sega, dentati
DM 73c – treccia a quattro capi, policroma, su fondo chiaro
DM 101b – onde correnti a giro semplice
cantharos

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 149c – reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi diritti
DM 149c – reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi dirittiDM 335b
DM 149c – reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi dirittivar. DM 221a
DM 149c – reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi dirittiDM 220g
DM 149c – reticolato di fasce caricate da ellissi sdraiate e cerchi (i cerchi nei punti di incrocio), disegnato da cordoni a bordi dirittiDM 296a
var. DM 374a – Composizione centrata, in un cerchio e attorno a una stella di otto losanghe, di 8 quadrati che attorniano la stella e che determinano triangoli a base convessa, quì a linee di tessere

 
 
Referenza fotografica: da Maioli 1995

Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: museo/antiquarium (Palazzo Mazzolani)
Credo che sia a Palazzo Mazzolani, ma non ne sono sicura.
Restauri antichi: M.G. Maioli scrive che sono presenti restauri antichi, "gli intrecci non più capiti e resi irregolarmente" (Maioli 1995, p. 196); evidentemente si tratta di restauri in tessellato ad imitazione, non sempre riuscita, del motivo geometrico di base.

Gentili, G.V. 1980, Mosaici augustei e tardoromani scoperti negli ultimi anni a Faenza., in Un museo archeologico per Faenza. Repertorio e progetto, Bologna, pp. 431-432, 453-460, 465-467, figg. 8, 12-16.
Guarnieri, C. 2000, in Progettare il passato. Faenza tra pianificazione urbana e Carta Archeologica, Firenze, p. 260.
Maioli, M.G. 1990, Mosaici di epoca tardoromana in Faenza., in Archeologia a Faenza. Ricerche e scavi dal neolitico al Rinascimento, Bologna, pp. 65-66, figg. 25, 27.
Maioli, M.G. 1995, Il complesso di Via Dogana e altri mosaici in Faenza., in Fifth International Colloquium on Ancient Mosaics (Bath, England, September 5-12 1987), Ann Arbor, MI, pp. 195-196, figg. 4-5.
Righini Cantelli, V. 1980, in Un museo archeologico per Faenza. Repertorio e progetto, Bologna, p. 96-98.

DATA SCHEDA: 2009 | AUTORE: Paolucci, Giovanna | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Paolucci, Giovanna, Via Dogana, aula absidata, tessellato con pseudoemblema, in TESS – scheda 7079 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7079), 2009

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=7079


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