Il santuario extraurbano di Sepino, sito in località Cantoni, occupa una posizione rilevata e dominante, aperta sulla vallata del fiume Tammaro. L’area sacra, collocata su un ampio terrazzamento e recintata da murature in opera poligonale, conservate su tre lati (m. 16,40 x 21,50), è a pianta triangolare irregolare e si sviluppa su un ampio terrazzamento. Al suo interno, documentato dal solo impianto perimetrale rettangolare, è stato rinvenuto l’edificio 1, in cui sarebbe da riconoscersi il tempio più antico e a cui è probabilmente da ascrivere un tratto del corridoio 2, pavimentato in cementizio a base fittile privo di inserti e definito marginalmente da una sequenza regolare di pietre di contenimento sulla fronte (lato Est). La struttura fu parzialmente obliterata, nel IV sec. a.C., da un tempio su podio (20.90×17 m ca), prostilo tetrastilo in antis, con colonne alte 3.50 m a fusto liscio e capitelli dorici, con il pronao 3 di dimensioni doppie rispetto alla cella 4. Gli scavi, seguiti ad una sistematica campagna di ricognizione del territorio eseguita negli anni Ottanta dall’Università degli Studi di Perugia, iniziati nel 1991 e tuttora in corso, hanno permesso di stabilire le divinità venerate nel tempio (Mefite ed Ercole) e di evidenziare almeno tre fasi di vita del tempio, tra il IV sec. a.C. e l’età imperiale.
I FASE: fase d’impianto, databile alla fine del IV-inizi del III sec. a.C. La pavimentazione della cella templare è in cementizio a base fittile privo di inserti;
II FASE (dal II sec. a.C): ad essa è da ascriversi il ripristino di alcuni tratti delle murature perimetrali in opera quadrata con blocchi di calcare squadrati e sovrapposti a secco e quello delle strutture di alzata del podio. La pavimentazione della cella in cementizio viene obliterata da una stesura in grandi lastre calcaree. Per l’ultimo secolo della repubblica e la prima età imperiale, nonostante la nascita e lo sviluppo del vicino municipio di Saepinum, i rinvenimenti suggeriscono una continuità, per quanto contratta, del culto.
III FASE (IV-V sec. d.C.): progressivo abbandono del santuario. In seguito nell’area viene edificata una chiesa cristiana absidata a tre navate, più grande rispetto all’edificio preesistente, nella quale vengono reimpiegate le componenti architettoniche dell’antico tempio, e che risulta attiva almeno fino al VI-VII secolo (le piante sono tratte da La Dea 2004, 15; 16).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (4° q) al secolo III a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Il corridoio 2, probabilmente pertinente al più antico tempio dell’area santuariale, presentava una pavimentazione in cementizio a base fittile senza inserti.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (4° q) al secolo III a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 2010 – Ente responsabile: Università degli Studi di Perugia
Santuario S.Pietro di Cantoni, tempio 1, corridoio 2, cementizio
Parte dell’ambiente: corridoio Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (1° q) al secolo IV a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
2004, in La Dea, il Santo, una Terra. Materiali dallo scavo di San Pietro di Cantoni di Sepino, Roma, passim.Matteini Chiari, M. 1994, Sepino. Lo scavo del tempio in località San Pietro, in Conoscenze : rivista annuale della Soprintendenza archeologica e per i beni ambientali architettonici artistici e storici del Molise, Campobasso, pp. 23-29.