In occasione dei lavori per la variante della strada provinciale a N della frazione S. Lorenzo di Caraglio (catasto f. 19, part. 5-6; cfr. ubicazione, da PREACCO, TERENZI 2002, tav. LVa: in rosso) nel 1976 vennero in luce i resti di un complesso termale di dimensioni ragguardevoli (cfr. planimetria dei resti, da MOLLI BOFFA 1980, tav. LXXV), identificato come le terme pubbliche di Forum Germa (…), sebbene la lacunosità dei dati non consenta di escludere del tutto che possa trattarsi di un impianto privato. Il complesso è costituito da tre grandi vani affiancati, di cui quelli laterali absidati, rispettivamente interpretabili (da O a E) come calidario (1), tepidario (2) e frigidario (3). Verso O il calidario è affiancato da un piccolo vano (4) solo parzialmente indagato, confinante verso O con un vano di passaggio o, più probabilmente, una strada. L’impianto risale all’avanzato I sec. d.C. e risulta frequentato almeno sino al tardo III sec. d.C. con l’apertura di altri ambienti verso O. In seguito alla sua distruzione, in epoca costantiniana viene costruito verso E un altro grande complesso, devastato poco tempo dopo da un incendio. Da quanto emerso nello scavo è possibile ipotizzare per il calidario e il tepidario un piano pavimentale in marmo bianco. Il frigidario, invece, presenta un pavimento in terra battuta.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
S. Lorenzo, terme, calidario 1, lastricato marmoreo bianco Del pavimento originario, in lastricato marmoreo bianco, non restano che numerosi frammenti di lastrine (in parte anche pertinenti alla rifinitura delle pareti) e diversi lacerti della preparazione in cementizio fittile aderente ancora alle tegole sovrapposte alle suspensurae.
Vano 2. Collocato fra i due vani absidati (calidario 1 a O e frigidario 3 a E), il tepidario ha pianta rettangolare. Come il calidario, anche questo ambiente ha restituito consistenti frammenti di suspensurae e di tegulae mammatae, oltre a lacerti di cementizio fittile ancora attaccato alle tegole che costituivano la preparazione del piano di calpestio sovrapposto all’ipocausto, in lastre marmoree. Analogamente, la tecnica muraria impiega ciottoli fluviali, spezzati in facciavista, legati con la malta.
Lunghezza: >4 m – Larghezza: 5.43 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1976 – Ente responsabile: SBAPMAE
S. Lorenzo, terme, tepidario 2, lastricato marmoreo bianco
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Del pavimento originario, in lastricato marmoreo bianco, non restano che numerosi frammenti di lastrine (in parte anche pertinenti alla rifinitura delle pareti) e diversi lacerti della preparazione in cementizio fittile aderente ancora alle tegole sovrapposte alle suspensurae.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: Cementizio fittile (cocciopesto) su tegole
Molli Boffa, G. 1980, Rinvenimenti archeologici a Caraglio (CN): 1976-1977., in Studi di archeologia dedicati a Pietro Barocelli, Torino, pp. 246, 258, tav. LXXV.
DATA SCHEDA: 2011 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca