
C (vani 1 e 4) – bittume di calce e cemento rosso, composto di calce e frammenti di mattoni pesti, con ciottolato sottostante;
D (vano 2) – pavimento di mattoni 30x16x7cm, costrutto sopra calce e ciottolato;
EI (vano 3) – pavimento a mosaico con pezzetti di marmo bianco e nero con fascia nera e greca bianca all’ingiro e nel mezzo con quadretti di 10cm di lato;
EH (vano 5) – pavimento esagonale pure in mosaico bianco e nero. Di questo se ne conserva un pezzo nel corridoio del Palazzo Civico.
Si segnala, inoltre, la supposta presenza di un ulteriore pavimento, in tessellato a nido d’ape nero su fondo bianco, anch’esso distrutto. Su questo punto i dati in letteratura risultano alquanto controversi. Una lettera datata 14 luglio 1855 riporta infatti la notizia del ritrovamento, “contiguo” al mosaico a nido d’ape su fondo nero (EH, vano 5), di un altro mosaico “dello stesso disegno, ma a fondo bianco con la rete esagonale nera” (SOMMO 1990, p. 120). In un’altra lettera, del 22 dicembre 1855, si legge che “una particolarità fu notata di un de’ mosaici non potuto conservarsi ed è che mentre la fascia bigio-ferro ornata di greca in bianco era eseguita a musaico, il campo centrale par fatto a scacchiera in bigio-ferro e bianco alternato ora a pezzi di marmo, ossia a quadratelli di un decimetro quad.to”. Quest’ultimo pavimento parrebbe da identificare con quello menzionato nella legenda della tavola planimetrica (EI), ovvero un tessellato bicromo con inserzione di lastrine quadrangolari in marmo bianco (vano 3). In questa sede si considera come vano a se stante (6).
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati prosopografici
Descritto in letteratura come "bittume di calce e cemento rosso, composto di calce e frammenti di mattoni pesti" o come "opus signinum", il rivestimento è interpretabile come cementizio a base fittile. Non si esclude possa trattarsi del livello di preparazione di un pavimento totalmente scomparso.
Via Ferraris, insula E, domus E, vano 2, commessi laterizi
Del rivestimento si ha notizia solo dalla legenda allegata alla tavola con la descrizione dei resti: si tratta di un "pavimento di mattoni di cm. 30x16x7, costrutto sopra calce e ciottolato". Si interpreta come pavimento a commessi laterizi.
Via Ferraris, insula E, domus E, vano 3, tessellato con inserti marmo
Descritto nel 1855 come mosaico con “la fascia bigio-ferro ornata di greca in bianco eseguita a musaico, il campo centrale fatto a scacchiera in bigio-ferro e bianco alternato ora a pezzi di marmo, ossia a quadratelli di un decimetro quad.to” e come “pavimento a mosaico con pezzetti di marmo bianco e nero con fascia nera e greca bianca all’ingiro e nel mezzo con quadretti di 10cm di lato”, e interpretato dal Sommo come un “mosaico con inserimento nella zona centrale di lastre marmoree” (non accettabile la definizione di pavimento a lastre marmoree in BELTRAME, GAVIGLIO 1999, p. 104), il rivestimento è interpretabile come tessellato con inserti marmorei (lastrine quadrangolari bianche) su scacchiera di singole tessere (o come punteggiato di dadi su tessellato monocromo?). La “greca” del bordo, bianca su fondo nero, è probabilmente un meandro di svastiche (DM 35-38).
Via Ferraris, insula E, domus E, vano 4, cementizio fittile
Descritto in letteratura come "bittume di calce e cemento rosso, composto di calce e frammenti di mattoni pesti" o come "opus signinum", il rivestimento è interpretabile come cementizio a base fittile. Non si esclude possa trattarsi del livello di preparazione di un pavimento totalmente scomparso.
Via Ferraris, insula E, domus E, vano 5, mosaico a nido d’ape su fondo nero
Definito dal Mella “pavimento esagonale in mosaico bianco e nero”, il rivestimento si conserva solo per un breve tratto (1.54×1.12m), recuperato dall’angolo SE del vano: fortemente danneggiato da due sepolture medievali poggianti su di esso, venne staccato e conservato nel corridoio del Palazzo Civico (oggi al Museo Leone). Nella legenda allegata alla tavola con la planimetria dei resti (da SOMMO 1994, fig. 2, p. 87) viene riprodotto un particolare del disegno geometrico, con l’indicazione della provenienza esatta del lacerto (“a 17m dall’angolo NE dell’isola n. 3 Rione Monrosa, nel punto segnato +”). Si tratta di un tessellato a fondo nero, decorato da una composizione a nido d’ape in bianco e bordato da fasce alternate nere e bianche. Foto da SOMMO 1990, tav. 5, p. 140.
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati prosopografici
Data: 1855
Via Ferraris, insula E, domus E, mosaico a nido d’ape su fondo bianco
Parte dell’ambiente: non determinata
Rivestimento con scansione: non documentato
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: bicromo
Tessellato a fondo bianco, decorato da una composizione a nido d’ape in nero.
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Bordo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: non documentato
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo | Modulo | Riempimento |
---|---|---|
DM 204a – nido d’ape delineato (qui disegnato da linee doppie) |
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11536