Nel corso di lavori per lo scavo di un collettore fognario condotti nel 1912 nell’attuale Via dell’Ara Massima di Ercole – all’epoca denominata via di S. Sabina (e con tale nome indicata da R. Lanciani, in FUR, Tav. 29), entro i confini dell’XI regio augustea – si rinvenne "un piccolo avanzo di pavimento a musaico, formato con grossi tasselli di selce" (E. Ghislanzoni, NotSc 1912, p. 85; CAR V G 83 b), delimitato a N da un muro in laterizio "di cattiva fattura" dello spessore di m 0,60. Lo stesso Ghislanzoni riferisce, inoltre, della scoperta di due tegole con bollo (CIL XV, 726; CIL XV, 795 a) messe in luce tra la terra di riporto. Appartiene con ogni probabilità al medesimo scavo il rinvenimento di un secondo pavimento, a commessi laterizi (opus spicatum), finora inedito e noto soltanto da documentazione di archivio (CAR V G 82 II b; ACS, Arch. Gatti, R XIII), messo in luce il 5 settembre 1912. Gli scarni dati noti e la totale assenza di documentazione grafica e fotografica non consentono di precisare a quale edificio e/o ambiente di esso i rivestimenti pavimentali in questione appartenessero; la menzione della tecnica muraria impiegata per la costruzione delle pareti (in opera laterizia) dell’ambiente che ha restituito il tessellato permette di ipotizzare per la struttura di riferimento una generica datazione (o almeno una sua fase di utilizzazione) in epoca imperiale. La localizzazione dei rinvenimenti, precisabile grazie ai riferimenti topografici forniti da E. Ghislanzoni all’epoca delle indagini, consentono, tuttavia, di avanzare – seppure cautamente – qualche ipotesi a riguardo. Le indagini si concentrarono, infatti, "…di fronte all’angolo nord est dello Stabilimento Pantanella, alla profondità di m 2 sotto il piano della Via di S. Sabina…". Lo stabilimento-molino Pantanella, costruito tra il 1878 e il 1881 e successivamente trasferito fuori Porta Maggiore, comprendeva in origine un insieme di edifici tra il Circo Massimo e la terrazza che affaccia sul Foro Boario (tra gli altri, il c.d. "Palazzo dei Musei", utilizzato tra il 1939 e il 1952 come sede dei Musei di Roma), tutti adibiti, oggi, al servizio elettorale del Comune di Roma. Le scoperte potrebbero riferirsi, in qualche misura, al complesso del Circo Massimo ed essere, in tal senso, connesse con altri rinvenimenti avvenuti nelle immediate vicinanze (in particolare, con un edificio di II secolo d.C. sul quale si impianta un successivo mitreo: vd schede).
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati archeologici
Notizie di archivio ancora inedite (CAR V G 82 II b; ACS Arch. Gatti, R XIII) riferiscono del rinvenimento di un pavimento a commessi laterizi (opus spicatum); nessuna informazione si possiede, invece, rispetto all’ambiente che esso rivestiva. La tipologia pavimentale, tuttavia, consente di ipotizzare una funzione utilitaria del vano e una sua fase di utilizzo in epoca imperiale.
Cronologia Non determinata Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 5 settembre 1912
Regio XI, via dell’Ara Massima di Ercole, pavimento a commessi laterizi (opus spicatum)
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: monocromo
Pavimento a commessi laterizi (opus spicatum). Non è disponibile documentazione grafica e/o fotografica,
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Manetta, Consuelo, Regio XI, via dell’Ara Massima di Ercole, pavimento a commessi laterizi (opus spicatum), in TESS – scheda 11943 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=11943), 2012