Gli interventi di archeologia preventiva effettuati nel 2008 in occasione dei lavori per la Cittadella della Cultura di Ivrea, in via S. Martino/piazza Ottenetti (cfr. ubicazione, da L. BRECCIAROLI TABORELLI, “Eporedia tra tarda repubblica e primo impero: un aggiornamento”, in “Forme e tempi dell’urbanizzazione in Cisalpina (II sec. a.C. – I sec. d.C.). Atti delle Giornate di Studio, Torino, 4-6 maggio 2006”, a cura di L. Brecciaroli Taborelli, Firenze 2007, fig. 2 p. 128, con aggiornamento: in rosso), portarono alla luce parte di un edificio residenziale di epoca romana. Lo scavo, limitato a un ampio sondaggio, ha documentato due grandi ambienti (vani 1-2), in parte spoliati ma comunque leggibili in negativo, e un corridoio a “L” (corridoio 3) che fiancheggia su due lati il vano settentrionale (cfr. planimetria resti, da PEJRANI, OCCELLI, BONI 2011, fig. 153). Nel complesso sono riconoscibili due rivestimenti pavimentali ancora in situ, relativi al settore E del vano 1 e al corridoio 3 (non indagato sino ai piani di calpestio il vano 2, per mancanza di fondi). Un cementizio simile a quello del vano 1 è stato riconosciuto nella sezione N dell’area di scavo, rivelando la prosecuzione delle strutture verso settentrione; verso O, invece, oltre il muro occidentale dei vani 1-2, si apriva verosimilmente un’area scoperta. La domus, costruita su uno strato di riporto messo in posa per livellare la marcata pendenza naturale del substrato roccioso sottostante, presenta almeno due fasi di vita, entrambe ascrivibili al periodo romano, durante le quali sembra comunque conservare lo sviluppo planimetrico originario; unici elementi noti per la II fase dell’impianto sono, allo stato attuale delle conoscenze, l’inserimento di un ipocausto nel settore O del vano settentrionale (1) e il rifacimento del pavimento nel corridoio 3 mediante l’impiego di lacerti di cementizio.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
V. S. Martino, domus, fase I, corridoio 3, cementizio fittile Definito "cocciopesto", il pavimento è interpretabile come cementizio a base fittile. Poichè l’area del corridoio si estendeva oltre i limiti del saggio, il pavimento è stato osservato solo nella sezione ricavata dallo svuotamento delle fosse di spoliazione delle strutture. Foto da PEJRANI BARICCO, OCCELLI, BONI 2011, fig. 152 p. 297; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
V. S. Martino, domus, settore N, cementizio litico con inserti litici Presentato in letteratura come "del tutto simile, per fattura e quota di affioramento, al pavimento del vano settentrionale" (1), il rivestimento del settore N dell’area è verosimilmente un cementizio a base litica con inserti litici, neri e rossi.
Vano 1. Il più settentrionale dei due vani misura circa 20mq ed è pavimentato in cementizio litico con inserti lapidei neri e rossi di fase I. Il piano pavimentale risulta ribassato, in seguito a un sensibile assestamento, di circa 6cm rispetto alla quota originaria, ricostruibile sulla base dell’intonaco parietale, ornato da uno zoccolo in finti marmi con venature diagonali e una campitura uniforme in giallo e rosso. Sulla base delle dimensioni notevoli e della presenza di pittura parietale si ipotizza che l’ambiente rivestisse originariamente funzioni di rappresentanza. Si è osservato che la decorazione pittorica, sebbene con tracce di ripresa posteriore, prosegue anche nel settore O del vano: qui si è riconosciuto un ipocausto, in apparenza privo di tramezzi di ripartizione dello spazio, di cui si conservano il sottofondo in cocciopesto con le impronte delle suspensurae. Il pavimento di questa II fase, sostenuto dalle suspensurae, non si è conservato: sulla base dei frammenti rinvenuti negli strati di crollo è possibile ipotizzare che si trattasse di un semplice cementizio a base fittile, spesso 5-7cm.
Lunghezza: 5 m – Larghezza: 4 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo V d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2008 – Ente responsabile: SBAPMAE
V. S. Martino, domus, fase I, vano 1, cementizio litico con inserti litici
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: tricromo
Descritto come "pavimento cementizio composto da un impasto di malta e piccole pietre rosse e nere, lisciato in superficie", il rivestimento è interpretabile come cementizio a base litica con inserti litici rossi e neri. In un secondo momento di vita del vano, la porzione O del pavimento è sostituita da un semplice cementizio fittile posato sulle suspensurae di un ipocausto. Foto da PEJRANI BARICCO, OCCELLI, BONI 2011, fig. 152 p. 297; rielaborazione grafica P. Da Pieve.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (2° q) al secolo I a.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: vespaio di ciottoli
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base litica con inserti litici o litoidi)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 103a – inserti su cementizio
Referenza fotografica: su gentile concessione della dott.ssa S. Ratto
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: non documentato Al momento della scoperta il pavimento appariva solcato da ampie crepe e ribassato di 6cm rispetto alla quota originaria, a causa di un forte assestamento.
Pejrani Baricco, L./ Occelli, F./ Boni, L. 2011, Ivrea, via S. Martino. Indagine nel cortile dell’ex Istituto Cena. Edificio residenziale di età romana., in Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, Torino, p. 297, figg. 152, 154.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , V. S. Martino, domus, fase I, vano 1, cementizio litico con inserti litici, in TESS – scheda 12434 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12434), 2012