Ripetute campagne di scavo condotte nel corso del XIX e del XX secolo nell’area sacra a Iside, localizzata nel settore occidentale di Industria (cfr. ubicazione, da ZANDA 2011, fig. 7 p. 61), consentirono di individuare diverse fasi di vita del santuario, destinato al culto isiaco sin da epoca augustea. Nel corso del I sec. d.C. l’area venne progressivamente monumentalizzata con l’erezione del tempio di Iside e la creazione di edifici e depositi votivi connessi con i percorsi delle cerimonie sacre, poi obliterati e sostituiti dai rifacimenti del santuario in epoca adrianea (vd. infra). Nell’area più occidentale, compresa fra l’Iseion e il tempio a emiciclo/Serapeion (dai primi scopritori interpretato come teatro), il Morra scavò alcune “camerette con pavimento fatto di piccolissimi quadrelli a mosaico” e “stanze col pavimento di mattoni, probabilmente per bagni del popolo” (FERRERO 1882, pp. 51-53): le indagini successive non furono in grado di stabilire con certezza l’esistenza di un piccolo impianto “termale” destinato alle abluzioni rituali (individuati comunque vasche e pozzi, che confermano un largo impiego dell’acqua) né di ritrovarne intatti i piani pavimentali. Questi ultimi sono comunque localizzabili grazie alla pianta degli scavi fornita dal Morra (cfr. tavola I Morra, da ZANDA 2011, fig. 3 p. 125 e planimetria resti, da ZANDA 2011, tav. XIII): la lettera H indica i vani pavimentati in mattoni (in blu), la lettera G quelli a mosaico (in giallo), per i quali tuttavia non si hanno ulteriori descrizioni. Si ipotizza che tali rivestimenti siano pertinenti a strutture della seconda metà del I sec. d.C., distrutte nel corso della monumentale ristrutturazione di epoca adrianea.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Vano G. Il Morra indica con la lettera G uno spazio di forma rettangolare allungata (circa 30m), accessibile mediante tre soglie che indicherebbero altrettanti ambienti destinati alle diverse temperature (frigidario, tepidario, calidario). Al momento della scoperta si rinvennero “pezzi di mosaico”, pertinenti a queste sale, che non vennero però ulteriormente descritti. Data l’esiguità dei dati disponibili, in questa sede si considera un unico ambiente, non propriamente termale, ma certamente connesso all’uso dell’acqua.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1811-13
Area sacra, vano G, tessellato nd
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: non documentato
In letteratura viene menzionato il rinvenimento di “pezzi di mosaico” a “piccolissimi quadrelli”, uno in corrispondenza della soglia più orientale. L’assenza di ulteriori dati non consente di descrivere il pavimento.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: massiccio "bitume"
Ferrero, E. 1882, Della antica città d’Industria detta prima Bodincomago e dei suoi monumenti., in Atti della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Torino, pp. 51, 52, 53.Zanda, E. 2011, Dall’età tiberiana alla fine del I sec. d.C., in Industria città romana sacra a Iside: scavi e ricerche archeologiche 1981-2003, Torino, pp. 83, nota 12; 84.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca