
FASE 1: edificio a carattere verosilmente abitativo, non documentato, al quale è riferibile un ambiente del quale si conosce la pavimentazione in cementizio a base fittile, parzialmente portata alla luce in corrispondenza di una delle nicchie del successivo battistero (FASE 3), il cui impianto costituisce un terminus a.q. per l’obliterazione dell’edificio e il cambio d’uso dell’area. Sempre alla supposta domus sono da riferire i resti di suspensurae rinvenuti sotto l’abside della chiesa di Santa Tecla (la "basilica nova" delle lettere di Sant’Ambrogio).
FASE 2: viene realizzato il battistero, il cui impianto è riferibile agli anni centrali dell’episcopato di Ambrogio (data p.q. 386 d.C.). Esso è un edificio a pianta ottagonale con un diametro esterno agli spigoli di circa 19.30 m e lato di 7.40 m; nello spessore della muratura (larga 2.80 m) sono ricavate otto nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari, ampie 3.50 m: esse sono scandite, presso i pilastri d’angolo, da colonne sorrette da basi. In corrispondenza delle prime si aprono quattro ingressi. Al centro del vano è la vasca ottagonale, larga 5.50 m, profonda 0.80 m. Resti del pavimento originario sono stati individuati in corrispondenza delle soglie di ingresso delle nicchie rettangolari orientale e meridionale, in cementizio a base fittile, forse preparazione per un opus sectile (?). A questo cantiere va attribuita anche l’edificazione di un vano antistante l’ingresso Est, forse un vestibolo o un annesso agli spazi antistanti la basilica paleocristiana, che va immaginata sotto il Duomo (poi S. Maria Hiemalis) (Lusuardi Siena, Sannazaro 2001, p. 660)
FASE 3: l’edificio originale viene restaurato a fine V-inizio VI sec. d.C. (età gota) per volontà del vescovo Lorenzo I (489-511 d.C.). Il saggio stratigrafico del 1996 ha infatti documentato l’obliterazione del cementizio di età ambrosiana e la stesura, nella vasca, di uno strato di interro funzionale alla sopraelevazione del fondo; essa è dotata di gradini in mattoni ed è completamente rivestita di lastre in marmi bianchi. Contestualmente viene realizzata una spessa piattaforma di cocciopesto su vespaio, stesa su tutta l’area dell’ottagono come sottofondo pavimentale e finalizzata a ricevere un pavimento in opus sectile, di cui ancora oggi sono visibili ampi lacerti. Una parte della precedente architettura interna fu smontata e ripristinata. Le pareti delle nicchie ricevono in questo momento un rivestimento in pannelli di marmi policromi, la cui base poggia su uno zoccolo in lastre di marmo grigio (alt. 50 cm), tutte di recupero, tramite la mediazione di una cornicetta, anch’essa realizzata mediante assemblamento di elementi di riutilizzo. La decorazione parietale è realizzata a tarsie marmoree policrome; sono stati trovati anche frammenti di intonaci riproducenti decori lapidei; mosaici dorati, infine, ricoprivano il soffitto. Il pavimento di lastrine di pietra (ampiamente conservato) è a losanghe nere e parallelogrammi bianchi intorno alla vasca. Ad età longobarda è ascritta la fase di abbandono del battistero. (La pianta dell’edificio allegata è tratta da Lusuardi Siena 2009, p. 11)
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti, forse preparazione per un opus sectile.
S. Giovanni alle fonti, battistero, op. sectile a piccolo modulo
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo a più unità decorative, delle quali si sono conservate tratti dell’originaria pavimentazione di sette nicchie (A-G), di tre soglie (d-f) e dell’ambulacro (H) intorno alla vasca. I motivi geometrici presenti sono almeno tre: quello ad esagoni e triangoli (riprodotto in varie dimensioni modulari), quello a quadrati alternati a scacchiera con Q2 e quello, esteso a tutto il corpo centrale (H), a rombi, rettangoli e rettangoli minori. Immagine del rivestimento da Milano capitale 1990.
S. Giovanni alle fonti, battistero, vasca, lastricato
Rivestimento in lastricato marmoreo costituito da lastre rettangolari in marmo bianco e grigio venato.
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1996 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
S. Giovanni alle fonti, amb. n.d., cementizio a base fittile
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Rivestimento in cementizio a base fittile senza inserti.
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11423