Edificio a carattere residenziale a più fasi costruttive, del quale alcuni resti furono indagati tra il 1970 e il 1972, nel corso di lavori per la costruzione di un’autorimessa privata a lato del vicolo San Fermo (una diramazione di via Olmetto). L’area individuata dagli scavi si trova all’interno della cinta muraria repubblicana, a poca distanza da essa; le mura urbiche sono richiamate anche nel disegno di uno dei pavimenti appartenenti alla FASE 1 dell’edificio. Furono rintracciati, infatti, in particolare, quattro piani pavimentali decorati con tessellati bicromi e policromi, geometrici e figurati e uno in opus sectile. L’ambiente 1, del quale fra gli altri si conserva in più larga parte la decorazione pavimentale, è perfettamente orientato secondo il piano regolatore della città in età romana (Mirabella Roberti 1980, nota 2), così come lo sono anche i frammenti in tessellato bicromo.
Si osserva che, all’interno dello stesso isolato moderno, a pochi metri di distanza, sono attestati altri vani con decorazione pavimentale (cfr. via Amedei 2, via Amedei 6-8, via dei Cornaggia); in particolare la domus di via Amedei 2 (cfr. scheda) potrebbe essere pertinente, nella sua fase più recente di IV-V sec. d.C. (FASE 3), ad un unico grande complesso residenziale, al quale anche i tessellati policromi di via Olmetto/ vicolo San Fermo potrebbero appartenere (Ceresa Mori/ Pagani 2007).
FASE 1: alla fase più antica della domus sono pertinenti due frammenti (evidenziati in verde nella pianta) di due pavimenti in tessellato geometrico bicromo, datati su base stilistica tra l’età cesariana e l’età augustea (I sec. a.C.-I sec. d.C.), e orientati secondo le direttrici di cardo e decumano massimi.
FASE 2: della fase di IV sec. d.C., attribuibile allo sviluppo della domus originaria in un grande edificio residenziale, è nota una pavimentazione appartenente ad un ambiente (non meglio documentato) di notevoli proporzioni (amb. 1), orientato secondo le direttrici di cardo e decumano massimi, costituita da una decorazione in tessellato suddivisa in tre unità decorative, due delle quali figurate rispettivamente con una coppia di cervi e una scena di pesca. Il pavimento fu considerato (per i carattere iconografici) dal soprintendente Mario Mirabella Roberti come appartenente ad un’aula di culto cristiana (Mirabella Roberti 1980). Contrariamente Massimiliano David non trova elementi sufficienti per attribuire le scene figurate ad una committenza strettamente religiosa, ma piuttosto vi riconosce un ambiente a carattere abitativo, facente parte di un “importante impianto residenziale urbano tardoantico” (David 1990). Questa fase potrebbe essere connessa alla FASE 3 della domus di via Amedei 2, della quale sono noti un pavimento in tessellato geometrico e due pavimenti in opus sectile, datati tra IV e V sec. d.C. Alla stessa quota (Soldati Forcinella 1989) e coerente con l’orientamento, lo stile e la policromia del pavimento dell’ambiente 1, è il tessellato geometrico policromo di un secondo ambiente (amb. 2), verosimilmente da riferire alla medesima fase. Diversamente, è stato anche supposto che il tessellato appartenga ad un rifacimento successivo, da collocare cronologicamente, in base all’analisi stilistica, nel VI sec. d.C. (Soldati Forcinella 1989; David 1996).
FASE 3: all’ultima fase di vita dell’edificio sono attribuibili alcuni rifacimenti o vere e proprie ristrutturazioni. Si tratta, in particolare, di due frammenti di opus sectile, ritrovati a poca distanza l’uno dall’altro; essi, per orientamento e decorazione, sembrerebbero appartenere ad un unico pavimento, con andamento NO-SE. Tale ipotesi potrebbe essere messa in dubbio dalla presenza di un muretto ad angolo retto rilevato in planimetria: esso potrebbe però essere sovrapposto e quindi da attribuire ad una fase successiva di obliterazione del precedente edificio. In base al rilievo planimetrico, inoltre, l’opus sectile parrebbe andare a sovrapporsi ai precedenti pavimenti in tessellato bicromo e, forse, anche a quello in tessellato geometrico policromo. Per mancanza di dati relativi ai rapporti stratigrafici, non è purtroppo finora possibile identificarne più precisamente e con maggiore certezza la natura. Per il pavimento è stata proposta una datazione posteriore al IV sec. d.C., compresa tra VI e IX sec. d.C. (David 1996). Tenendo presente che “il motivo a esagoni e triangoli in versione a piccolo modulo è quasi predominante nel repertorio paleocristiano o, comunque, tardoantico avanzato” (Guidobaldi 1985), e che a Milano i confronti per questa tipologia sono inquadrabili cronologicamente tra IV e VII sec. d.C. (cfr. piazza Duomo: cattedrale maggiore, battistero di S. Giovanni alle fonti; S. Lorenzo fuori le mura; piazza Missori, chiesa di S. Giovanni in Conca; corso di Porta Romana, chiesa di S. Nazaro), si potrebbero forse stabilire, come limiti temporali per la stesura del mosaico in questione, il V e il VII sec. d.C.
(La pianta della località allegata è rielaborata da Milano capitale 1990, in rosso via Olmetto/ vicolo S. Fermo, in verde la localizzazione delle altre decorazioni pavimentali attestate nell’isolato moderno. La pianta dell’edificio allegata, documentato dal solo rilievo dei pavimenti, è rielaborata da David 1996: in verde la FASE 1, in giallo la FASE 2, in azzurro la FASE 3).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
via Olmetto/ vicolo S. Fermo, amb. 1, tess. geom. con scena di pesca e di cervi Rivestimento in tessellato geometrico-figurato policromo, distinto in 3 unità decorative (a-c) separate da una fascia con ghirlanda di alloro. (a) Verosimilmente riferibile al settore d’ingresso, è caratterizzata da uno pseudo-emblema rettangolare figurato con due cervi affrontati, bordato da una larga cornice a meandro di doppie T sdraiate, rettangoli sdraiati e quadrati, figurati. (b) Riferibile al settore di rappresentanza, è caratterizzata da un campo bordato da una fascia a nastro policroma, seguita da una fascia esterna decorata da una fila di crocette. Esso è costituito da una composizione ortogonale di ottagoni, quadrati e croci, formanti esagoni allungati, con pseudo-emblema centrale figurato, che conserva parte di una scena di pesca con amorini alati. (c) Riferibile ad un settore non meglio precisabile, presenta un campo ad ottagoni adiacenti, disegnati da una treccia a due capi continua, formanti quadrati ed esagoni allungati. Si conservano 4 fr. (m 2.30×0.85, 4×3.10, 5.10×3.90, 2.08×2.62).
via Olmetto/ vicolo S. Fermo, amb. 2, tess. pol. a cerchi secanti Rivestimento in tessellato geometrico policromo costituito da un campo, bordato da una fascia con treccia policroma a quattro capi su fondo scuro, compresa tra due fasce monocrome bianche delineate da una linea singola di tessere nere; segue una fascia esterna monocroma bianca a ordito di filari paralleli. Il campo è costituito da una composizione ortogonale di cerchi secanti e non contigui, disegnata da cordoni a bordi diritti allacciati, gli ottagoni mistilinei caricati da un cerchietto annodato, campito a sua volta da motivi vari, tra i quali si sono conservati un nodo di Salomone e un quadrato dentato iridato. Gli spazi di risulta tra il cerchio maggiore e il cerchietto concentrico sono campiti da un triangolo isoscele a tessere nere, centrifugo. Il frammento conservato su pannello ha dimensioni pari a 1.87×1.72 m.
via Olmetto/ vicolo S. Fermo, amb. n.d., tessellato geometrico bicromo Rivestimento in tessellato geometrico bicromo, del quale si conserva un frammento costituito da parte del campo, verosimilmente decorato da una composizione a base di ottagoni tangenti, su fondo bianco, bordato da una cornice composta da quattro fasce monocrome bianche e nere alternate, di diversa larghezza, seguite da una linea tripla di tessere bianche, seguita a sua volta il disegno di un secondo campo (forse un secondo pannello?); quest’ultimo presenta una forma trapezoidale delineata da una linea singola di tessere bianche inclusa fra due linee singole di tessere nere. Lo spazio di risulta vicino al bordo è campito da un motivo geometrico costituito da due fusi neri, sdraiati, uniti da un corto segmento orizzontale con due segmenti verticali alle estremità. Il lacerto, conservato su pannello, misura 0,70 x 1 m.
via Olmetto/ vicolo S. Fermo, op. sect. a esagoni e triangoli Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo di esagoni e triangoli, con effetto di stelle a sei punte triangolari, con emblema (?). Gli esagoni sono in pietra nera, i triangoli in marmi chiari di varia natura (breccia, cipollino, grigio venato, giallo, rosato). Del rivestimento originale furono rinvenute tre porzioni, una delle quali – come si vede nel rilievo – presentava listelli disposti ad angolo, costituente forse parte del bordo di un emblema. Si conserva attualmente un solo frammento del sottofondo in cocciopesto con le impronte di piastrelle esagonali e triangolari, sul quale sono state ricollocate arbitrariamente le piastrelle recuperate in situ ma non in posto. Il frammento restaurato, reintegrato e conservato su pannello misura 1.12×1.12 m.
Ambiente n.d.: ambiente non meglio documentato, appartenente alla domus di I sec. a.C.-I sec. d.C. (FASE 1), del quale è stato portato alla luce un frammento di pavimentazione in tessellato geometrico bicromo, nel quale si conserva parte della decorazione del bordo con torri. Il lacerto fu rinvenuto a poca distanza e allo stesso livello dell’altro frammento pavimentale in tessellato bicromo, ad una quota inferiore rispetto agli altri tessellati policromi e all’opus sectile.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1972 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
Via Olmetto/ vicolo S. Fermo, amb. n.d., tess. bicr. con mura turrite
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: iterativa? Cromia: bicromo
Rivestimento in tessellato geometrico bicromo, di cui si è rinvenuto in situ un frammento che conserva parte della larga cornice e una piccola traccia del fondo del campo, in tessellato monocromo nero, a ordito di filari obliqui. Il bordo, a ordito di filari dritti, è costituito, dall’interno verso l’esterno, da una linea tripla di tessere bianche e da una linea doppia di tessere nere. Segue una fascia decorata da una fila di torri bianche su fondo nero, gli intervalli tra una torre e l’altra appaiono campiti con elementi decorativi singoli, uno dei quali raffigura un’anfora. Le torri sono ben caratterizzate: esse si presentano infatti strette ed allungate, con una base bassa e modanata a doppio gradino; la parte più elevata è scandita da due aperture ad arco, sovrapposte, intervallate da un elemento a trapezio rovesciato. La parte terminale delle torri è mancante. Il lacerto, conservato su pannello, misura 0.80 x 1 m.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Oggetto conservato: pannello – Conservato in: abitazione privata (via Amedei 4-6, Alla parete) Il pannello è appoggiato a terra. La superficie è impolverata ma pulita. Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
via Amedei 4-6 (Riferimento: Ceresa Mori, Anna) via Amedei 4-6 – Milano
David, M. 1996, Via Amedei 4-6. Pavimento n. 3a., in I pavimenti decorati di Milano antica. I secolo a.C. – VI secolo d.C., Milano, pp. 58-59, fig. 16.Mirabella Roberti, M. 1980, Un musaico figurato in via Olmetto a Milano., in Archeologia e storia a Milano e nella Lombardia orientale, Como, p. 158, nota 4.Soldati Forcinella, T. 1989, Via Amedei, 4-6. Già via Olmetto, 11 – vicolo S. Fermo., in Milano archeologica, Milano, p. 14.