
FASE I (Libarna 1 o Lotti C+D: rosso), fine I sec. a.C.-I sec. d.C. Del complesso originario sono stati riconosciuti 30 ambienti, articolati attorno ad alcuni spazi aperti (2, 10, 20, 27) e spesso di funzione non determinabile, a causa del parziale stato di conservazione dei resti e dei consistenti interventi di restauro effettuati nel corso del XX secolo. L’accesso dal decumano massimo avviene attraverso le fauces (1), che immettono in un ampio atrio (2), concluso a N da un tablino (5). Questo è in comunicazione con il grande peristilio settentrionale (10), porticato sui quattro lati: il lato O confina con un altro lotto abitativo; il lato E è occupato da due sale di rappresentanza (11 e 12) e, nell’angolo NE, da un piccolo quartiere servile organizzato attorno a un viridarium (20); il lato N presenta una sequenza di ambienti, fra i quali un ambulatorio medico (14), vani a destinazione termale e forse un piano superiore, come suggerito dalla presenza di un porticato sul decumano minore (decumano I destro). Un altro quartiere servile, forse destinato all’alloggiamento degli animali, occupa l’angolo SE dell’abitazione (28, 29, 30), affacciato sulla grande corte 27, dotata di due pozzi (di cui uno incompiuto). Solo pochi ambienti di I fase hanno restituito traccia di rivestimenti pavimentali (11, 12, 13, 14, 15, 16, 17), utilizzati ancora in parte durante la II fase (11, 13?, 14, 15, 16).
FASE II (Libarna 3 o Lotto D: azzurro): seconda metà del I sec. d.C. Dalla seconda metà del I sec. d.C. il frazionamento della grande domus di I fase comporta il parziale rimodellamento della porzione più orientale dell’isolato: il nuovo complesso (cfr. planimetria generale, da FINOCCHI 1996, fig. 8, pp. 150-151: lotto D, in azzurro; cfr. planimetria domus, da PEPE 2012, Libarna 3, fase II, p. 318), che occupa i 2/3 dell’impianto precedente, viene ora a perdere l’accesso dal decumano massimo e la zona attorno all’atrio che occupava la fascia SO del lotto originario. L’ingresso principale è ora ricavato lungo il cardine prospiciente l’anfiteatro, in corrispondenza di una serie di ambienti di servizio (27-29) già in parte presenti nella fase I. Oltrepassato il cortile (27), dotato di un portico sul solo lato meridionale, si accede nella porzione dell’impianto che meglio ha conservato la distribuzione planimetrica e, apparentemente, funzionale della fase precedente: attorno al grande peristilio (10), ora porticato solo sui lati N ed E, si distribuiscono i diversi ambienti di rappresentanza a E (oecus 11, triclinio 12) e la sequenza di vani settentrionali (14-17) forse connessi con le attività gladiatorie del vicino anfiteatro (in particolare l’ambulatorio medico 14); nell’angolo NE si ritrova ancora un piccolo cortile (20), ubicato in corrispondenza di un secondo accesso dal cardine e circondato dal quartiere servile e da diversi vani di servizio (21-26). I rivestimenti pavimentali in uso durante la fase II della domus sono almeno cinque: oltre ai cementizi fittili dei vani 15-16 e ai cementizi fittili con inserti marmorei dell’oecus 11 e della sala 14, risalenti all’ultimo quarto del I sec. a.C. (fase I), nella fase II viene posato il cd. mosaico di Licurgo e Ambrosia direttamente sul cementizio fittile del triclinio 12. La domus di II fase viene abbandonata entro il II sec. d.C.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Il tappeto musivo, rettangolare, è costituito da 3 pannelli giustapposti, quello centrale a decorazione figurata (scena dal mito di Licurgo e Ambrosia) e quelli laterali a decorazione geometrica, l’uno (E) a reticolato di fasce e quadrati bianchi e neri, l’altro (O) a composizione ortogonale di cerchi e croci affusolate tangenti, attorno a una composizione centrata, policromo. Nonostante l’articolazione pavimentale non presenti i tratti canonici delle sale tricliniari, la destinazione conviviale del vano sembra confermata dal soggetto dionisiaco centrale (GRASSIGLI 1998). Secondo la Finocchi, il pannello figurato costituirebbe lo spazio destinato alla mensa (FINOCCHI 1996, p. 160). Questa porzione è lacunosa in corrispondenza della figura di Licurgo, obliterata da un foro che ha intaccato parzialmente anche il tappeto geometrico orientale. Foto da FINOCCHI 1996 fig. 23 p. 160.
Libarna 1, fase I, oecus 11, cementizio fittile con inserti marmorei
Cementizio a base fittile, con inserti in marmo bianco. Non è nota la disposizione degli inserti. Il pavimento rimane in uso anche durante la fase II della domus (Libarna 3, Lotto D).
Libarna 1, fase I, triclinio 12, cementizio fittile
Lo scavo del vano ha permesso di identificare, sotto il mosaico di Licurgo e Ambrosia, un sottofondo in cementizio fittile composto da due parti distinte: quella maggiore (2/3 del vano, verso E) è costituita da un cementizio fittile ben livellato e rifinito (fase I); il terzo verso O, invece, è realizzato in cementizio fittile grossolano, interpretato come ampliamento della superficie pavimentale per la posa del mosaico successivo (fase II). Foto da FILIPPI 1991, tav. L/a.
Libarna 1, fase I, vano 14, cementizio fittile con inserti marmorei
Cementizio a base fittile decorato da "nove file di grosse schegge in marmo bianco di forma irregolare, con piastrina rettangolare di marmo bianco al centro" (GUASCO 1952, p. 215). La distribuzione degli elementi marmorei, centrali rispetto alla superficie del vano, è interpretabile come pseudoemblema. Il pavimento rimane in uso anche durante la fase II della domus (Libarna 3, Lotto D). Foto da GUASCO 1952, fig. 5 p. 214.
Libarna 1, fase I, vano 16, cementizio fittile
Cementizio a base fittile. Il pavimento rimane in uso anche durante la fase II della domus (Libarna 3, Lotto D).
Libarna 1, fase I, vano 17, cementizio fittile
Cementizio a base fittile.
Libarna 1, fase I, vano di passaggio 13, cementizio fittile
Cementizio a base fittile. Verosimilmente il pavimento rimane in uso anche durante la fase II della domus (Libarna 3, Lotto D).

Lunghezza: 6 m – Larghezza: 6 m
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1952 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica del Piemonte
Libarna 1, fase I, vano 15, cementizio fittile
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Cementizio a base fittile. Il pavimento rimane in uso anche durante la fase II della domus (Libarna 3, Lotto D).
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Lunghezza: 6 m; Larghezza: 6 m;
Campo
Specifiche tecniche
Lunghezza: 6 m – Larghezza: 6 m
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
Libarna, area archeologica (Riferimento: SBAPMAE) Via Arquata, 63 – Serravalle Scrivia, fraz. Libarna (AL)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11310