Presso il promontorio di Gianola a Formia insistono le evidenze di un’ampia villa maritima (m 600×150) distribuita su tre terrazze digradanti verso la linea di costa, che la tradizione attribuisce a Mamurra, cavaliere formiano e alleato di Cesare nelle campagne militari. Il fulcro del complesso è rappresentato dalla c.d. sala ottagona andata completamente distrutta nel corso dei bombardamenti bellici (1: ninfeo o musaeum, quest’ultimo inteso nell’accezione pliniana di grotta artificiale all’interno di complessi residenziali). L’ambiente, coperto a volta internamente decorata da un mosaico con decorazione a stelle, era dotato di un pilastro centrale e di una serie di absidi, di nicchie e di vasche marmoree rettangolari. Il pavimento doveva essere in mosaico. Con tutta probabilità in origine la sala era seminterrata, assumendo così l’aspetto di un tumulo, ricoperto da arbusti e piante. A O sono visibili i ruderi della c.d. Cisterna delle 36 Colonne (2) e, più a S, la scala a volte sfalsate nota come Grotta della Janara (3), funzionale al collegamento tra i piani terrazzati (la struttura è stata oggetto di restauri da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio: N. Cassieri, “Primi interventi di scavo archeologico e di conservazione nella villa romana di Gianola”, in Formianum III, 1996, pp. 27-33). A S della sala ottagona si sviluppa un canale ornamentale con pareti foderate di cementizio (4: euripus); più a O si apre una grande cisterna (5) contigua ad una serie di locali voltati (horreum), distribuiti presso il limite E della terrazza mediana. Ad un livello inferiore, a S, sono visibili i ruderi di un acquedotto provvisto di un castellum aquae (6), presso cui si rinvengono strutture semicircolari in cotto, in cementizio ed in reticolato di tufo; il ritrovamento di elementi discoidali fittili farebbe ipotizzare la presenza di un ambiente o di vani riscaldati. Più a N, infine, si articolano una serie di fontane e ninfei (7) ed un piccolo balneum dotato di vasche ricavate direttamente nella scogliera (8). A S, lungo la linea di costa, è infine visibile una piscina per l’allevamento ittico (il c.d. porticciolo, Porto di Gianola in pianta). Alcuni degli ambienti della residenza conservano tracce di decorazione in stucco e di decorazione pittorica, a fondo bianco con fasce policrome (azzurro, rosso, nero) ascrivibili nell’ambito del I e del III stile. Si conservano inoltre frammenti di pavimentazione in mosaico policromo con motivi geometrici. La tecnica edilizia, in opera incerta e quasi reticolata con rari inserimenti di tegole, è omogenea e va inquadrata in epoca tardo-repubblicana, con adattamenti che non vanno oltre i primi secoli dell’impero, quando la villa fu abbandonata, presumibilmente a seguito di un evento sismico. Dal 1987 la villa è inserita nel Parco Regionale di Gianola e del Monte di Scauri (pianta località edificio tratta da Coarelli F., Lazio, Roma 1984, pp.168-169; pianta edificio tratta da Ciccone, Spada 1997, fig. 5).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ambiente 1: la sala, orientata rispetto ai punti cardinali, era il centro dell’intero complesso. A pianta ottagona (lati: m 14,20), l’ambiente è suddiviso internamente in tre zone concentriche ruotanti attorno un pilastro centrale di sostegno alla volta. Esso in origine doveva essere seminterrato e parzialmente scavato nella roccia viva, e doveva apparire come una sorta di tumulo sormontato da piante ed arbusti. La volta era decorata da un cielo stellato realizzato in tessere vitree azzurre su fondo in mosaico bianco. A detta di P. Mattej, uno studioso locale che visitò il sito nell’Ottocento, il pavimento della sala era costituito da un “altro ma più pregevole musaico distrutto assolutamente dal tempo”, forse un tessellato bianco (Ciccone 1990). Sul pavimento insistevano una serie di vasche rivestite in marmo, mentre all’interno degli ambulacri laterali si aprono absidi che dovevano aver ospitato elementi scultorei. Incerta è ancora la destinazione d’uso del vano, sicuramente connessa all’utilizzo delle acque. Potrebbe trattarsi di un ninfeo o di una sorta di musaeum, inteso come grotta artificiale. A causa dei bombardamenti effettuati nel corso dell’ultimo conflitto bellico, la sala è andata praticamente distrutta.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Villa di Gianola, ambiente 1, tessellato bianco
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale in tessellato bianco. Il pavimento è andato distrutto nel corso dell’ultimo conflitto bellico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Ciccone, S. 1990, Una villa romana a Formia con una originale struttura a tumulo., in Palladio. Rivista di Storia dell’architettura e del restauro, Roma, p. 22, nota 3.