Edificio basilicale di età tardoantica, identificabile con la "basilica nova" delle fonti, i cui resti, al di sotto dell’attuale piazza Duomo, sono stati individuati a più riprese (1870, 1942-1943, 1961-1963, 1996, 2003). L’impianto, che oblitera precedenti strutture di funzione non meglio definita, è riferibile alla fine dell’età ambrosiana, con successive fasi edilizie fino alla definitiva demolizione negli anni 1461-1462. Nell’VIII sec. d.C. la basilica viene dedicata alla martire orientale Tecla e nel X sec. d.C. è associata S. Pelagia.
FASE 1: il primo impianto, riferibile alla fine dell’età ambrosiana (fine IV sec. d.C.), è monoabsidato con orientamento E/SE-O/NO e articolato in cinque navate ripartite da colonne (67.70×45.30 m esclusa l’abside) e pavimentato con un solido cementizio a base fittile. Il presbiterio, probabilmente sopraelevato di due gradini, presenta il pavimento decorato da un lastricato marmoreo.
FASE 2: tra la fine del V e l’inizio del VI sec. d.C. (dopo l’invasione di Attila nel 452 d.C.), si assiste ad una parziale modifica della pianta (l’abside viene ricostruita a 3 m circa a Est dalla precedente), all’aggiunta di alcuni vani di servizio all’estremità delle navatelle, pavimentati in tessellato, e quella del nartece, abbellito da un pavimento in tessellato geometrico policromo. Tali operazioni sono forse da attribuire all’iniziativa del vescovo Lorenzo I. A tale contesto è attribuito anche il rifacimento del pavimento originario della navata centrale (solea) e del presbiterio, sostituiti da un più ricco e prezioso rivestimento in opus sectile con marmi policromi.
Nelle successive fasi sono state verificate piccole azioni di manutenzione che però non ne modificano l’originario assetto né decorazione. Essa subì, invece, un radicale rifacimento in età romanica, a seguito di un incendio (1075).
(La pianta allegata è tratta da Milano capitale 1990, pp. 464-465)
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici, prosopografici
S. Tecla, nartece, tessellato geometrico policromo Rivestimento in tessellato geometrico policromo caratterizzato da un campo a composizione reticolare di cerchi secanti grandi e piccoli, qui sovrapposti, formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnati da una fascia con trecce a due capi chiare su fondo scuro, delineata da una fila doppia di tessere nere. I cerchi maggiori conservati sono campiti al centro da un motivo a stuoia policroma, diversamente orientato, su fondo chiaro.
S. Tecla, navata centrale, op. sectile a piccolo modulo Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo a stesure chiuse, organizzate in pannelli giustapposti bordati da fasce omogenee. Sono presenti numerosi motivi decorativi che, in parte, si ripetono: a esagoni e triangoli; a scacchiera di quadrati; a rombi adiacenti "a spina di pesce" con alternanza cromatica per righe a zig-zag; a rombi disposti "a girandola" intorno a un quadrato con quadrato inscritto; a file di esagoni con quadrati adiacenti su due lati opposti che si incrociano ortogonalmente generando, negli spazi di risulta, stelle a quattro punte con quadratino centrale. Per le cornici si trovano impiegati i motivi a esagoni e triangoli; a file di rombi verticali tangenti; a una sola fila di rombi adiacenti.
David, M. 1996, Piazza Duomo. Chiesa cattedrale maggiore., in I pavimenti decorati di Milano antica. I secolo a.C. – VI secolo d.C., Milano, pp. 80-81 n. 23 , fig. 107.