In località San Lorenzo presso Cittareale, alcune indagini e scavi archeologici condotti tra il 2005 ed il 2009 dalla British School at Rome e l’Università di Perugia in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio hanno riportato in luce un complesso abitativo di 4500 mq, con fasi di occupazione inquadrabili tra il II sec. a.C. e il VI sec. d.C. e su cui, a seguito dell’abbandono, si impostò la chiesa da cui prende il nome la località. L’edificio sorge su un muro di terrazzamento in opera incerta. Nel settore S della chiesa sono stati rinvenuti alcuni ambienti rettangolari, interpretati come quartieri di alloggio servile, da cui provengono frammenti di ceramica a vernice nera ed un denario argenteo di M. Servilius del 100 a.C. La villa vera e propria è strutturata intorno ad un portico con doppio colonnato in laterizio rivestito di stucco rosso liscio (VI), a N del quale si sviluppa il settore residenziale, ed a O la pars rustica. La pars urbana si articola in 7 ambienti (I, II, III, X, XII, XIII, XIV) ed in un calidario con prefurnio (XI) che doveva affacciarsi su un corridoio (IV). L’ambiente III, probabilmente un triclinio, aperto sul portico VI, conserva la pavimentazione in opus sectile con motivi Q2 e Q3, di età flavia; gli ambienti I e X erano pavimentati da tessellati bianchi. Nella prima metà del II sec. d.C. l’ambiente I fu defunzionalizzato ed adibito a doliarum. Il ritrovamento di alcuni frammenti di intonaco dipinto ha consentito di ipotizzare la presenza di decorazioni pittoriche in questi vani. L’ambiente II, disposto immediatamente a N di I, era pavimentato da un cementizio a base marmorea. La pars rustica si sviluppava ad O del portico VI, con strutture realizzate prevalentemente in opera reticolata, ed era comprensiva di hortus (V) fiancheggiato da un corridoio di servizio (VI) pavimentato in ciottoli, che consentiva la comunicazione tra i vani VII-IX, pavimentati in bessali. Nella metà del I sec. d.C. furono realizzati alcuni setti murari tra i vani VII e VIII. In epoca tardoantica il settore S degli ambienti VI-IX fu trasformato in un unico edificio con ambienti di servizio e vasche, a destinazione produttiva (pianta località edificio tratta da Kay 2011, fig. 1 p. 149; pianta edificio da idem, fig. 2 p. 151).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
San Lorenzo, villa, ambiente I, tessellato bianco Mosaico monocromo bianco definito su due lati da una cornice di lastrine marmoree. Del manufatto si conserva l’angolo S-O. La datazione del tessellato non è nota ma la presenza di elementi marmorei potrebbe indurre a considerare il pavimento come un rifacimento di epoca primo-imperiale.
San Lorenzo, villa, III, opus sectile Opus sectile conservato nella metà S del triclinio con motivo Q2 in marmo africano, giallo antico, portasanta e bardiglio e Q3 in africano, pavonazzetto e giallo antico. Il pavimento risale ad una ristrutturazione dell’ambiente di età flavia, e fu defunzionalizzato già a partire dalla seconda metà del II sec. d.C.
Ambiente VII: ambiente relativo alla pars rustica della villa, si apriva ad E del corridoio VI, forse un immondezzaio. Il vano conserva la pavimentazione in bessali. Nella metà del I sec. d.C. furono realizzati alcuni setti murari tra i vani VII e VIII, ed in epoca tardoantica la parte S degli ambienti VI-IX fu trasformata in un unico edificio con ambienti di servizio e vasche, a destinazione produttiva.
Cronologia Non determinata
Specifiche di rinvenimento Data: 2005-2009
San Lorenzo, villa, ambiente VII; commessi laterizi
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Pavimento a commessi laterizi costituiti da bessali allettati su malta, che si conserva nella zona S.
Kay, S. 2011, La villa di San Lorenzo (Cittareale, Rieti): risultati degli scavi 2009., in Lazio e Sabina 7. Settimo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina, Atti del convegno (Roma, 9-11 marzo 2010), Roma, p. 155.