ALBA POMPEIA 6, CASA DI VIA ACQUI 7. Indagini archeologiche condotte per il piano di recupero edilizio di un fabbricato ottocentesco (ex Casa Gioelli), nell’isolato definito dalle vie Acqui, Giraudi e Balbo, hanno permesso di portare alla luce i resti di una sontuosa domus romana, già segnalata da F. Eusebio nel 1901 (mosaico bianco) e ubicata nell’Insula XIIII, alla periferia NE di Alba Pompeia (cfr. ubicazione, da M.C. PREACCO, “Prima della cattedrale. L’età romana”, in “La cattedrale di Alba. Archeologia di un cantiere”, a cura di E. Micheletto, Firenze 2013, fig. 13 p. 27: in verde; FILIPPI 1997, sito n. 69). L’impianto originario, risalente alla prima metà del I sec. d.C. (fase I), doveva estendersi fino al decumano d2 verso S e al cardo k5 verso O. I sondaggi compiuti fra il 1990 e il 1997 hanno messo in evidenza i resti di nove ambienti, pertinenti a due distinte fasi di occupazione (cfr. planimetria resti, da PEPE 2012, "Alba Pompeia 6", fasi I-II, pp. 16-17).
FASE I (prima metà I sec. d.C.). Attorno al cortile 1, ornato da intonaci parietali policromi, si dispongono i vani 2, 4, 6, tutti pavimentati in cementizio, e il vano 3, con intercapedine pavimentale A, in origine forse esteso verso S (vano 9, fase II). Non comunicante con la corte, ma allineato ai vani 2-3, è un altro ambiente solo parzialmente individuato a O (5), anch’esso pavimentato in cementizio. A S di questo blocco si dispone il corridoio 7, percorso da una canaletta (a), che doveva avere funzione di passaggio e di distinzione fra la parte più importante della casa, articolata intorno al cortile, e quella rivolta verso la strada, di cui fa parte il vano 8.
FASE II (terzo quarto I sec. d.C.). Gli ambienti 3 e 4 vengono ripavimentati forse in marmo (completamente asportato: non schedati); il vano 4, ora ornato da una ricca decorazione parietale (III stile pompeiano), viene messo in comunicazione con un nuovo piccolo vano a S (9).
Successivamente, in una fase cronologica non precisabile, la domus viene abbandonata e in gran parte spoliata.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Alba Pompeia 6, fase I, vano 2, cementizio litico con inserti misti In letteratura il pavimento è definito come "battuto di malta biancastra, impastata con abbondanti scaglie di marmi e pietre": sembrerebbe definibile come cementizio a base litica con inserti misti, ma il dato non è verificabile (non è certo che gli inserti abbiano funzione decorativa).
Alba Pompeia 6, fase I, vano 4, cementizio litico con inserti misti In letteratura il pavimento è definito come "battuto di malta biancastra, impastata con abbondanti scaglie di marmi e pietre": sembrerebbe definibile come cementizio a base litica con inserti misti, ma il dato non è verificabile (non è certo che gli inserti abbiano funzione decorativa).
Alba Pompeia 6, fase II, vano 9, cementizio litico a inserti e lastricato marmoreo Il pavimento è costituito da due parti distinte, a differenti quote: la porzione O, in lastricato marmoreo, riveste una superficie di 4.80m ed è posta a 20cm più in alto di quella E, estesa verso S e realizzata in battuto di malta frammisto a scaglie litiche (cementizio a base litica con inserti litici). Foto da FILIPPI 1997b, fig. 67 p. 158.
Vano 3, fase I (prima metà I sec. d.C.). Di forma rettangolare, delimitato da lacerti murari a E e a O, l’ambiente verso N sembra definito dal prolungamento del muro EO che chiude ad angolo l’adiacente vano 4.
FASE I (prima metà I sec. d.C.). Piano pavimentale, attestato a quota -4.29/4.42m, analogo al cementizio litico con inserti dell’adiacente vano 2 (vd. infra).
FASE II (terzo quarto I sec. d.C.). Il vano viene dotato di un sistema di riscaldamento, con suspensurae posate direttamente sul pavimento preesistente, a sostegno di un nuovo piano di mattoni accostati, rivestiti di lastre marmoree completamente asportate. Particolarmente ricercata è la decorazione parietale dell’ambiente di fase II, con uno zoccolo scandito da pannelli contenenti figure di diversi animali marini, sovrapposta a un precedente intonaco di ottima qualità, spesso 3cm e prevalentemente dipinto di rosso (fase I): il vano è ora interpretato come ambiente termale.
Lunghezza: 5.90 m – Larghezza: 3.50 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1992-1993 – Ente responsabile: SBAPMAE
Alba Pompeia 6, fase I, vano 3, cementizio litico con inserti misti
Parte dell’ambiente: spazio centrale Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: non documentato
In letteratura il pavimento è definito come "battuto di malta biancastra, impastata con abbondanti scaglie di marmi e pietre": sembrerebbe definibile come cementizio a base litica con inserti misti, ma il dato non è verificabile (non è certo che gli inserti abbiano funzione decorativa).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: vespaio di ciottoli
Filippi, F./ Cavaletto, M./ Mennella, G. 1994, Notiziario per gli anni 1992-1993. Alba. Interventi nel centro storico. Viia Acqui – Casa Gioielli., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 294.Filippi, F. 1997, La documentazione archeologica della città, in Alba Pompeia. Archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità, Alba, pp. 155, 158-159.Filippi, F. 1997, Urbanistica e architettura, in Alba Pompeia. Archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità, Alba, p. 74.Filippi, F. 1998, L’edilizia residenziale urbana., in Archeologia in Piemonte. L’età romana, Torino, p. 132.Pepe, M. 2012, Alba Pompeia 6, in Atria Longa Patescunt. Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana. Schede e planimetrie, Roma, pp. 30-31.
DATA SCHEDA: 2011 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola, Alba Pompeia 6, fase I, vano 3, cementizio litico con inserti misti, in TESS – scheda 10300 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10300), 2011