L’edificio, scoperto nel 2002 e riconosciuto come una casa ad atrio, è stato in seguito identificato con la domus publica connessa al complesso tempio-teatro del santuario di Pietrabbondante, per la sua posizione in diretta comunicazione col santuario ad E, per la presenza di un portico a due navate, aperto sull’area pubblica, in luogo del peristilio,e di una grossa aula rettangolare, contrapposta al tablino, identificabile con la curia, a cui erano collegati tre ambienti di cucina e un stanza di passaggio dell’annesso portico (che doveva essere usato per lo svolgimento di attività religiose, come dimostra la presenza di altari, dediche e doni votivi e di un piccolo ambiente dedicato al culto di Ops Consiva).
La domus (1260 mq, 3140 mq comprendendo le aree scoperte e gli alloggi servili) perse la sua funzione originaria insieme al santuario, dopo la guerra sociale. Nel I sec. a.C. diviene la residenza della gens Socellia, che la ristruttura per svolgere attività produttive, lasciando invece in abbandono il portico, nel frattempo crollato. Agli inizi del I secolo d.C. si data il crollo delle decorazioni fittili del tetto. Nel corso del III secolo l’area circostante viene impiegata per sepolture (immagini tratta da Cianfarani 1978, 272; La Regina 2010, 39a).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
L’ambiente, a pianta quadrangolare, nell’ala residenziale della domus, era pavimentato in cementizio a base fittile con inserti (immagine rielaborata da La Regina 2010, 39b).
Lunghezza: 5 m – Larghezza: 5 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2002 – Ente responsabile: Soprintendenza Archeologica del Molise
Domus publica, cementizio con inserti
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: bicromo
Cementizio a base fittile con inserti di tessere, conservato quasi interamente. Il rivestimento si compone di una sola unità decorativa scandita nel bordo, e nel campo centrale, entrambi con decorazione geometrica.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (4° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche tecniche Lunghezza: 5 m – Larghezza: 5 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con tessere musive)
Cianfarani, V. 1978, in Culture adriatiche antiche di Abruzzo e di Molise, Roma, tav. 272.La Regina, A. 2010, Pietrabbondante: la domus publica del santuario., in ArcheoMolise, Isernia, pp. 32-43, pp. 38-39.