Basilica paleocristiana nota come "Basilica virginum", poi dedicata a S. Simpliciano (VII sec. d.C.), della quale i primi resti furono riconosciuti nel 1582 da S. Carlo Borromeo e, successivamente, solo nel 1944, grazie agli scavi di Edoardo Arslan. S. Carlo rinvenne sotto l’altare della chiesa le reliquie dei tre martiri dell’Anaunia (Martirio, Sisinnio e Alessandrio) insieme alle spoglie di S. Simpliciano, qui traslate, tra il 650 e il 680 d.C., dalla basilica dei SS. Nabore e Felice. Si conserva la muratura originaria per 22 m circa di altezza, realizzata in op. vittatum alternato a op. spicatum, secondo una tecnica muraria molto simile alla seconda fase ambrosiana della "Basilica Apostolorum", datata all’inizio del V sec. d.C.
FASE 1 (fine IV-inizio V sec. d.C.): edificio a impianto basilicale a croce latina, costituito da una navata unica (65.30×21.70 m) e copertura a capriate linee. All’esterno le pareti sono regolarmente scandite da arcature cieche, disposte in due ordini nella navata e in uno dei vani laterali; all’interno delle arcate si aprono grandi finestre. L’antico pavimento, in opus sectile, è stato individuato a quota -1.50/-1.80 m sotto il livello attuale. È preceduta da un nartece absidato sul lato corto occidentale e affiancata da due aule: è stato ipotizzato che le aule siano "cubicula" destinati alla preghiera e alle spoglie dei defunti oppure che, insieme al "nartece", formino un portico a U intorno all’aula. La muratura originaria si è conservata per circa 22 m di altezza: essa è realizzata in op. vittatum alternato a op. spicatum, secondo una tecnica muraria molto simile alla seconda fase ambrosiana della "Basilica Apostolorum" (cfr. scheda relativa "S. Nazaro"), datata all’inizio del V sec. d.C. Per quanto riguarda la cronologia, è stato sostenuto (Lusuardi Siena 1990; Di Girolamo, Howes 1997), in base ai dati tecnico-costruttivi e storici, che la tradizione medievale (XIII sec. d.C.), la quale fa risalire a S. Ambrogio la fondazione della chiesa, poi terminata dal suo successore S. Simpliciano, sia veritiera.
FASE 2 (V sec. d.C.): a Nord dell’abside, distaccato dalla basilica, viene innalzato un sacello absidato e voltato a botte, cella memoriae/martyrion per sepolture privilegiate, cronologicamente inquadrato, in base alla tecnica costruttiva, nel V sec. d.C. Durante questo periodo, Vigilio, il vescovo di Trento, aveva inviato a S. Simpliciano le reliquie dei tre martiri dell’Anaunia, deposte all’interno della basilica. (La pianta allegata è tratta da Di Girolamo/ Howes 1997, fig. 63)
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo V d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Navata: edificio a impianto basilicale a croce latina, costituito da una navata unica (65.30×21.70 m) e copertura a capriate linee. All’esterno le pareti sono regolarmente scandite da arcature cieche, disposte in due ordini nella navata e in uno dei vani laterali; all’interno delle arcate si aprono grandi finestre. L’antico pavimento, in opus sectile, è stato individuato a quota -1.50/-1.80 m sotto il livello attuale. È preceduta da un nartece absidato sul lato corto occidentale e affiancata da due aule: è stato ipotizzato che le aule siano "cubicula" destinati alla preghiera e alle spoglie dei defunti oppure che, insieme al "nartece", formino un portico a U intorno all’aula. La muratura originaria si è conservata per circa 22 m di altezza: essa è realizzata in op. vittatum alternato a op. spicatum, secondo una tecnica muraria molto simile alla seconda fase ambrosiana della "Basilica Apostolorum" (cfr. scheda relativa "S. Nazaro"), datata all’inizio del V sec. d.C. Per quanto riguarda la cronologia, è stato sostenuto (Lusuardi Siena 1990; Di Girolamo, Howes 1997), in base ai dati tecnico-costruttivi e storici, che la tradizione medievale (XIII sec. d.C.), la quale fa risalire a S. Ambrogio la fondazione della chiesa, poi terminata dal suo successore S. Simpliciano, sia veritiera. (La pianta allegata è tratta da Di Girolamo/ Howes 1997, fig. 63)
Lunghezza: 65.30 m – Larghezza: 21.70 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo V d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologico-stratigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1944 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica della Lombardia
Basilica Virginum, navata, opus sectile
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a più unità decorative Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: non documentato
Rivestimento in opus sectile. Stato di conservazione non documentato.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo V d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 65.30 m – Larghezza: 21.70 m Identificazione della Decorazione: non documentato Tecnica Esecutiva: opus sectile (sectile a base non marmorea?)
Di Girolamo, M. A./ Howes, B. 1997, La basilica Virginum., in La città e la sua memoria. Milano e la tradizione di sant’Ambrogio. Catalogo della Mostra (Milano, 1997), Milano, p. 104.Lusuardi Siena, S. 1990, La basilica Virginum. , in Milano capitale dell’impero romano (286-402 d.C.). Catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale 24 gennaio-22 aprile 1990), Cinisello Balsamo, p. 135 n. 2.30, fig. 2.30.