Nella prima metà del II sec. d.C. la prosperità della città di Industria e la fortuna del culto isiaco portarono alla ricostruzione monumentale dell’area sacra occidentale (cfr. ubicazione, da ZANDA 2011, fig. 7 p. 61: in rosso), con l’abbattimento delle strutture preesistenti e l’edificazione di un nuovo grande tempio a emiciclo (cd. Serapeion, cfr. planimetria, da ZANDA 2011, tavv. XXIII-XXVIV), incluso entro un recinto rettangolare (46m EO x 58m NS), che occupò in parte il sedime stradale del decumano 1; a N l’Iseion di I sec. d.C. venne invece a trovarsi al centro di un grande temenos, che obliterava tutti gli annessi circostanti. Il complesso meridionale, un unicum nell’architettura romana, presenta un grande ambulacro semicircolare (lettera O), interpretato dai primi scopritori come teatro, disposto attorno al cortile delle sacre rappresentazioni (P) e concluso a S da una cella pentagonale pavimentata in mattoni (S), che il Morra descrisse come “tempietto della divinità cui è dedicato il teatro”. A N dell’ambulacro un corridoio (M) raccorda l’area sacra con gli accessi, individuati a NO e a E di un altro corridoio (L) già scavato dal Morra: verso E un vestibolo quadrangolare a cavallo del cardo II è affiancato da un vano scavato di recente, che ha restituito due livelli pavimentali in cementizio (vd. infra).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Vano S. La cella del santuario adrianeo ha forma pressoché pentagonale e occupa una superficie di circa 84mq, pavimentata in mattoni. La copertura, a volta, doveva raggiungere l’altezza del tempio di Iside. Ai lati della cella due ampi spazi (T), in tutto o in parte scoperti, erano verosimilmente connessi alla fase culminante delle cerimonie rituali.
Lunghezza: 12 m – Larghezza: 7 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1811-13
Serapeion, cella, commessi laterizi
Parte dell’ambiente: cella Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Il pavimento della cella, individuato dal Morra, viene così descritto: “Alla profondità di 21 oncia (0,902m) in uno strato di calce, basato su grandi pietre del Po, veggonsi traccie di un pavimento a mattoni; a 11 once (0,472m) superiormente un letto di piccole pietre, e al di sopra in uno strato di bitume rossastro le traccie dei mattoni di un pavimento superiore. Lo spazio tra i due pavimenti è pieno di terra e di antichi rottami, in tutto il piano S un ammasso di pianelle di marmo bianco”. Sulla base di questi pochi dati, la Zanda ha ipotizzato che le “pianelle in marmo bianco” fossero pertinenti alla decorazione parietale e che il piano pavimentale della cella, in mattoni, poggiasse su uno strato di macerie, debitamente livellato, che obliterava il precedente acciottolato stradale del decumano 1, parzialmente occupato dalla cella del santuario adrianeo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Zanda, E. 2011, Dai primi decenni del II secolo alla metà del III secolo., in Industria città romana sacra a Iside: scavi e ricerche archeologiche 1981-2003, Torino, p. 128.
DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca