Scavi avviati nel 1983 hanno riportato alla luce un complesso architettonico, di notevoli dimensioni, sul quale si sono sovrapposte le strutture della Basilica paleocristiana di San Cristoforo “ad Aquilam”. L’area, già scavata nel XVIII secolo da parte di Annibaldi degli Abbati Olivieri (1757) e dal parroco di Casteldimezzi (1782), fu oggetto di un rinnovato interesse all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, quando una planimetria riferibile al complesso e datata al 1782 venne rintracciata nella biblioteca Oliveriana di Pesaro. Il complesso presenta due distinti blocchi architettonici le cui caratteristiche principali vanno rintracciate nell’adozione di una planimetria dominata da linee curve, proprie dell’architettura residenziale privata di età tardo imperiale. Punto focale dell’edificio è un grande ambiente biabsidato, interpretato come nartece della basilica tardoantica (vano N). A Sud di quest’ultimo, intorno ad un ampio spazio circolare, si organizzano una serie di ambienti modulari rinvenuti in occasione degli scavi del XVIII secolo. A Nord sono stati invece rintracciati ambienti, di pianta quadrata o rettangolare, pertinenti ad una villa, datata tra il III-IV e VI secolo, che si organizzano intorno ad un grande ambiente quadrangolare (vano B). Ad una fase successiva all’impianto originale della villa tardo antica, viene datato l’ambiente rettangolare con abside (vano M) che chiude verso Nord l’intero complesso (fine V- prima metà del VI secolo). La sua costruzione comporta l’abbattimento dell’abside del vano B e la realizzazione di una parete divisoria meno spessa tra i due ambienti. La basilica di San Cristoforo "ad Aquilam" si colloca cronologicamente in questa fase di fine V -inizio VI secolo d.C., quando il vano B fungeva da atrio destinato ad accogliere i catecumeni durante le celebrazioni che si dovevano svolgere in un’aula di culto, vano M,di più ampie dimensioni (Pianta: Dall’Aglio et Alii, 2010, fig.1).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
AMBIENTE: non determinato
Ambiente L: vano di forma rettangolare tangente al vano F e comunicante, tramite un’apertura lungo la parete nord, con il vicino ambiente R. Non è nota, allo stato attuale delle ricerche, la sua destinazione d’uso.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Data: 1997-1998
Colombarone (PU), vano L, tessellato policromo, cerchi allacciati
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo
Il vano L presenta, su di un fondo bianco, un motivo di cerchi che si intersecano a formare fiori quadripetali e quadrati dai lati convessi con al centro un piccolo fiore schematizzato (crocetta con patali a squadra). Il bordo, in tessellato monocromo bianco, prevede a sua volta una decorazione con crocette, in tessere nere, disegnate da una tessera centrale e petali dentati.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (2° q) al secolo IV d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
BORDO
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 1y – fascia monocroma | ||
DM 4d – fila di rosette cruciformi sulla diagonale, distanziate |
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 238f – "cerchi allacciati" ossia composizione ortogonale di cerchi secanti (formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli), qui con una tessera ai punti di tangenza, in colori contrastanti, i quadrati concavi caricati da una crocetta inclusa | Crocette con petali a squadra |
CONSERVAZIONE
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: area archeologica (Area archeologica di Colombarone, Pesaro (PU))
BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO
Campagnoli, P. 2002, Colombarone (Pesaro). Villa tardoromana e Basilica di San Cristoforo ad Aquilam, in Sulle tracce del Passato. Percorsi Archeologici nella Provincia di Pesaro e Urbino, Pesaro, p. 162, fig. a p. 162 .Dall’Aglio, P. L./ Porta, P. et alii 2010, Mosaici pavimentali dallo scavo di Colombarone (PU): vecchie e nuove acquisizioni, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli, p. 344, fig. 5.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Ferrari, Stefano, Colombarone (PU), vano L, tessellato policromo, cerchi allacciati, in TESS – scheda 5363 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5363), 2008
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=5363