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Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17358
Suburbio, via Appia, villa dei Quintili, frigidario D1, opus sectile marmoreo – Roma  ( RM)

edificio residenziale/villa
Villa dei Quintili. La residenza, appartenuta ai fratelli Sex. Quintilio Condiano e Sex. Quintilio Valerio Massimo, consoli nel 151 d.C. e detentori di alte cariche pubbliche in Grecia e in Asia, è situata nel Suburbio meridionale di Roma, all’altezza del V miglio della via Appia, in una valle attraversata dal torrente Statuario e con andamento morfologico N-S. Il sito è stato acquisito al Demanio nel 1985, dopo essere stato per quasi due secoli proprietà della famiglia Torlonia. Ritrovamenti in questa zona si verificarono fin dal ‘400 e i primissimi scavi furono eseguiti da G. Hamilton nel ‘700. Ulteriori ricerche vennero effettuate da V. Pezzoli (fine ‘700), A. Nibby (1828-29), T. Ashby (inizi ‘900). Tuttavia, solo gli interventi del 1998-99, in occasione del Giubileo del 2000, hanno rappresentato le prime vere e proprie indagini sistematiche di questo sito archeologico. Il complesso residenziale si sviluppa su di una vastissima area e in essa sono riconoscibili vari settori. Innanzitutto, databile alla prima fase edilizia della residenza e, quindi, risalente alla prima metà del II secolo d.C., è il nucleo originario (A-B), dove si trovano gli ambienti di rappresentanza. Intorno al cortile (B34), luogo di aggregazione e di incontro, sono, sul lato orientale, una cisterna per la raccolta dell’acqua (B3), il podio di un tempietto e una piccola fontana a ninfeo (B44). Il lato occidentale del cortile era colonnato e su esso si apriva il vestibolo (A7) della sala ottagonale (A1), che era completamente riscaldata e costituiva forse il triclinio estivo; questa sala aveva una copertura a volta e aveva quattro ingressi voltati. Le stanze 2-3-4 erano riccamente decorate e ad una quota superiore, motivo per cui erano accessibili solo tramite scale. Ad un piano inferiore, occupato dagli ambienti di servizio, conduceva la scalinata 6. Immediatamente a nord di questa zona e ad essa adiacenti, si disponevano le stanze private costituenti il settore B, databile alla fine del II secolo d.C. In esso troviamo vari cubicula, ai quali si accedeva tramite una sala quadrata (B12), che portava ad un ambiente voltato, ed un piccolo settore termale, collocato nell’angolo SE. Il nucleo C, posto ad ovest di B, conteneva le strutture sostruttive della villa e gli ambienti di servizio. Verso N il complesso era inoltre dotato di una piccola arena (ludus) (F) e di un monumentale complesso termale, articolato in tre zone (D – frigidarium, L – calidarium, E – tepidarium), con ambienti principali e relativi annessi rivestiti in opus sentile. La dimora, con fasi costruttive e decorative che abbracciano un ampio arco di tempo compreso fra il II e il IV sec. d.C., aveva anche altri nuclei minori, sparsi nel suo vastissimo terreno di pertinenza, fra cui un grande ninfeo all’estremità occidentale, prospiciente sulla via Appia antica e rioccupato in età medievale, un settore termale minore, delle cisterne e un’acquedotto. Al quadro sin qui descritto, ricavabile dagli scavi eseguiti fino al 1999, si aggiungono i risultati derivanti dalle più recenti campagne di scavi (2007-09), che hanno riportato alla luce circa 4.000 mq. di strutture murarie, tra l’aula del frigidarium (D1) e il grande cortile lastricato, ampliando la conoscenza dello sviluppo planimetrico dell’impianto residenziale in un settore inesplorato della villa. Si è infatti riusciti a collegare il settore termale con quello di rappresentanza, restituendo continuità architettonica all’area centrale della villa. Questo settore è organizzato attorno ad un elemento architettonico predominante, una grande esedra porticata (R15) sulla quale si apre, in posizione centrale, un triclinio circolare (R14). Tutti gli altri ambienti sono stati disposti intorno, rispettando la forma curvilinea di queste due costruzioni, adeguandosi ad esse con setti murari radiali e tangenti, dando vita a spazi di risulta irregolari. L’analisi delle evidenze strutturali e della stratigrafia ha permesso di formulare alcune ipotesi ricostruttive. L’edificio circolare (R14) è contemporaneo alla Grande Esedra (R15): i numerosi bolli laterizi in posto e i rapporti stratigrafici non lasciano dubbi sulla costruzione di entrambi in epoca adrianea (a partire dal 123 d.C.). Il colonnato della passeggiata anulare (R15), innalzato su basi attiche ritrovate in posto, realizzato con colonne in marmo cipollino e capitelli corinzi, si affacciava nell’impluvium pavimentato in lastroni rettangolari di marmo: questo grande spazio scoperto fungeva da pozzo di luce all’interno della vasta rete di stanze di rappresentanza della villa e, nello stesso tempo, funzionava da cerniera di collegamento tra il giardino ad ippodromo e il grande cortile lastricato. In una fase successiva, assegnabile all’epoca di Marco Aurelio e Antonino Pio, sono state sistemate e riperimetrate alcune piccole stanze termali con apprestamenti per il sistema di riscaldamento: l’unico scavato interamente è l’ambiente R28. In età commodiana (fase caratterizzata da strutture in opera listata), viene chiuso il fondo dell’edificio circolare (R14) verso l’ambiente R21a a nord-ovest, chiusi alcuni passaggi (come quelli tra R61 e R62, tra R11 e R21b, tra R57 e R58) e ricavati nuovi spazi per i servizi (p. es. R17).Nel settore di NO dell’area di scavo, vengono aggiunti un corpo-scala e grandi ambienti porticati (R51); a S viene diviso in due il corridoio che proveniva dal giardino ad ippodromo (R38 e R39), rettificando il precedente muro di chiusura della grande esedra d’età traianeo-adrianea. L’ultima fase edilizia attestata in quest’area della villa, sembrerebbe riferibile all’età severiana: tutti gli ambienti (da ovest ad est R43-R46-R8-R9-R10-R56-R13-R67-R65) sono stati ricavati nell’ambulacro absidale appoggiando al muro fondale le “nuove” strutture. La pianta del complesso è tratta da FRONTONI, GALLI 2015.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

AMBIENTE: frigidario
Vano D1. Grande sala del frigidarium (m 13.40 x 11.20) provvista di due vasche per l’abluzione fredda. È costruita interamente in opera laterizia, incorporando alcune strutture in opera reticolata, comprese le fondazioni, che restano visibili ad una quota più alta in uno dei passaggi verso il tepidarium. Il tombino centrale (di restauro moderno) copre una fogna con copertura in bipedali, molti dei quali con bolli laterizi riferibili al periodo compreso tra la fine del II e l’inizio del III secolo. Conserva resti del rivestimento pavimentale in opus sectile marmoreo. Del rivestimento parietale sussiste soltanto parte della zoccolatura, in lastre di marmo africano (h cm 40, sp. cm 1.2).

Lunghezza: 13.40 m – Larghezza: 11.20 m

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1998-1999 – Ente responsabile: SS BAR

Suburbio, via Appia, villa dei Quintili, frigidario D1, opus sectile marmoreo

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Pavimento in opus sectile marmoreo a schema quadrato-reticolare a grande modulo (m 2.80). Quadrato maggiore contenente un grande disco (diam. m 1.45), presumibilmente di granito, su fondo di giallo antico; quadrato minore con quadrato sulla diagonale, di marmo iassense su fondo di giallo antico; rettangoli con losanga inscritta, di cipollino su fondo bianco. Lo schema decorativo è delineato da fasce di cipollino con quadratini di giallo antico nei punti di intersezione.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

BORDO

Elemento non presente

CAMPO

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
*a modulo quadrato-reticolare (a quadrati, rettangoli e quadrati minori) con motivi semplici
Referenza fotografica: foto di C. Angelelli.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Frontoni, R./ Galli, G. 2015, Repertorio dei pavimenti in opus sectile dalla Villa dei Quintili, in Atti del XX Colloquio per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM), Roma, 19-22 marzo 2014, Tivoli, p. 152, fig. 27.
Villa Quintili 2000, in Via Appia. La villa dei Quintili, Roma, p. 76, fig. 90.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Angelelli, Claudia, Suburbio, via Appia, villa dei Quintili, frigidario D1, opus sectile marmoreo, in TESS – scheda 17358 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17358), 2014
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=17358

DATA SCHEDA: 2014 | AUTORE: Angelelli, Claudia | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca