I resti di antiche strutture in laterizio visibili lungo via di San Giovanni in Laterano, via Labicana e piazzale del Colosseo emersero in occasione di sterri realizzati nel 1937 per poi proseguire con indagini archeologiche esposte puntualmente da A. M. Colini in alcuni articoli e poi nell’opera monografica realizzata in collaborazione con L. Cozza (Colini-Cozza, Ludus). Si riconobbe nelle strutture venute alla luce la più grande tra le palestre gladiatorie dell’antica Roma, il Ludus Magnus nota non solo perché fortunatamente menzionata nei cataloghi regionari che la ponevano nella Regio III, ma anche grazie alla planimetria pervenuta tra i frammenti della pianta Severiana con l’indicazione del nome dell’edificio (FUR 6 b-f, edito in Pianta marmorea, 65, tav. 17). Era uno dei ludi quattuor costruiti da Domiziano, il solo rimasto visibile sino ad oggi (C. Pavolini, s.v. Ludus Magnus, in LTUR, a cura di E.M. Steinby, Roma 1996, p. 196-197). Questo era strettamente collegato con l’Anfiteatro Flavio attraverso un passaggio sotterraneo e infatti qui avveniva la preparazione degli spettacoli messi in scena. L’attuale sistemazione dell’area risale alla valorizzazione eseguita negli anni 1959-1961 ad opera dell’Ufficio delle Antichità e Belle Arti del Comune di Roma che ha lasciato in vista la cavea attorno all’arena circondata da un quadriportico con piccoli ambienti voltati di cui resta quasi l’intera fila sul lato N lungo l’attuale via Labicana (Colini-Cozza, Ludus, tav. II, n. 1-16). Ambienti simili si aprivano anche sul lato Est ed Ovest come hanno confermato scavi condotti qualche anno dopo sotto l’edificio della nuova Esattoria Comunale consentendo dunque la ricostruzione di una pianta simmetrica del ludus che emergeva dalla stessa planimetria Severiana. Il complesso, in opera laterizia, aveva un’arena di circa 2000 mq priva di strutture ipogee ed una cavea accessibile attraverso quattro scale esterne per circa 3000 spettatori e con due palchi per le autorità presso l’asse minore dell’ellisse. L’accesso monumentale principale era ubicato sul lato N, presso l’attuale via Labicana. In epoca Traianea l’edificio conobbe un consistente rifacimento con un interro artificiale per motivi statici; in tale occasione le parti superiori della cavea Domizianea furono demolite ed il primitivo livello pavimentale del quadriportico e degli ambienti circostanti venne rialzato di circa un metro e mezzo. Dopo aver demolito le strutture lesionate le si ricostruì, ma con una volta anulare per gravare di meno sulle strutture portanti esterne (Colini-Cozza, p. 39). Alla fase Traianea vanno anche ascritti rifacimenti delle più antiche pavimentazioni a commessi laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum) che rivestivano il corridoio anulare sin dall’impianto e una pavimentazione dello stesso tipo rinvenuta nel pianerottolo della scala di accesso che sul lato N conduceva all’arena del ludus (in pianta, n. 34). Anche nel corpo centrale (in pianta n. 37), è stato rinvenuto un pavimento pendente verso l’arena a commessi laterizi disposti a spina di pesce, sempre pertinente alla fase Traianea. Nel vano n. 49 restava invece visibile un tratto molto danneggiato di pavimentazione relativo ad un restauro domizianeo in opus sectile , motivo Q3, con modulo di cm 38 circa (F. Guidobaldi, in Marmi Antichi, p. 186, tav. 2,6). Anche nell’ambiente n. 14 era visibile una pavimentazione in opus sectile probabilmente da ascrivere alla stessa fase. La pianta è tratta da A.M. Colini-L. Cozza, Ludus Magnus, Roma 1962.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Regio III, Ludus Magnus, pavimento a commessi laterizi Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum) per il quale è attestato un rifacimento nel periodo Traianeo. Manca la documentazione grafica e fotografica del pavimento.
Pianerottolo del vano scala del settore radiale che consentiva l’accesso diretto dai gradini della cavea, lato N, all’arena ellittica del ludus (in pianta, n. 34). Il vano-scala aveva un pavimento in opera spicata. Dell’ambiente manca una documentazione fotografica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Regio III, Ludus Magnus, vano scala, pavimento a commessi laterizi
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: monocromo
Pavimento a commessi laterizi disposti a spina di pesce (opus spicatum), del quale non è nota l’estensione. Manca la documentazione grafica e fotografica del pavimento.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Taccalite, Francesca, Regio III, Ludus Magnus, vano scala, pavimento a commessi laterizi, in TESS – scheda 10910 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=10910), 2012