scheda

Duomo, "grande edificio", tessellato con losanghe
Napoli ( NA )


L’area dove attualmente sorge il Duomo di Napoli si caratterizza per una complessa stratificazione archeologica. L’isolato è attualmente delimitato a nord e a sud rispettivamente da via dei Tribunali e da via Donnaregina, che ricalcano due dei decumani dell’antico abitato di Neapolis, e ad est ed ovest da via Duomo e vico Sedil Capuano che ricalcano il tracciato di due cardini. Lo spazio così delimitato risulta occupato sin dall’età greca e per tutta l’età romana da edifici per lo più di carattere residenziale. A partire dal IV secolo d.C. l’area viene destinata alla realizzazione di edifici di culto cristiani che vanno a costituire un ampio complesso episcopale composto dal palazzo episcopale vero e prorio, situato nella parte est dell’area, dalla basilica di S. Restituta e dal battistero di S. Giovanni in Fonte. Gli scavi degli anni ’50 hanno evidenziato, ad est della basilica di Santa Restituta, al di sotto del cortile della Curia, i resti di un ampio edificio (pianta località: n. 9; pianta edificio: n. 4) articolato in tre ambienti e terminante a nord-est con un’abside. Questo grande edificio, separato dalla basilica di Santa Restituta da una strada basolata, era realizzato con murature in opera vittata, nelle fondazioni, ed in opera vittata mista (due filari di laterizi alternati a tre di tufelli) negli elevati. All’interno degli ambienti che lo componevano sono attualmente visibili resti di pavimentazioni a mosaico. Il vano occidentale (A), ampio m 17.50×6.75, è comunicante, ad est, con un secondo ambiente (B), ampio m 15.20, comunicante, a sua volta, con un terzo ambiente (C), simmetrico al vano A. Il vano C è dotato, in corrispondenza dell’angolo nord-orientale di un’abside mosaicata (D). L’edificio si connota per la presenza di diverse fasi cronologiche. Della fase I, datata fra il IV ed il V sec. d.C., rimangono tracce di un rivestimento marmoreo sulla parete nord del vano centrale B e le impronte di un pavimento in sectile non meglio identificabile. Alla fase II, datata entro il terzo quarto del V sec. d.C., si ascrive un lacerto di pavimentazione in tessellato all’interno del vano A. Alla terza fase, databile fra la fine del V e gli inizi del VI sec. d.C., sono attribuibili i resti di pittura a finto marmo del vano A e le stesure in tessellato individuate all’interno degli ambienti. Per quanto riguarda la funzione dell’edificio, sono diverse le ipotesi interpretative che si sono susseguite. L’edificio è stato variamente identificato con la cosiddetta “Stefania” ossia la basilica fatta costruire dal vescovo Stefano I fra la fine del V e gli inizi del VI sec. d.C. o con il “consignatorium” del vescovo Vincenzo della prima metà del VII sec. d.C. Recenti ipotesi interpretative (Ebanista, Cuccaro 2010) escludono simili attribuzioni, propendendo per l’identificazione con un grande edificio di “rappresentanza” dotato, verosimilmente, di un’ampia corte porticata alla quale forse poter ascrivere i resti di pavimentazione in tessellato rinvenute. (La pianta della località è una rielab. da Napoli Antica (a cura di E. Pozzi), Napoli 1985; la pianta dell’edificio è tratta da Ebanista, Cuccaro 2010, p. 530, fig. 14).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo V d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Duomo, "grande edificio", tessellato con cerchi grandi e piccoli
Pavimentazione in tessellato policromo a decorazione geometrica, parzialmente conservato, appartenente alla fase II. Il rivestimento è decorato da due cerchi di dimensioni differenti, bordati da una treccia a due capi policroma. E’ possibile ricondurre la decorazione ad una composizione reticolata di cerchi grandi e piccoli tangenti (i cerchi più grandi nei punti d’incrocio), formanti ottagoni irregolari a lati concavi, disegnata da trecce a due capi allacciate. Il cerchio di grandi dimensioni è ornato da un fiorone di 8 petali affusolati in tessere bianche e quattro loti in tessere gialle e rosse attorno ad un cerchio caricato da una croce di quattro triangoli gialla (o pentalobo a squame). Il cerchio di piccole dimensioni è ornato da un elemento composto da due nappine in tessere blu e rosse. Il pavimento è stato datato su base stilistica ed archeologica (rapporto di anteriorità rispetto alla pavimentazione di V sec. d.C.) al IV sec. d.C.

Duomo, "grande edificio", tessellato con ottagoni
Tessellato policromo a decorazione geometrica articolato in pannelli, appartenente alla fase III. Il primo pannello (a), a nord, di cui si conservano tre frammenti, è bordato da una fascia in tessellato ampia cm 25, fatta con tessere più grandi di quelle utilizzate per il campo sui toni del bianco e del grigio, a cui fa seguito una cornice ad onde con sfumature orizzontali in tessere sui toni del rosa, rosso, bianco e azzurro. Il campo è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni adiacenti (formanti quadrati), a rete di svastiche. Le svastiche sono delineate da trecce a due capi in tessere bianche e celesti su fondo blu. Gli ottagoni (se ne conservano quattro) sono caricati da cerchi di cm 95 di diametro, decorati da riempitivi di diversa natura. Si riconoscono un cerchio bordato da denti di sega, caricato da un quadrato dentato disposto in obliquo e suddiviso lungo le diagonali da un croce, una composizione raggiata policroma, con effetto a ruota di velario, un fiorone composto da quattro petali neri alternati a tre petali a punta rossa, bordato da una ghirlanda d’alloro ed un fiorone di quattro foglie d’acanto attorno ad un cerchio. Infine un ultimo ottagono è caricato da un cerchio campito da una composizione ortogonale di squame adiacenti. Il secondo pannello (b) è decorato da un reticolato di fasce caricate da losanghe e da quadrati non contigui, con cerchi circoscriventi i quadrati nei punti di incrocio e tangenti alle losanghe. I quadrati del reticolato, dei quali se ne conservano parzialmente solo tre, sono bordati da una treccia a due capi policroma. Uno dei quadrati è ornato al centro da un fiorone composto da 8 petali lanceolati rigonfi (se ne conservano 4) e 8 steli. I quadrati nei punti d’incrocio sono decorati da un nodo di Salomone e da un parallelepipedo. Le losanghe sono caricate da losanghe ribattute. Il terzo pannello (c) si conserva in maniera frammentaria. Dell’originaria decorazione rimane un lacerto di cm 55×65 nel quale è riconoscibile parte della fascia di bordura in tessere bicrome e parte di un cerchio bordato da un motivo ad onde con sfumature orizzontali e campito da un Nodo di Salomone parzialmente conservato.

Duomo, "grande edificio", tessellato con reticolato di fasce
Tessellato, non pervenuto nella sua originaria estensione, del quale si conserva un’abside del diametro di m 3.50. Il tessellato, a fondo bianco, è decorato al centro da un kantharos biansato fra girali vegetali. Il bordo è costituito da un motivo a "cassettoni" con scomparti decorati da riempitivi geometrici. In corrispondenza della base dell’abside si trova l’iscrizione del dedicante VINC—US VOTUM SOLBIT. Il pavimento viene datato su base stilistica e prosopografica, alla metà del VI secolo d.C.


Vano B. Ambiente centrale del cosoddetto "Grande Edificio", comunicante ad ovest col vano A e ad est col vano C. All’interno del vano si conservano alcuni lacerti dell’originaria pavimentazione in tessellato. (La pianta dell’ambiente è tratta da Ebanista, Cuccaro 2010, p. 524, fig. 1).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata

Duomo, "grande edificio", tessellato con losanghe

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo

Tessellato policromo a decorazione geometrica, parzialmente conservato, articolato in pannelli. Il pannello (a) disposto in prossimità del settore ovest del vano, è decorato da una composizione, non chiaramente leggibile, di ottagoni ed esagoni tangenti, bordati da una treccia a due capi. Le partiture geometriche sono arricchite da riempitivi quali, nodi di Salomone, fiori di sei o quattro petali e losanghe. Il bordo del pannello è bordato da una treccia a calice, allentata, con orlo curvo. Le tessere con le quali è realizzata la decorazione sono sui toni del rosso e grigio-azzurro su fondo bianco. Il pannello (b), conservato ad est, è bordato da una fascia monocroma bianca seguita da una fascia in tessellato con tessere su filari paralleli. Una linea doppia bianca fa da raccordo al bordo del campo costituito da una fila di semicerchi intersecantisi e tangenti, formanti una fila di ogive. Il campo, a fondo bianco, è decorato da una composizione ortogonale di losanghe e quadrati adiacenti, i quadrati e le losanghe decorati da riempitivi di tipo geometrico. Fra i riempitivi si riconoscono un nodo di Salomone, pelte contrapposte e un fiore composto da quattro loti trifidi, da una fila di ogive e squame in colori contrastanti ed è campito da una composizione ortogonale di losanghe e quadrati adiacenti, i quadrati e le losanghe decorati da riempitivi di tipo geometrico. Fra i due pannelli è probabile che ne esistesse un terzo non più conservato.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (4° q) al secolo VI d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Bordo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 49a – fila di semicerchi intersecantisi e tangenti, formanti una fila di ogive e di squame adiacenti, in colori contrastanti
DM 268a – fiorone composito di 8 elementi non contigui: 4 petali affusolati e 4 loti trifidi
DM 70j – treccia a due capi, policroma, con effetto di rilievo, su fondo scuro
DM 74c – treccia a calice, allentata, con orlo curvo, policroma

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 161b – composizione ortogonale di quadrati e losanghe adiacenti, delineataNodo di Salomone
DM 268a – fiorone composito di 8 elementi non contigui: 4 petali affusolati e 4 loti trifidiPelte contrapposte

 
 

Referenza fotografica: da Ebanista, Cuccaro 2010, p. 524, fig. 1
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: edificio religioso (Duomo)

Condizione giuridica: proprietà Stato

Di Stefano, R. 1975, Restauri e scoperte nella Cattedrale di Napoli, in Napoli Nobilissima. Rivista di arti figurative, archeologia e urbanistica, Napoli, pp.17-22, fig. 19.
Ebanista, C./ Cuccaro, A. 2010, I mosaici pavimentali paleocristiani del “Grande edificio” nell’Insula Episcopalis di Napoli, in Atti del XV Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aquileia, 4-7 febbraio 2009), Tivoli , pp. 511-530, figg. 9-10.
Schiavone, S. 2008, I mosaici pavimentali paleocristiani dell’insula episcopalis di Napoli: un tentativo di lettura d’insieme dei lacerti musivi, in Napoli Nobilissima. Rivista di arti figurative, archeologia e urbanistica, Napoli, pp. 3-34.

DATA SCHEDA: 2012 | AUTORE: Succi, Silvia | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Succi, Silvia, Duomo, "grande edificio", tessellato con losanghe, in TESS – scheda 12923 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12923), 2012

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=12923


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