Basilica cristiana consacrata nel 386 d.C. da Sant’Ambrogio con le spoglie dei Santi Protaso e Gervaso, nota come “Basilica Martyrum”, ma subito appellata dai concittadini di Ambrogio “ambrosiana”. Sono state identificate due fasi principali di vita dell’edificio più antico, inquadrabili tra IV e VI sec. d.C., grazie agli scavi effettuati nella zona dell’altare maggiore tra il 1813 (canonico Zanoia), 1864 – 1876 (monsignor Rossi), 1935 (Landriani), 1943 (Reggiori). FASE 1: l’edificio presenta nella sua prima fase una pianta rettangolare (53.40 x 26 m), con fronte obliqua e abside sul fondo; era verosimilmente suddivisa in tre navate – come quella romanica – delle quali quella centrale doveva essere larga 12.50 m circa, ovvero il doppio di ciascuna delle due navate laterali. Il presbiterio custodiva al di sotto le tombe dei martiri dedicatari e di S. Ambrogio. La prima pavimentazione ad esso relativa, probabilmente riferibile all’età ambrosiana, posta a quota inferiore rispetto al livello della navata, è costituita da un cementizio a base fittile P, sul quale poggiano i plinti del ciborio di età carolingia. Si conserva anche un frammento della transenna marmorea originaria (o, secondo un’altra ipotesi, dell’altare), con cristogramma. Rispetto al piano in cementizio P sarebbe precedente o contemporaneo il piano Q, del quale però non si hanno ulteriori notizie. FASE 2: alla seconda fase, da ricollegare ai restauri voluti dal vescovo Lorenzo I (490-512 d.C.), andrebbe verosimilmente attribuito un primo rialzamento del presbiterio e il rifacimento del relativo pavimento in cementizio (P), sostituito – secondo un’ipotesi (Guidobaldi 2009)– da un pavimento in opus sectile R, intercettato dagli scavi. Secondo un’ altra ipotesi (Lusuardi Siena 2009), il piano pavimentale sarebbe da inquadrare nella fase di età carolingia per i motivi decorativi, la presenza al di sotto di tombe longobarde e per il fatto che oblitera la recinzione di età ambrosiana. Secondo il De’ Capitani D’Arzago, il cementizio rintracciato dal De Dartein (P) altro non sarebbe che lo strato di allettamento del sectile (R) (De’ Capitani D’Arzago 1944); ciò non sembra verosimile dal momento che la distanza tra il piano in cementizio e il piano in opus sectile è di circa 0.50 m. Di questa fase, inoltre, è parzialmente nota la decorazione parietale a tarsie marmoree del coro, a motivi geometrici e figurati, della quale si conservano in particolare le figure di un agnello e di un angelo. Un sacello con abside ad arco oltrepassato, annesso al fianco nordoccidentale della chiesa, ovvero sotto il portico bramantesco su un’area funeraria, presenta una pavimentazione in opus sectile geometrico, datata ora al VII sec. d.C. (Reggiori 1966) ora al V-VI sec. d.C. (Lusuardi Siena 2009; Guidobaldi 2009); esso è intaccato da una tomba di IX-X sec. d.C. Dopo successive trasformazioni, sia decorative sia architettoniche, avvenute tra l’VIII sec. d.C. – quando si installa la comunità bendettina – e l’XI sec. d.C., la chiesa riceve il suo aspetto definitivo in età romanica, nel XII sec. d.C. (la pianta allegata è rielaborata da La città e la sua memoria 1997).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici, prosopografici
S. Ambrogio, presbiterio, op. sect. geometrico Rivestimento in opus sectile geometrico bicromo, verosimilmente impaginato a pannelli giustapposti. Si conservavano, al momento della messa in luce, tre frammenti con decorazione geometrica, uno con composizione a scacchiera, uno caratterizzato da “una fila di losanghe bianche accostate e triangoli neri di risulta” (David 1996, p. 124), il terzo in redazione a rombi listellati (i rombi bianchi, i listelli neri). I frammenti non sono conservati.
Sacello: ambiente con abside ad arco oltrepassato, interpretato come sacello annesso al fianco nordoccidentale della chiesa (FASE 2), ovvero sotto il portico bramantesco su un’area funeraria, presenta una pavimentazione in opus sectile geometrico, datata ora al VII sec. d.C. (Reggiori 1966) ora al V-VI sec. d.C. (Lusuardi Siena 2009; Guidobaldi 2009); esso è intaccato da una tomba di IX-X sec. d.C.
Lunghezza: 7 m – Larghezza: 7 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1948 – Ente responsabile: Soprintendenza alle Antichità della Lombardia
S. Ambrogio, sacello annesso, op. sect. geometrico
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: bicromo
Rivestimento in opus sectile a piccolo modulo a più pannelli giustapposti, separati da fasce di diversa larghezza in lastre e lastrine di marmo rettangolari. Essi sono campiti da decorazioni geometriche diversificate: ad esagoni e triangoli; a quadrati con quadrato iscritto (Q2), circondati in adiacenza da quattro rombi a girandola.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 5 m – Larghezza: 3 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base marmorea)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
*a esagoni e triangoli
*a modulo quadrato con motivi semplici – quadrato maggiore con quadrato inscritto diagonalmente nel quadrato di base (Q2)
rombi a girandola
Referenza fotografica: da LUSUARDI SIENA 2009, tav. 12.
Guidobaldi, F. 2009, Sectilia pavimenta tardoantichi e paleocristiani a piccolo modulo dell’Italia settentrionale. , in Rivista di Archeologia Cristiana, Citttà del Vaticano, pp. 367-368, fig. 7.Lusuardi Siena, S. 2009, Tracce archeologiche della “depositio” dei santi Gervasio e Protasio negli scavi ottocenteschi in S. Ambrogio., in Studia Ambrosiana, pp. 147-148, tavv. 12-14.Reggiori, F. 1966, in La basilica di S. Ambrogio a Milano, Firenze, p. 99, fig. XXVIII (a p. 93).