IMPIANTO DI EPOCA PRESILLANA (seconda metà II sec. a.C.). A partire dagli Anni ’60 del XX secolo molteplici campagne di scavo, tuttora in corso, hanno portato alla luce i resti di un grandioso complesso rustico-residenziale di epoca romana, scenograficamente affacciato sull’insenatura marina del Seno di Varignano, in località Le Grazie di Portovenere (cfr. ubicazione, da Google Earth: in rosso. A causa della sensibile regressione marina, il sito è oggi arretrato dalla linea di costa, occupata da strutture della Marina Militare). Le indagini hanno permesso di individuare tre distinte fasi di vita dell’impianto (vd. infra), in uso dall’inizio del I sec. a.C. all’inizio del V sec. d.C., con tracce di frequentazione ancora nel secolo successivo (Fase I: villa di epoca sillana, inizio I sec. a.C.; Fase II: villa di epoca primo-imperiale, seconda metà I sec. d.C.; Fase III: fine IV-inizio V sec. d.C.). Al di sotto del settore rustico della villa è stato inoltre individuato un edificio con orientamento completamente differente rispetto alle strutture sillane e databile intorno alla seconda metà del II sec. a.C.
Di questo impianto più antico, un insediamento residenziale con approdo, al centro di un fundus con funzione agricola e commerciale, sono stati parzialmente portati in luce sette ambienti (cfr. planimetria resti, da GERVASINI 2010, fig. 3 p. 20: vani 1-7), che hanno restituito altrettanti piani pavimentali, in cementizio decorato (vani 2-6) o semplice (vano 7) e in cubetti di cotto (vano 1), quest’ultimo ancora utilizzato nel praefurnium 47 della villa di prima età imperiale (Fase II, vd. infra).
L’edificio presillano, che ha restituito traccia di intonaci parietali di I stile, risulta rasato all’altezza delle quote pavimentali intorno all’inizio del I sec. a.C., secondo un pianificato progetto architettonico volto alla costruzione della grande villa (Fase I, vd. infra): tale evento costituisce il terminus ante quem per fissare la cronologia del complesso, verosimilmente utilizzato per un breve periodo, considerati l’eccezionale stato di conservazione e la scarsa usura dei pavimenti rinvenuti.
La successione stratigrafica non consente di stabilire la completa estensione planimetrica né la funzione specifica degli spazi, fra cui si riconoscono un ambiente di servizio (vano 1) e uno spazio porticato con colonne laterizie (vano 5), affiancati da ambienti su quote leggermente differenti (dislivello massimo 70cm) con pavimentazioni di elevato livello decorativo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (3° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Varignano, impianto presillano, vano 1, cubetti di cotto Rivestimento pavimentale in cubetti fittili approssimativamente quadrangolari (5x5x3cm ca.), disposti in filari quasi regolari, a ordito obliquo. I cubetti sono ottenuti da laterizi di grandi dimensioni tagliati. La tipologia pavimentale è riconducibile a un tessellato a grandi tessere di laterizio. Foto da GAMBARO, GERVASINI, LANDI 2001, fig. 25 p. 88.
Varignano, impianto presillano, vano 2, cementizio fittile con inserti irregolari Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, di fattura grossolana, ornato da inserti bianchi di forma approssimativamente quadrangolare disposti irregolarmente. Non sembra riscontrabile una fascia priva di inserti in prossimità dei muri perimetrali. Foto da GAMBARO, GERVASINI, LANDI 2001, fig. 21 p. 86.
Varignano, impianto presillano, vano 3, cementizio fittile a punteggiato di dadi Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, a granulometria medio-fine, ornato da un punteggiato regolare di dadi (maglie di 8x8cm). Lungo i muri perimetrali è presente una fascia in cementizio priva di inserti larga circa 30cm. Foto da GAMBARO, GERVASINI, LANDI 2001, fig. 16 p. 82.
Varignano, impianto presillano, vano 5, cementizio fittile con inserti irregolari bianchi Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, di fattura piuttosto grossolana, ornato da inserti irregolari bianchi di forma e dimensioni estremamente variabili: si riconoscono grosse tessere approssimativamente quadrangolari e scaglie lapidee di 3-8cm di lato. Foto da GAMBARO, GERVASINI, LANDI 2001, fig. 15 p. 81.
Varignano, impianto presillano, vano 6, cementizio fittile con pseudoscudo di losanghe Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, a granulometria omogenea con tessitura fine e compatta, ornato da uno pseudoscudo di losanghe, di 1.85m di diametro, incluso in un quadrato delimitato da due linee semplici dentate bianche parallele. Gli spazi angolari di risulta sono bipartiti da una linea semplice dentata diagonale, originata dal centro della composizione. Il motivo geometrico potrebbe suggerire la decorazione di uno spazio di soglia, ma in assenza di ulteriori dati si considera come tappeto a copertura unitaria. Foto da GERVASINI 2010, fig. 5 p. 21.
Varignano, impianto presillano, vano 7, cementizio litico bianco Rivestimento pavimentale in cementizio a base litica, spesso 4cm e visibile solo per una stretta striscia parallela al perimetrale NO. Il cementizio è composto da scaglie di calcare bianco di dimensioni comprese fra 1 e 3cm legate da abbondante malta. Foto da GERVASINI 2010, fig. 5 p. 21.
Vano 4. Vasto ambiente intercettato a S del vano 3, al di sotto dei vani 36 e 38 di epoca sillana (Fase I, vd. infra). Il piano pavimentale è costituito da un “signino” (cementizio a base fittile) ornato da un motivo a meandro di svastiche.
Lunghezza: 6.15 m – Larghezza: m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (3° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2003 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Varignano, impianto presillano, vano 4, cementizio fittile a meandro di svastiche
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Rivestimento pavimentale spesso 6cm in cementizio a base fittile, a granulometria medio-fine (scaglie di 0.5-2cm di lato), ornato da un motivo a meandro di svastiche in tessere bianche. Inizialmente interpretato come bordo di un tappeto forse ornato da un emblema perduto, il motivo a meandro risulta invece esteso all’intera superficie pavimentale: una fascia priva di inserti larga fra 20-25cm lungo le pareti e una linea semplice dentata in tessere bianche delimitano il tappeto centrale, entro il quale si dispongono, senza un modulo fisso, svastiche semplici collegate fra loro attraverso lo sviluppo dei bracci, a formare aggregati di quattro o cinque unità. Si riconoscono tre moduli, diversi fra loro, ripetuti a incastro con rotazioni di 90° e disposti casualmente. Foto da GERVASINI 2010, fig. 4 p. 21.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (3° q) al secolo II a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: 6.15 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: Spezzoni lapidei di media pezzatura, disposti in un unico strato e allettati direttamente nell’argilla sottostante
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con tessere musive) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1cm cm
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile con tessere musive) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1cm cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
var. DM 190c – composizione ortogonale di meandri di svastiche e quadrati, disegnata da una linea semplice dentata, in opus signinum
Referenza fotografica: da GERVASINI 2010, fig. 4 p. 21
Gambaro, L./ Gervasini, L./ Landi, S. 2001, Un edificio di epoca presillana al Varignano Vecchio, in Giornale Storico della Lunigiana e del Territorio Lucense, La Spezia, pp. 85-86, figg. 6, 18-20.Gervasini, L./ Durante, A.M. et alii 2007, Luna e l’ager lunensis: nuovi elementi per la conoscenza della città antica e del territorio romanizzato fra il golfo della Spezia e il portus Lunae, in Forme e tempi dell’urbanizzazione nella Cisalpina (II sec. a.C. – I sec. d.C.), Atti delle Giornate di Studio (Torino, 4-6 maggio 2006), Firenze, p. 166, fig. 8.Gervasini, L./ Landi, S. 2001, Pa¬vimenti in battuto della fase presillana nella villa romana del Varignano Vecchio (Portovenere – SP), in Atti dell’VIII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Firenze, 21-23 febbraio 2001), Ravenna, pp. 104, 106, figg. 13, 18.Gervasini, L./ Landi, S. 2005, Un motivo decorativo inedito dal complesso residenziale presillano del Varignano Vec¬chio (Portovenere – SP), in Atti del X Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Lecce, 18-21 febbraio 2004), Tivoli, pp. 869-872, figg. 2, 4-7.Gervasini, L./ Rosati, G. 2005, Archeologia e tecnica: risultati, obiettivi e proposte. Il caso del Varignano Vecchio, Portovenere (La Spezia), in Domus romane: dallo scavo alla valorizzazione, Atti del Convegno di Studi “Scavo, conservazione e musealizzazione di una domus di età imperiale” (Brescia, Santa Giulia – Museo della Città, 3-5 aprile 2003), Brescia, p. 107.Gervasini, L. 2004, Un insediamento presillano: il Varignano Vecchio (Portovenere, La Spezia), in Liguri. Un antico popolo europeo tra Alpi e Mediterraneo (Genova, Commenda di San Giovanni di Pré, 23 ottobre 2004 – 23 gennaio 2005), Genova, p. 463, fig. 3.Gervasini, L. 2008, Varignano Vecchio (Porto Venere), in Archeologia in Liguria, n.s., I (2004-2005), Genova, p. 339, fig. 1.Gervasini, L. 2010, Il contesto archeologico, in Architettura dell’acqua. La cisterna della villa romana del Varignano Vecchio, Firenze, p. 15, figg. 2, 4-6.
DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca