Domus i cui resti furono rinvenuti durante alcuni scavi tra il 1991 e 1992 in via Cesare Correnti 24. Essa è ubicata immediatamente all’esterno delle mura repubblicane, nei pressi della Porta Ticinensis (attuale largo Carrobbio). Sono state identificate quattro fasi principali di vita dell’abitazione, inquadrabili cronologicamente tra la fine del I sec. a.C. e il III-IV sec. d.C.
FASE 1: edificio a carattere abitativo risalente alla fine del I sec. a.C.-inizi I sec. d.C., caratterizzato da un orientamento NS con ingresso da Sud e organizzata attorno ad un cortile 1 con pozzo in laterizi, sul quale si affacciano da Nord gli ambienti della casa.
FASE 2: in età augustea la domus viene ricostruita con muri in ciottoli e malta, mantenendo la planimetria dell’edificio precedente (FASE 1). Il cortile 1 viene riconvertito in un’area scoperta con funzioni artigianali. All’interno del quartiere residenziale, è riconoscibile verso NE un ambiente quadrangolare (amb. 2), probabilmente pavimentato a mosaico, come suggerito dalla presenza di numerose tessere bianche e nere nella preparazione del pavimento in cementizio della fase successiva (FASE 3).
FASE 3: in età giulio-claudia viene edificata una nuova domus al di sopra delle strutture precedenti che vengono obliterate con l’innalzamento dei piani di calpestio. L’area del cortile 1 viene trasformata in giardino, forse porticato. Nel settore residenziale, l’ambiente 2 viene decorato da un pavimento in cementizio a base litica con inserti marmorei policromi su vespaio in ciottoli, verosimilmente con funzione tricliniare (Ceresa Mori 2004, p. 56). Ad Est del triclinio 2 si dispone un cortile (amb. 3), pavimentato in terra battuta, che indicherebbe un’area scoperta. Si conserva, purtroppo in strati di distruzione successivi e quindi senza la possibilità di una ricontestualizzazione per singoli ambienti, una grande quantità di lacerti parietali decorati, inquadrabili cronologicamente in questa fase. Alcuni frammenti conservano uno zoccolo a fondo nero e decorazione geometrica a listelli bianchi, che compongono al centro losanghe in riquadri, separato dalla zona mediana a fondo rosso da una banda verde; della decorazione della stessa parete faceva parte anche un piccolo frammento che riproduce un piede di recipiente in vetro, forse collocato su un candelabro o su una cornice della zona superiore. Di poco posteriori appaiono i resti di un soffitto a fondo giallo, caratterizzato da uno schema decorativo a bande concentriche con medaglioni inseriti, al cui centro compaiono figure femminile (Stagioni o Menadi) e scomparti decorati, cui si abbinano larghe cornici traforate bianche e partizioni in giallo rosso e ocra. Alcuni frammenti decorati con raffigurazioni di uccelli dovevano decorare gli inserti ai lati delle cornici.
FASE 4: alcuni elementi come la decorazione parietale suggeriscono più fasi di ristrutturazioni della domus tra il II-III sec. d.C.
Tra il III-IV secolo si registrano la distruzione e l’abbandono della domus, con parziale riuso delle strutture e la realizzazione di piccole vasche.
(La pianta dell’edificio allegata, pertinente alla FASE 3, è rielaborata da Ceresa Mori 2004, p. 56)
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Ambiente 2: ambiente con funzione non meglio precisabile appartenente alla FASE 2 di vita della domus, presenta una pianta quadrangolare ed è posto a NO dell’area scoperta 2. Esso era forse pavimentato con un tessellato bicromo come testimonierebbe l’impiego di tessere bianche e nere nel livello di preparazione pavimentale del successivo cementizio. Durante la FASE 3, infatti, l’ambiente, con affaccio sul cortile 3, assume una chiara funzione tricliniare come sembra indicare la decorazione pavimentale in cementizio a base litica con pseudoemblema centrale a decorazione geometrica.
Lunghezza: 1.90 m – Larghezza: 1.90 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1992 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica della Lombardia
Domus di via Correnti, amb. 2, cementizio con pseudoemblema geom.
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata a emblema/pseudoemblema Cromia: policromo
Rivestimento in cementizio a base marmorea con inserti misti, accuratamente lisciato, con pseudoemblema centrale, ma leggermente spostato verso la parete Sud, caratterizzato da tre cornici concentriche di piastrelle e lastrine irregolari di marmi colorati, che racchiudono una losanga formata da lastrine allungate disposte intorno ad una piastrella circolare, mentre negli spazi triangolari di risulta sono collocati quattro esagoni. Attorno alla piastrella circolare, che costituisce il centro della decorazione, sono disposte tessere nere distanziate fra loro, mentre l’interno della losanga è occupato da crocette realizzate da analoghe tessere nere; singole tessere sono anche disseminate fra le lastrine. Queste ultime sono in marmi policromi d’importazione, fra cui si riconoscono il pavonazzetto e il portasanta (entrambi dall’Asia Minore), il giallo antico (dalla Tunisia), il rosso antico (dal Peloponneso), il bardiglio (da Luni).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Misure Lunghezza: 1.90 m; Larghezza: 1.90 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: vespaio in ciottoli e tessere musive
Specifiche tecniche Lunghezza: 1.90 m – Larghezza: 1.90 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base marmorea con inserti misti)
Ceresa Mori, A./ De Nonno, M./ Galli, E. 1995, Milano. Via Cesare Correnti 24., in Notiziario della Soprintendenza Archeologica della Lombardia 1992-1993 , Milano, pp. 119-121.Ceresa Mori, A. 2004, La domus di via Cesare Correnti., in L’anfiteatro di Milano e il suo quartiere, Milano, pp. 54-57, fig. p. 56.Slavazzi, F. 2004, Il pavimento della domus ., in L’anfiteatro di Milano e il suo quartiere , Milano, p. 64, fig. p. 64.Slavazzi, F./ Massara, D. 2014, Architettura privata di Milano romana, in Milano Archeologia per Expo 2015. Verso una valorizzazione del patrimonio archeologico della città di Milano (Milano 21, 26-28 novembre 2014), LANX-rivista online , pp. 62-63, figg. 18-19.Slavazzi, F. 2000, I pavimenti in battuto di Mediolanum. , in Milano tra l’età repubblicana e l’età augustea: atti del convegno di studi (26-27 marzo 1999, Milano), Milano, pp. 233-243.Slavazzi, F. 2010, Lusso rustico. Sui pavimenti cementizi a base marmorea e sull’uso del marmo nei pavimenti nella Cisalpina centrale in età protoimperiale, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli, pp. 89-90, fig. 6.
, Domus di via Correnti, amb. 2, cementizio con pseudoemblema geom., in TESS – scheda 11774 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11774), 2012