A partire dalla fine del IV secolo a.C., su Monte S. Angelo a Terracina, estrema propaggine dei Monti Ausoni, si sviluppa un’area a destinazione religiosa, tradizionalmente nota come Santuario di Giove Anxur. Le imponenti strutture del complesso, che domina scenograficamente dall’alto la città di Terracina, sono sostanzialmente riferibili all’età sillana, ma non mancano fasi di occupazione di epoca precedente.
I fase (fine del IV secolo a.C.): l’occupazione della zona in questa fase è documentata da due muri di terrazzamento in opera poligonale (9) e da alcuni frammenti ceramici.
II fase (seconda metà del II secolo a.C.): a questa fase risale il c.d. piccolo tempio (15), in opera incerta grossolana, composto da nove ambienti voltati (16) comunicanti mediante un corridoio retrostante, che in parte si addossa alla roccia. Negli ambienti interni si conservano tracce di decorazione pittorica di I stile e un pavimento musivo. Lungo l’asse centrale del tempio si apriva una cisterna doppia (18), alle cui spalle si conserva un ambiente con pavimentazione in cementizio a base litica con punteggiato di crocette nere (19).
III fase (primi decenni del I sec. a.C.): in età sillana si assite ad una monumentalizzazione dell’area di culto. A questa fase risale la cinta muraria dotata di nove torri circolari (3) mentre sulla terrazza superiore venne costruito il c.d. campo trincerato, ovvero una struttura di carattere militare di cui sopravvivono i muri di fortificazione, tracce di un triportico, le fondazioni di un tempietto (4) ed una serie di cisterne comunicanti. L’area sottostante venne dotata di un basamento sostruttivo a dodici arcate (13) al di sopra del quale venne edificato il c.d. grande tempio (7-8) ritualmente orientato in senso NS, ricostruito unitamente al portico retrostante e alla sede oracolare (6). Del tempio, un esastilo pseudoperiptero di ordine corinzio, rimangono porzioni del pronao e della cella, pavimentata da un tessellato bianco con fascia di bordura nera. La divinità titolare del culto rimane ancora incerta: tradizionalmente identificata con Giove Anxur, ultimamente è stata invece proposta un’attribuzione a Venere, in base alla presenza di iscrizioni su basi votive.
In epoca tarda il complesso santuariale fu interessato da un vasto incendio e successivamente, in epoca medievale, nella zona del c.d. piccolo tempio fu costruito un monastero dedicato a San Michele Arcangelo (16 e 20. Pianta località edificio tratta da Coarelli 1984, fig. p. 326; pianta edificio tratta da Grossi, Malizia 2000).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV a.C. (4° q) al secolo IV a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Tempio maggiore (nn. 7-8): tempio in opera incerta edificato in epoca sillana e ritualmente orientato in senso NS. Del tempio, un esastilo pseudoperiptero di ordine corinzio, rimangono porzioni del pronao e della cella. La cella, a pianta quadrata, era provvista di semicolonne in muratura intonacate, addossate alle pareti perimetrali. Sulla parete di fondo sono visibili i resti del basamento su cui doveva essere posizionata la statua di culto. La cella era pavimentata da un tessellato bianco con fascia di bordura nera, di cui si conserva un lacerto. La divinità titolare del culto rimane incerta: tradizionalmente identificata con Giove Anxur, ultimamente è stata invece proposta un’attribuzione a Venere, in base alla presenza di iscrizioni su basi votive.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
S. Angelo, santuario, Tempio Maggiore, cella, tessellato bicromo bianco-nero
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria? Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: bicromo
Pavimento in tessellato a campo monocromo bianco bordato da una fascia monocroma nera.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Coarelli, F. 1984, in Lazio, Roma-Bari, p. 329.Grossi, V./ Malizia, R. 2000, in Il Santuario romano di Monte S. Angelo a Terracina. Percorsi monumentali, Fondi.