scheda stampa

Scheda TESS – http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18092
Varano, Villa San Marco, tablino 59, tessellato monocromo e soglia decorata da spine rettilinee corte – Varano – Castellammare di Stabia  ( NA )

edificio residenziale/villa
La Villa San Marco di Stabia, così chiamata da una cappella che sorgeva nel XVIII secolo nei suoi pressi, si estende nell’area nord-orientale della terrazza alluvionale della collina di Varano, a circa 50 m sul livello del mare. Dall’esame del contesto topografico si rileva che fu costruita seguendo alcuni criteri tra i quali: la breve distanza dalla campagna coltivata a vigna e ad uliveto; la vicinanza ad un centro abitato e commerciale ben collegato tramite la rete viaria circostante con i principali centri della zona (Nuceria, Pompei e Surrentum) e infine attraverso una rampa in discesa, un facile approdo al mare.
Fu la prima villa ad essere esplorata in età borbonica negli anni compresi tra il 1740 e il 1754.
La prima pittura staccata dalla villa fu una rappresentazione di Mercurio il 12 giugno del 1749. In quegli anni le attività di scavo si concentravano soprattutto a Ercolano e a Pozzuoli poiché sono pochi gli oggetti trovati a Stabia, solo nel 1951 gli scavi vennero rinforzati. In seguito, la villa spogliata degli affreschi e della suppellettile, fu riseppellita dopo che le sue strutture erano state rilevate da Karl Weber, la cui documentazione grafica e manoscritta fu, successivamente, nel 1881, pubblicata da Michele Ruggiero, nell’opera “Degli scavi di Stabiae dal 1749 al 1782”. Solo dopo quasi due secoli nel 1933, nel corso di lavorazioni agricole, nel fondo dello Ioio ed in quello limitrofo Gambardella, vennero in luce sei colonne tortili: si trattava di una parte del peristilio superiore 1-2 della villa; soltanto diciassette anni più tardi, nel 1950, grazie al preside Libero d’Orsi, iniziò lo scavo sistematico del complesso, fino al 1962 e tutt’oggi non ancora completato. Al 2009 risalgono le ultime indagini condotte da Fabrizio Ruffo sulle fasi edilizie della villa e del cosiddetto “impianto urbano” sud-occidentale di Stabiae. Le strutture edilizie della villa risalgono ad un periodo compreso tra l’età augustea e l’età claudio neroniana con murature in opera reticolata, in opera vittata ed in opera mista. Le murature messe in luce nel corso degli anni sono state integrate secondo diverse metodologie. Ai primi interventi di ricostruzione, riconoscibili dai materiali e della tessitura, ha fatto seguito l’inserimento di un filare di laterizi che delimita inferiormente la parte ricostruita. Al momento dell’eruzione del 79 d.C. nella villa erano in corso lavori di restauro dovuti ai danni causati dal terremoto del 62 d.C. e, più probabilmente, ai movimenti tellurici che, successivi a questa data, precedettero l’eruzione: gli interventi si riconoscono con frequenti ammorsature d’opera laterizia caratteristica di questi anni. L’organizzazione planimetrica dell’edificio segue un duplice orientamento: la collocazione della maggior parte degli ambienti asseconda l’andamento della collina, nell’intento di disporre i settori più rappresentativi della villa in posizione panoramica sul mare, mentre l’orientamento del quartiere termale è ricalcato su quello dell’impianto urbano adiacente alla villa, rilevato dal Weber nel 1759 (tav. I di Ruggiero) ma che non è stato portato alla luce. La prima fase edilizia è stata recentemente ricondotta all’ultimo quarto del I sec. a.C., mentre l’inizio della seconda fase è stato posto al primo quarto del I sec. d.C. All’interno della seconda fase sono stati distinti due momenti: entro la prima metà del I sec. d.C. si rinnova la decorazione dell’atrio e delle terme e si ricostruisce il portico inferiore 9, avviandone il rinnovamento decorativo parietale; in età neroniana avanzata, a seguito dei danni del terremoto del 62 d.C., si ricostruiscono i portici superiori 1-2, si porta a compimento la decorazione del portico inferiore e si realizza la decorazione a stucco del ninfeo, ancora in corso al momento dell’eruzione. Una serie di interventi minori sembra invece riferibile a rifacimenti conseguenti a scosse telluriche successive al sisma del 62 d.C. Dopo l’eruzione, la villa fu interessata dall’attività dei cunicolari in cerca di oggetti preziosi e di materiali edilizi. La superficie globale del complesso è di 11.000 mq, di cui 6000 rimessi in luce. Esso si articola in cinque nuclei: A) Quartiere dell’atrio con annesso quartiere rustico: ambienti 56, 44, 45, 61, 55, 59a, 59, 60, 31, 52, 49, 57, 32, 28, 26, 40, 39, 27; B) Quartiere termale: ambienti 25,29,42, 48, 46, 23, 37, 22, 19; C) Area del peristilio: ambienti 5, 3, 20, 62, 63, 65, 64, 9, 30, 53, 50, 17, 18, 21, 16, 11, 8, 13, 14, 12, 4; D) Area del loggiato superiore: ambienti 1 e 2; E) Quartiere d’ingresso (interrato).
(la ripartizione in fasi è tratta da G. Bonifacio, A. M. Sodo, Stabiae. Guida archeologica alle ville, Castellammare di Stabia 2001, pp. 31- 88; F. Pesando, M.P. Guidobaldi, Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabiae. Guide Archeologiche Laterza, Roma 2006, pp. 423-427, da cui è tratta la pianta edificio, a p. 425).


Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

AMBIENTE: tablino
Il tablino 59, adiacente al corridoio 59a, costituiva l’ingresso alla villa dal cortile che dava sulla strada, scavato in età borbonica e oggi interrato. L’ambiente presenta una decorazione in IV Stile, in cattivo stato di conservazione, della quale si possono tuttavia osservare uno zoccolo rosso tripartito da scomparti con ghirlande, bordi di tappeto e figurine di animali. Il registro superiore a fondo nero presenta dei motivi architettonici stilizzati; il pannello centrale, sormontato da un timpano con soffitto ligneo a cassettoni, presentava al centro una vignetta che trova riscontro sui pannelli laterali, delimitati da bordi di tappeto. Il pavimento è in tessellato, con soglia a motivi geometrici.

Cronologia

Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1740-1962

Varano, Villa San Marco, tablino 59, tessellato monocromo e soglia decorata da spine rettilinee corte

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Tessellato monocromo inquadrato da una doppia fascia in colore contrastante, con soglia decorata da motivi geometrici. La foto del rivestimento è di C. Ariano.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure
Lunghezza: 4.75 m; Larghezza: 4.75 m;

Unità decorative

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Tessellato monocromo (dim. m 4.75 x 4.75) inquadrato da una doppia fascia in colore contrastante. Bordo costituito vda una fascia bianca di tessere bianche ad ordito diritto, da una fascia di tre file di tessere nere (DM 1t), da una fascia di quattro file di tessere bianche, da una fascia di tre file di tessere nere, da una fascia di tre file di tessere bianche. Il campo dell’ambiente è pavimentato da un tessellato bianco ad ordito di filari paralleli (DM 105a).

BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1t – linea tripla
CAMPO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: foto di C. Ariano.

Parte dell’ambiente: soglia
Tipo di impaginazione: centralizzata/centrifuga
Cromia: bicromo

La soglia (m 3.65 x 0.45) è costituita da un lungo rettangolo su fondo di tessere bianche, bordato da una fascia di tre file di tessere nere (DM 1t), al cui interno vi è una treccia a due capi (DM 70d) che racchiude un altro rettangolo, disegnato da due file di tessere nere (DM 1i). All’interno di quest’ultimo, si dispongono due file di spine rettilinee corte (DM 11d), che partendo dal centro, si sviluppano in due sensi opposti.

BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1t – linea tripla
CAMPO
Elemento non presente

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 70d – treccia a due capi, in colore contrastante
DM 1i – linea doppia
DM 11d – spine rettilinee corte, in colori contrastanti
Referenza fotografica: foto di C. Ariano.

CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ
Il pavimento è visibile.Oggetto conservato: soglia – Conservato in: situ
La soglia è visibile.

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Pisapia, M. S. 1989, in Mosaici antichi in Italia, Regione prima. Stabia, Roma, p. 12, tav. III.

CITAZIONE E CONDIVISIONE
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Ariano, Carmela, Varano, Villa San Marco, tablino 59, tessellato monocromo e soglia decorata da spine rettilinee corte, in TESS – scheda 18092 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18092), 2015
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18092

ISPEZIONE: 2015 | DATA SCHEDA: 2015 | AUTORE: Ariano, Carmela | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca | AGGIORNAMENTO: 2015 | COMPILAZIONE/REVISIONE A CURA DI: Angelelli, Claudia