Durante i lavori per il recupero di un edificio del centro storico di Asti, fra piazza Cagni, piazzetta Montafia e via Malabaila, si sono intercettati i resti di una torre medievale e di un impianto termale di epoca romana (cfr. ubicazione, da BARELLO, BESSONE, MAFFEIS 2011, fig. 12 p. 70: in rosso). Di quest’ultimo si conserva quasi per intero un grande calidario articolato in esedre e un piccolo vano visibile solo in sezione, che hanno restituito labili tracce dei rispettivi rivestimenti pavimentali (lastricato marmoreo per il primo, cementizio litico per il secondo). Difficile risulta la ricostruzione del complesso nella sua interezza, a causa della sistematica spoliazione dei muri avvenuta fra Tardoantico e Medioevo per il recupero dei laterizi. Le dimensioni del vano riscaldato, la sua articolazione planimetrica e i frammenti marmorei rinvenuti nei livelli di riempimento consentono, tuttavia, di interpretare le strutture come pertinenti a un grande complesso termale pubblico, databile alla fine del II sec. d.C. e forse collegato alle probabili terme femminili recentemente individuate in via Roero (cfr. BARELLO, BESSONE, MAFFEIS 2011, p. 61, vd. infra). Si è ipotizzato che gli ambienti termali del complesso di piazza Cagni fossero organizzati su due assi paralleli, legati fra loro da un percorso “ad anello”, e che gli ingressi si aprissero sui lati N ed E, in adiacenza con la palestra e il frigidario; l’asse di spina dell’intero percorso termale doveva invece trovarsi in corrispondenza del limite N del calidario, a fianco del quale si aprivano tepidario e laconico (cfr. ZANDA 1999, Asti: per una storia urbanistica della città, in “La forma della città e del territorio. Atti del Convegno, S. Maria Capua Vetere 1998”, Roma, pp. 208-209).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
piazza Cagni, terme, vano di servizio, cementizio litico Definito come "battuto di calce e ghiaia", il rivestimento pavimentale è verosimilmente interpretabile come cementizio a base litica. Non è certo, allo stato attuale delle conoscenze, se questo costituisse il pavimento vero e proprio o un semplice livello di preparazione.
Il vano presenta lacerti murari, in gran parte ridotti a livello di fondazione, pertinenti a un’unica fase costruttiva: dalla ricostruzione planimetrica è possibile desumere la presenza di tre esedre, una più grande (largh. 7.80m) sul lato O e due simmetriche (largh. 2m) sui lati S e N, verosimilmente utilizzate per ospitare bacini più caldi. Per il resto l’ambiente è caratterizzato dalla presenza di una canaletta a S e di suspensurae poste su un livello di “cocciopesto”, steso su vespaio di ciottoli; i pilastrini, sulla base degli elementi ancora in situ e delle impronte sul sottofondo, dovevano essere distanti l’uno dall’altro circa 60cm, a eccezione di due fasce formate ciascuna da tre filari più ravvicinati, in prossimità delle esedre. La tipologia planimetrica a esedre, che presuppone una copertura a crociera dello spazio centrale, raccordata con volte a botte o a catino per le vasche, è riconducibile a impianti termali di pieno II sec. d.C. e trova confronti nelle terme di Cluny, a Lutetia (età antonina). Il calidario, inoltre, doveva essere dotato di due praefurnia, in comunicazione con ambienti di servizio. Il pavimento era costituito da un lastricato marmoreo, quasi totalmente perduto.
Lunghezza: 20 m – Larghezza: >8 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1981 – Ente responsabile: SBAPMAE
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Del piano pavimentale sopravvivono grandi frammenti di bipedali e lacerti di cementizio fittile, che costituivano la preparazione del pavimento superiore, poggiante sulle suspensurae fittili dell’ipocausto. I numerosi frammenti di lastre marmoree negli strati di crollo sopra il sottofondo pavimentale confermerebbero l’originaria presenza di un lastricato marmoreo piuttosto ricercato.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: >8 m; Larghezza: >12 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: cocciopesto su mattoni bipedali Spessore: 20cm
Unità decorative
Parte dell’ambiente: spazio centrale Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
La parte centrale del vano in origine era probabilmente rivestita di lastre marmoree. Non è possibile stabilire se queste costituissero motivi geometrici (opus sectile) o meno; al momento, pertanto, si considera come semplice lastricato marmoreo.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
Parte dell’ambiente: esedra Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
L’esedra O in origine era probabilmente rivestita di lastre marmoree. Non è possibile stabilire se queste costituissero motivi geometrici (opus sectile) o meno; al momento, pertanto, si considera come semplice lastricato marmoreo.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
Parte dell’ambiente: esedra Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
L’esedra S in origine era probabilmente rivestita di lastre marmoree. Non è possibile stabilire se queste costituissero motivi geometrici (opus sectile) o meno; al momento, pertanto, si considera come semplice lastricato marmoreo.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)
Parte dell’ambiente: esedra Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
L’esedra N in origine era probabilmente rivestita di lastre marmoree. Non è possibile stabilire se queste costituissero motivi geometrici (opus sectile) o meno; al momento, pertanto, si considera come semplice lastricato marmoreo.
Mercando, L. 1998, I pavimenti decorati. , in Archeologia in Piemonte. L’età romana, Torino, p. 149.Zanda, E./ Crosetto, A./ Pejrani, L. 1986, Asti. Interventi archeologici e ricerche in centro storico (1981-1986)., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, pp. 100-101.Zanda, E./ Pejrani Baricco, L. 1983, Asti, piazza Cagni. Impianto termale di età romana e torre medievale., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 155.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca