Scoperta casualmente nel 1913, la piscina romana di corso Bagni faceva parte di un grandioso complesso termale di età flavia, esteso fino all’attuale piazza Italia e ubicato in un’area periferica di Aquae Statiellae (cfr. ubicazione, da ANTICO GALLINA 1986, fig. 10, pp. 103-104, n. 19: in rosso), nei pressi dell’anfiteatro (a E) e della via Aemilia Scauri (a N). Nel 1974, durante la posa di servizi lungo corso Bagni, furono messe in luce strutture con pavimenti in “cocciopesto” e opus sectile a NE della vasca, facenti parte, insieme a un mosaico scoperto nel 1879 ancora più a N, del medesimo complesso termale. La conferma dell’ampliamento verso settentrione dell’impianto venne dalle indagini condotte fra il 1999 e il 2001, che individuarono i resti di un grande tepidario con ipocausto fiancheggiato da due vani dotati di vasche più piccole, anch’esse riscaldate, immediatamente a N della piscina (lunghezza complessiva EO: 30m): è stato così possibile definire la parziale planimetria delle terme (cfr. planimetria resti, da BACCHETTA, ZANDA 2005, fig. 15 p. 26), costruite con un orientamento leggermente diverso rispetto all’impianto urbano, adattato alla naturale pendenza del terreno. Le strutture risultano realizzate in opera cementizia, con un uso differenziato dei materiali da costruzione a seconda delle proprietà dei singoli componenti, specie, a esempio, negli strati di preparazione su cui poggiano le lastre marmoree di rivestimento della vasca: qui, infatti, vi sono due strati distinti, di malta grossolana e cocciopesto più compatto, per ridurre gradualmente la porosità e la permeabilità del materiale (ZANDA, TULIANI, MONTANARO 2004, pp. 793-794). L’impianto venne usato a lungo, come denotano i segni di corrosione sulle lastre pavimentali della vasca (pitting) dovuti alla composizione delle acque termali (BACCHETTA, GOMEZ SERITO 2004, pp. 49-50, fig. 6). Il quartiere venne certamente abbandonato in epoca medievale e rinascimentale e risulta ancora esterno alla città nel Catasto Napoleonico (1810). Dopo la scoperta della piscina, nel 1913, i resti furono lasciati esposti per quasi 10 anni e poi reinterrati o inglobati nei vani cantinati dei palazzi moderni; sul pavimento della piscina, inoltre, venne collocata una cisterna di combustibile, rimossa solo durante gli ultimi scavi, in seguito ai quali, dal 2002, l’area è stata musealizzata e aperta al pubblico.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
corso Bagni, terme, laconico, vasca, lastricato marmoreo Il vano doveva essere pavimentato da un rivestimento a più unità decorative, l’una in corrispondenza dell’ipocausto (immediatamente a E del tepidario) e l’altra della vasca ricavata nella nicchia rettangolare. È plausibile che i "pavimenti in cocciopesto" ricordati dallo scavo del 1974 costituissero la preparazione per il rivestimento della zona a ipocausto. Tracce di lastrine in marmo, invece, sono emerse all’interno della vasca. Rilievo da ZANDA, BACCHETTA 2005, fig. 15 p. 26; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
corso Bagni, terme, opus sectile Dal rilievo del 1974 la porzione di pavimento, emersa a NE della vasca per un breve tratto, sembra definibile come opus sectile a modulo quadrato reticolare, composto da quadrati, rettangoli e quadrati minori, i quadrati maggiori caricati da un quadrato sulla diagonale (Q2/R/Q), in marmo bianco e nero. Rilievo da ZANDA, BACCHETTA 2005, fig. 12 p. 21; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Il calidario, che concludeva verso S il percorso termale ed era approvvigionato direttamente dalla sorgente della “Bollente”, è costituito dalla grande piscina rettangolare (14.51×8.15m), scavata nella roccia e accessibile su tutti i lati mediante tre gradoni di altezza differente, rivestiti in lastre di marmo come la vasca. Attorno a questa, un poderoso muro perimetrale definisce corridoi di accesso larghi 2.40m sui lati lunghi e passaggi più stretti lungo quelli corti; la copertura era costituita da una volta, rifinita in mosaico policromo in tessere di pasta vitrea e inserti di conchiglie. Verso N il calidario è in comunicazione, attraverso aperture voltate, con il grande tepidario tripartito e articolato in nicchie.
Lunghezza: 18.97 m – Larghezza: 14.82 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1913; 1999-2001 – Ente responsabile: SBAPMAE
Corso Bagni, terme, piscina, lastricato marmoreo
Parte dell’ambiente: vasca Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Il rivestimento pavimentale della vasca è in gran parte perduto, ma l’esame degli elementi ancora in situ e delle impronte nella preparazione ha permesso di ricostruire 11 filari di lastre in marmo bianco rettangolari di dimensioni differenti (lunghe fra 55 e 150cm, larghe fra 50 e 85cm), disposte a isodomo irregolare. Una maggiore simmetria sembra rispettata nella parte centrale, mentre lungo il perimetro vengono impiegati elementi di forma più irregolare, spesso frammentari e di dimensioni ridotte: la messa in opera del rivestimento, iniziata con la posa delle lastre sui gradoni, ha interessato quindi il centro della vasca e, da ultimo, le fasce perimetrali, con la copertura dello spazio residuo con elementi irregolari. Qui la presenza di alcuni frammenti in marmi colorati è da interpretare come rappezzi successivi. Foto da BACCHETTA 2006, fig. p. 45.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: 13 m; Larghezza: 6.50 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: strato inferiore: frammenti litici di medio-piccole dimensioni, fitti, allettati in malta bianca tenace; strato superiore: cocciopesto rosa fine e compatto Spessore: 10cm
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: area archeologica (Acqui Terme, corso Bagni, piscina romana) La piscina è visitabile il sabato e la domenica (orario 15.30-17.30). Per informazioni: 0144 57555, info@acquimusei.it (Museo Archeologico di Acqui Terme). Restauri antichi: Accanto ai consueti marmi bianchi venati, impiegati al centro della vasca, lungo le fasce perimetrali vengono usate anche piccole lastre in bardiglio, cipollino e pavonazzetto e in calcare rosso di Verona, per riempire gli spazi residui.
Acqui Terme, corso Bagni, piscina romana (Riferimento: SBAPMAE) Corso Bagni – Acqui Terme (AL)
Antico Gallina, M. 1986, Repertorio dei ritrovamenti archeologici nella provincia di Alessandria., in Rivista di Studi Liguri, Bordighera, pp. 108-109, n. 19.Bacchetta, A./ Gomez Serito, M. 2004, Il recupero della piscina romana di Acqui Terme – corso Bagni. I rivestimenti marmorei., in Atti del IX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aosta, 20-22 febbraio 2003), Ravennna, pp. 41-47, 49-50, figg. 1-4, 6.Bacchetta, A. 2006, Acqui Terme. La piscina romana di corso Bagni., in Archeologia in provincia di Alessandria, Genova, pp. 45-46, figg. pp. 45-46.Barocelli, P. 1922, Acqui. Piscina romana., in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, pp. 200-202, fig. 1.Chiaborelli, C. 1913, Scavi in Acqui. Piscina dell’epoca romana., in Rivista di Storia e Archeologia della Provincia di Alessandria, Alessandria, pp. 141-147, figg. 1-3.Colla, E. 1978, in Aquae Statiellae – Acqui Terme nella storia, Genova, p. 334, all. 4-4a.Colla, E. 1987, in Gli Statuti Comunali Acquesi, Cavallermaggiore, pp. 270-271.Crosetto, A. 2011, Mosaici e marmi romani in Acqui. Dall’uso al riuso per il pavimento medievale della cattedrale., in Palazzo Madama. Studi e notizie, Torino, p. 122.Preacco, M.C. 2007, Le città romane nel Piemonte a sud del Po: spunti e riflessioni., in Atlante tematico di Topografia Antica. Architettura pubblica e privata nell’Italia antica, Roma, pp. 16-17, fig. 11.Zanda, E./ Bacchetta, A. 2005, in Aquae Statiellae. Percorsi di Archeologia. 1. La piscina romana, Genova, pp. 33-35, figg. 15-16, 21-23.Zanda, E./ Tuliani, J.-M./ Montanaro, L. 2004, Il recupero della “piscina romana” di Acqui Terme, corso Bagni. Studi sulla tecnica edilizia e sul complesso decorativo., in Atti del IX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aosta, 20-22 febbraio 2003), Ravenna, pp. 791-800, figg. 1-5.Zanda, E. 1999, Aquae Statiellae: storia e urbanistica., in Acqui Terme. Dall’archeologia classica al loisir borghese, Alessandria, p. 62.Zanda, E. 2001, Acqui Terme, corso Bagni. Piscina romana., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, pp. 66-67, tav. XXXI.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca