A partire dagli Anni ’60 del XX secolo molteplici campagne di scavo, tuttora in corso, hanno portato alla luce i resti di un grandioso complesso rustico-residenziale di epoca romana, scenograficamente affacciato sull’insenatura marina del Seno di Varignano, in località Le Grazie di Portovenere (cfr. ubicazione, da Google Earth: in rosso. A causa della sensibile regressione marina, il sito è oggi arretrato dalla linea di costa, occupata da strutture della Marina Militare). Le indagini hanno permesso di individuare diverse fasi di vita dell’impianto, costruito sui resti di un precedente edificio residenziale di epoca presillana, caratterizzato da un orientamento sensibilmente differente e ornato da pavimenti in cementizio e in cotto (vd. infra). Le strutture della villa sono riconducibili a tre distinte fasi, durante le quali il complesso subisce notevoli ristrutturazioni: FASE I, villa sillana, inizio I sec. a.C.; FASE II, villa primo-imperiale, metà I sec. d.C.; FASE III, fine IV-inizio V sec. d.C.
FASE I (inizio I sec. a.C.). In epoca sillana si realizza lo sviluppo compiuto e definitivo della villa, che ricopre, sulle colline di ulivi digradanti verso il mare, una superficie di quasi 7500mq (cfr. planimetria resti FASE I, aggiornamento 2013: dott.ssa L. Gervasini; rielaborazione grafica: P. Da Pieve). Il complesso, sin da principio definito come insieme di edifici altamente specializzati, si compone di una pars fructuaria per la produzione e lo stoccaggio dell’olio (vani 28-38), costruita sull’impianto presillano, e di una pars urbana (vani 1-27), suddivisa in due settori rettangolari (quartiere del vilicus, A: vani 1-10; quartiere del dominus, B: vani 11-27), adiacenti e comunicanti fra loro solo attraverso passaggi esterni, individuati nell’ala NE del porticato attorno alla Grande Corte. Nella pars fructuaria si accede tramite la Piccola Corte, con ingresso dalla campagna aperto nell’angolo N, e dal quartiere del vilicus mediante l’ambulacro 38: accanto a vani di servizio di incerta tipologia (32-37) si dispongono i locali del torcularium, che ospitano la mola olearia (28), due torchi (29), le vasche di decantazione (30) e i grandi dolia per lo stoccaggio dell’olio (cella olearia 31). Nella pars urbana l’ala destinata al vilicus e alla sua famiglia è a diretto contatto con il settore produttivo: il quartiere (22x14m) è costituito da un corpo chiuso attorno a un cortile porticato (1), su cui si affacciano cubicoli (5, 9-10), una grande sala (3), un triclinio invernale (4), uno estivo (7), due corridoi (2, 6) e un grande oecus (8). La pars dominica, del tutto indipendente dai locali produttivi, si affaccia sul mare con un’ampia porticus triplex (20). L’impianto (36x23m) si sviluppa attorno a due atri compluviati di tipo tuscanico (11-12), circondati da cubicoli (16-19, 21-22), alae (14-15, 22-23), un tablino (13), un triclinio (27), un vano bipartito al posto del tablino (26a-26b) e un ambiente di incerta lettura (25).
L’articolazione del settore residenziale di I fase è ulteriormente sottolineata dalla distribuzione dei rivestimenti pavimentali superstiti: allo stato attuale delle conoscenze, infatti, la residenza del dominus è caratterizzata quasi esclusivamente (a eccezione del cubicolo 16 e della porticus triplex 20, in cementizio fittile con inserti, e dei cubicoli 17 e 19, in cementizio semplice: preparazioni?) da pavimenti in tessellato (vani 11-15, 18, 21-24, 26-27); quella del vilicus da pavimenti in cementizio fittile decorato (vani 1, 6, 8), cui si affiancano alcune semplici stesure in cementizio (vani 2, 4-5, 7, 9: preparazioni?), un mosaico bicromo con meandro dal vano 3 (?) e un mosaico bianco con emblema nel cubicolo 10 (oggi in situ solo la preparazione in cementizio fittile e il supporto lapideo dell’emblema quadrangolare, 38x38cm). L’insieme dei rivestimenti pavimentali si completa con numerosi lacerti (in mosaico bicromo con cornice a meandro e fascia marginale nera, forse dal vano 3; in grandi tessere musive bianche; in cementizio fittile con radi inserti bianchi e neri) rinvenuti nel riempimento del braccio settentrionale dell’ambulacro 38, con la preparazione in ciottoli del vano di soggiorno 25 e con il grande pavimento in commessi laterizi a spina di pesce del torcularium 29. Si segnala, infine, la presenza di tracce di cementizio fittile non decorato lungo la “crepidine” che circonda la grande corte (BERTINO 1986, p. 14 n. 16).
FASE II (seconda metà I sec. d.C.). Nella prima epoca imperiale la villa diventa probabilmente la residenza di un procurator: le ristrutturazioni interessano in primo luogo il quartiere del vilicus (A), trasformato in balneum (cfr. planimetria resti FASI II e III, da GERVASINI 2010, fig. 12 p. 23; rielaborazione grafica: P. Da Pieve; FASE II: in rosso). Intorno all’atrio 1 si dispongono ora un sudatorium (41) e un calidarium (42), serviti da un praefurnium (47), un tepidarium (46) collegato a un apodyterium (45), un frigidarium con nicchie (43), una culina con praefurnium (44) e latrine (48). L’approvvigionamento idrico viene garantito dalla costruzione, a monte della villa, di una vasta cisterna a pilastri (49), contenente circa 576.000 litri di acqua. Anche la pars fructuaria subisce diversi interventi: nel torcularium 29 rimane attivo un solo torchio, la cella olearia 31 viene smantellata e l’area destinata ad attività agricole e, forse, di allevamento, come fa ipotizzare la grande vasca lastricata predisposta al centro della Piccola Corte.
Pochi sono i rivestimenti pavimentali di FASE II conservati: si tratta di cementizi privi di decorazione e di scarsa qualità messi in posa nei vani 7 (ora di dimensioni ridotte), 39 e 46, e di rivestimenti a commessi laterizi nella culina 44, nel vano rustico 36 e nella Piccola Corte, attorno alla vasca lastricata. Si segnalano, infine, i sottopavimenti in grosse tegole a sostegno delle suspensurae nel sudatorium 41 e nel calidarium 42 e l’impiego del pavimento in cubetti di cotto di epoca presillana (vd. infra) nel praefurnium 47.
FASE III (fine IV-inizio V sec. d.C.). Scarsamente leggibili risultano, infine, le trasformazioni di epoca tardoantica, a causa dell’intenso sfruttamento agricolo dell’area, che ha comportato l’asportazione di tutti i livelli pavimentali. In questa fase nel quartiere del dominus (B) vengono rasati muri e tamponati accessi di età sillana e create nuove disposizioni planimetriche oggi solo parzialmente intuibili (cfr. planimetria resti FASE III: in verde). Incerta rimane l’interpretazione di un “battuto di minute scaglie calcaree nerastre allettate con malta e lisciate in superficie” rinvenuto in corrispondenza dei vani 11, 12, 14, 16, 17, 21, 22 e 24 (BERTINO L.M. 1986, p. 10 n. 9; BERTINO A. 1987, p. 257), forse l’unica testimonianza ancora in situ dei pavimenti di questa fase (o forse piano di cantiere?). Si segnalano, inoltre, due losanghe fittili con tessera centrale (inv. VAR 5322), rinvenute negli strati di fine IV-inizio V d.C. (GERVASINI, GAMBARO, LANDI, 2001, p. 88 nota 21).
Mentre il balneum risulta abbandonato già nel corso del IV sec. d.C., rinvenimenti ceramici e monetali testimoniano una frequentazione della villa ancora nel VI sec. d.C. La grande cisterna risulta utilizzata per fini abitativi e per ricovero di animali già dal XV secolo, finché, fra XVII e XVIII secolo, sulle strutture sillane vengono costruiti i casali rustici “Turra” (vani 12, 14, 16, 17, 26a-b, 27) e “Liverani” (pars fructuaria).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Varignano, villa fase II, vano 39, cementizio fittile Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile di scarsa qualità, privo di decorazione. Non si
esclude che possa trattarsi del semplice strato preparatorio.
Varignano, villa fase III, cementizio litico nero? Rivestimento pavimentale in “battuto di minute scaglie calcaree nerastre allettate con malta e lisciate in superficie”, interpretabile come cementizio a base litica di colore nero. Il rivestimento, di incerta interpretazione, è stato rinvenuto in corrispondenza dei vani 11, 12, 14, 16, 17, 21, 22 e 24. Non si esclude che possa trattarsi di un semplice piano di cantiere. Foto Paola Da Pieve.
Varignano, villa sillana, ala 14, tessellato bicromo e soglia tricroma a scacchiera di triangoli Il pavimento si conserva in situ solo per esigui tratti, obliterato dalle strutture di III fase (vd. infra), ma è ricostruibile grazie a un ampio lacerto staccato e ricomposto su un pannello oggi conservato nell’Antiquarium del Varignano. Si tratta di un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, interrotto da una fascia monocroma nera (7 file di tessere diritte) verosimilmente presente su tutto il perimetro del tappeto e preceduta, lungo le pareti del vano, da un’ampia fascia bianca a ordito obliquo. Nel lacerto dell’Antiquarium si osserva la medesima sequenza anche in prossimità della soglia: oltre la fascia nera si dispongono una linea doppia bianca a ordito diritto, una larga fascia bianca a ordito obliquo, un’altra linea doppia diritta e, infine, il motivo della scacchiera bicroma di triangoli rettangoli isosceli (6 file di triangoli), delimitato da una fascia monocroma rossa (5 file di tessere sui lati lunghi, 4 su quelli corti; tessere in laterizio). Foto Paola Da Pieve.
Varignano, villa sillana, ala 15, tessellato bicromo Rivestimento pavimentale in tessellato bicromo, obliterato dalla costruzione dei muri di fase III (vd. infra). Il tappeto, a filari paralleli e obliqui di tessere bianche, è incorniciato da una fascia monocroma nera, distante dal muro NO 29cm e da quello SO 26cm. L’ordito diritto della fascia scura si raccorda al tappeto con due linee doppie bianche a ordito diritto. Non si conserva la soglia verso l’atrio 11 né quella che immette nel vano 18. Foto da BERTINO 1986, fig. 1 p. 9.
Varignano, villa sillana, ala 23, tessellato bianco con fascia nera Il rivestimento, solo parzialmente conservato, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una cornice lineare bianca e nera distante 23cm dalla parete SO e 24.5cm da quella SE. La cornice è composta da una fascia monocroma nera (6 file di tessere) a ordito diritto, raccordata al campo da due linee doppie bianche a ordito diritto. Foto da GERVASINI, LANDI 2001, fig. 7 p. 111 (originale in b/n; foto a colori su concessione della dott.ssa L. Gervasini).
Varignano, villa sillana, ala 24, tessellato bianco con fascia nera e soglia policroma Il rivestimento, solo parzialmente conservato, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una cornice lineare bianca e nera distante 27-28cm dalle pareti e composta da una fascia monocroma nera (6 file di tessere) a ordito diritto, raccordata al campo da due linee doppie bianche. La soglia verso l’atrio 12 è decorata da una fascia a meandro di svastiche a giro semplice e quadrati (larga 40.3cm), raccordata al tappeto da una linea doppia bianca a ordito diritto e al mosaico a canestro dell’atrio da una linea doppia bianca in tessere più grandi (lato 1.5cm) rispetto al resto del tappeto (1cm circa). All’interno dei quadrati si alternano motivo geometrici policromi diversi, di cui si conservano un quadrato diviso da una diagonale bianca in due triangoli (rosso e verde) e un quadrato a fondo bianco, incompleto, con le diagonali disegnate da linee triple dentate e bicrome. Foto da da BERTINO L.M. 1986, fig. 3 p. 9.
Varignano, villa sillana, atrio 1, cementizio fittile a punteggiato di crocette Rivestimento pavimentale in cementizio fittile a punteggiato di crocette (14 file) bianche e nere, inquadrato da due linee semplici dentate bicrome, che delimitano una fascia priva di decorazioni larga circa 5cm ai piedi dei muri perimetrali e attorno alla vasca. Le crocette sono composte da quattro tessere bianche in marmo lunense attorno a una in calcare cupo del monte Castellana. Foto da BERTINO 1990, fig. p. 28.
Varignano, villa sillana, atrio 11, tessellato nero Il pavimento, obliterato in più punti dai muri di III fase della villa (vd. infra), è costituito da un semplice tessellato nero a ordito obliquo, privo di inserti, che corre attorno alla vasca centrale dell’impluvium. In corrispondenza del tablino 13 il mosaico presenta una linea doppia nera a ordito diritto, che raccorda il tappeto con la soglia a meandro assonometrico policromo (vd. infra) e che, verosimilmente, è presente anche in corrispondenza della soglia a scacchiera di triangoli dell’ala 14 (vd. infra). Foto da BERTINO 1986, fig. 8 p. 13.
Varignano, villa sillana, atrio 12, mosaico a canestro bianco con inserti policromi Il pavimento, obliterato in più punti dai muri di III fase della villa (vd. infra) e dal settecentesco Casale Turra, è costituito da un mosaico a canestro (a stuoia) in tessere di marmo bianco lunense con inserti calcarei policromi, assenti lungo le pareti del vano (fascia perimetrale larga 22cm). Il calcare colorato degli inserti proviene dalle cave del golfo spezzino. Foto da BERTINO 1978 (Restauri in Liguria), tav. II.
Varignano, villa sillana, corridoio 2, cementizio fittile Descritto come "signino", il pavimento è verosimilmente un cementizio a fase fittile, privo di decorazioni. Non si esclude possa trattarsi di un semplice strato preparatorio di un pavimento perduto.
Varignano, villa sillana, corridoio 6, cementizio fittile a punteggiato irregolare di tessere rettangolari Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, con inserti misti policromi (giallo, verde, nero, bianco) di forma prevalentemente rettangolare. Nonostante la presenza di alcuni inserti più irregolari, il motivo decorativo è interpretabile come un punteggiato irregolare di tessere rettangolari su cementizio fittile. Una stretta fascia perimetrale in cementizio priva di inserti e una linea semplice dentata bicroma inquadrano il tappeto. Foto da BERTINO 1984, fig. 68 p. 58.
Varignano, villa sillana, cubicolo 16, cementizio fittile e tessere musive Rivestimento in cementizio a base fittile decorato dall’inserzione di tessere marmoree bianche fittamente sparse sulla superficie, a eccezione di una fascia risparmiata lungo le pareti, larga 10.7cm. Le tessere sono principalmente quadrangolari e talvolta triangolari; si osservano anche rari elementi lapidei neri millimetrici. Foto da BERTINO 1986, fig. 12 p. 15.
Varignano, villa sillana, cubicolo 17, cementizio fittile Descritto come "signino", il pavimento è verosimilmente un cementizio a fase fittile, privo di decorazioni. Non si esclude possa trattarsi di un semplice strato preparatorio di un pavimento perduto.
Varignano, villa sillana, cubicolo 18, tessellato bianco con quadrati policromi Il rivestimento, fortemente lacunoso, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, arricchito da un pannello solo minimamente conservato, forse riconducibile a uno pseudoemblema decentrato (distanza dal muro NE 16cm, dal muro SE 118.8cm). Il pannello è inquadrato da una fascia monocroma nera (9 file di tessere), raccordata al campo esterno da una doppia linea bianca a ordito diritto; internamente è possibile osservare agli angoli le porzioni di due quadrati di 6 tessere con linea bianca dentata diagonale, che determina quattro triangoli, resi in verde, ocra e due tonalità di rosso. La lacunosità del motivo non consente di determinarne puntualmente la composizione che, tuttavia, sembra ricordare un doppio reticolato di linee semplici diritte e linee semplici dentata oblique, formanti triangoli (cd. transenna: variante a linee semplici di DM 126b/d?). Foto da BERTINO 1986, fig. 6 p. 11.
Varignano, villa sillana, cubicolo 21, tessellato bianco e fascia nera Il rivestimento, solo parzialmente conservato, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una fascia monocroma nera (5/6 file di tessere) a ordito diritto, raccordata al campo da due linee doppie bianche a ordito diritto e distante dalle pareti circa 18cm. Foto Paola Da Pieve.
Varignano, villa sillana, oecus 8, cementizio fittile a inserti e squame Il pavimento, in cementizio a base fittile con tracce di rubricatura e di restauri antichi, si compone di due unità decorative: una soglia approssimativamente quadrangolare (2×1.50m) sul lato S, estesa fra le due edicole, decorata a squame bianche; un tappeto rettangolare che occupa il resto della superficie pavimentale, inquadrato da un meandro di svastiche e quadrati, campiti da crocetta centrale, e ornato da tessere bianche e nere e lastrine calcaree policrome (rosse, verdi, bianche, gialle) di varia forma e dimensione, piuttosto serrate. Foto da da BERTINO 1978, tav. IIIx.
Varignano, villa sillana, Piccola Corte, commessi laterizi (sesquipedali) Rivestimento pavimentale a commessi laterizi (sesquipedali), totalmente perduto, forse esteso al solo portico perimetrale. Frammenti di grossi laterizi sono stati rinvenuti al di sotto della scala di accesso ai locali delle vasche di decantazione: essendo questo passaggio scalare già esistente nella fase sillana della villa, si ipotizza che il pavimento in laterizi risalga a questo momento.
Varignano, villa sillana, sala 3, tessellato bicromo geometrico? Il pavimento è perduto, a causa della sovrapposizione delle strutture del calidario 42 di II fase. I primi scavi misero in luce un cementizio fittile non decorato (BERTINO 1990, p. 36), ma due lacerti musivi di suspensura reimpiegati nei muri di II fase (GERVASINI, LANDI 2004, pp. 71-72) ne fanno ipotizzare una semplice funzione preparatoria per un tessellato bicromo geometrico. Il lacerto meglio conservato è costituito da file di tessere nere e bianche alternate, seguite da una “T” bianca fra due esigui tratti neri laterali: per quanto lacunoso, il motivo decorativo sembra ricollegabile ai 35 lacerti con meandro incorniciato da fascia nera rinvenuti nel riempimento dell’ambulacro 38 (BERTINO 1986, p. 10 n. 7; GERVASINI, LANDI 2004, p. 72). Sebbene non sia certa la pertinenza dei frammenti al vano 3, in questa sede si è scelto di considerarli come tali, per la prossimità fra questo e il vano 38 e per un verosimile reimpiego in situ degli elementi architettonici di I fase. Foto Paola Da Pieve.
Varignano, villa sillana, triclinio 27, tessellato bicromo ed emblema figurato (banchetto) Il rivestimento, danneggiato dalle strutture di III fase impostate direttamente sui pavimenti sillani, è costituito da un tessellato bianco con fascia perimetrale nera ed emblema (86cm di lato) in opus vermiculatum policromo, decentrato verso il muro di fondo del vano, ma ben visibile dall’accesso aperto sulla porticus triplex. Il mosaico, nonostante il pessimo stato di conservazione, risulta di fattura molto accurata sia per la fitta trama delle tessere nel tappeto bianco (145/165 tessere dmq) sia per il sapiente utilizzo della cromia nell’emblema, ove è rappresentata una scena tricliniare (lato 66cm), inquadrata da una treccia a calice, con due coppie di convitati sdraiati su klinai all’interno di una sala riccamente decorata. Della raffigurazione, divisa su tre registri orizzontali in diverse campiture di colore, si conservano parzialmente una figura maschile, con fitta capigliatura compatta, e una femminile (incarnato in tessere chiare), con corona di piccole foglie lanceolate. Foto da GERVASINI, LANDI 2013, fig. 6 p. 162.
Varignano, villa sillana, vano 26a, tessellato bianco con fascia nera Il rivestimento, solo parzialmente conservato, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una cornice composta da una fascia monocroma nera a ordito diritto, raccordata al campo da due linee doppie bianche a ordito diritto. Rilievo da GERVASINI, LANDI 2013, fig. 4 p. 161 (vano C). Rielaborazione grafica P. Da Pieve (in rosso).
Varignano, villa sillana, vano 26b, tessellato bianco con fascia nera Il rivestimento, solo parzialmente conservato, è costituito da un tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una cornice composta da una fascia monocroma nera a ordito diritto, raccordata al campo da due linee doppie bianche a ordito diritto. Rilievo da GERVASINI, LANDI 2013, fig. 4 p. 161 (vano C). Rielaborazione grafica P. Da Pieve (in rosso).
Vano 13, fase I (inizio I sec. a.C.). Ampio tablino approssimativamente quadrangolare, aperto sul lato NE dell’atrio 11 e comunicante con la porticus triplex 20. Il pavimento è costituito da un semplice tessellato bianco, arricchito verso l’atrio da una soglia policroma con meandro assonometrico.
Fase III (fine IV-inizio V sec. d.C.). Le ristrutturazioni tardoantiche comportano nuove soluzioni planimetriche non ricostruibili.
Lunghezza: 6.20 m – Larghezza: 5 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: Anni 70-80 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Varignano, villa sillana, tablino 13, tessellato bianco e soglia a meandro assonometrico policromo
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Il pavimento è estremamente lacunoso in corrispondenza del tappeto centrale, in tessellato bianco a ordito di filari paralleli e obliqui. Questo si raccorda, mediante una linea doppia bianca a ordito diritto, a una soglia policroma (5×0.45m) che separa il tablino dall’atrio 11 (vd. infra). Il pannello è decorato da un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati raddoppiati (con perno centrale nel quadrato più interno) in prospettiva su fondo nero ed è separato dal tappeto musivo nero dell’atrio da una fascia monocroma bianca (7 file di tessere). Su tutta la superficie colorata vi è un pigmento del colore delle tessere (rosso su rosso, verde su verde…), interpretato non come malta interstiziale a colore fra le tessere, ma come preparato steso su di esse per ravvivarne la cromia e, talvolta, per correggere la sequenza cromatica del disegno (GERVASINI, LANDI 2004, p. 71). Foto da BERTINO L.M. 1990, fig. 1 p. 37.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Misure Lunghezza: 6.20 m; Larghezza: 5 m; Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: malta di allettamento (calce e polvere di marmo) su calce con frantumi laterizi su spezzoni laterizi legati con calce, su vespaio di frammenti lapidei legati con malta Spessore: >12
Unità decorative
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Pannello rettangolare di soglia (5×0.45m) separato dal tappeto monocromo nero dell’atrio 11 da una fascia monocroma bianca (7 file di tessere). La decorazione è composta da una variante di un meandro di svastiche a giro semplice e quadrati in prospettiva, policromi (bianco, rosso, verde, nero e giallo) su fondo nero (DM 42c): qui i quadrati sono raddoppiati e in quello più interno si dispone un perno (sim. DM 42e, ma con svastiche a giro semplice e non uncinate a giro invertito). Tracce di pigmenti del medesimo colore delle tessere (rosso su rosso, verde su verde, giallo su giallo) ravvivano la cromia e talvolta correggono errori di esecuzione (ad es. nella fascia inferiore di uno dei quadrati esterni, rossa e non gialla come dovrebbe essere sulla base del confronto con il resto del disegno).
Specifiche tecniche Lunghezza: 5 m – Larghezza: 0.45 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
var. DM 42c – meandro di svastiche a giro semplice e quadrati in prospettiva, i quadrati raddoppiati e con perno al centro di quello più interno
Referenza fotografica: da BERTINO L.M. 1990, fig. 1 p. 37
Parte dell’ambiente: spazio centrale Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Tessellato monocromo bianco, in tessere di marmo lunense, a ordito di filari paralleli e obliqui. Il tappeto si raccorda alla soglia mediante una linea doppia bianca, a ordito diritto.
Specifiche tecniche Lunghezza: 5.80 m – Larghezza: 5 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1cm cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Referenza fotografica: su gentile concessione della dott.ssa L. Gervasini
Bertino, L.M. 1986, Pavimenti della villa romana del Varignano, in Giornale Storico della Lunigiana e del Territorio Lucense, La Spezia, pp. 6 n.1, 8 n. 5, figg. 1, 5.Bertino, L.M. 1987, Varignano – I pavimenti. I reperti, in Archeologia in Liguria, III.2. Dall’epoca romana al post mediovevo. Scavi e scoperte (1982-86), Genova, p. 260.Bertino, L.M. 1990, Pavimenti a mosaico e in signino, in La villa romana e l’Antiquarium del Varignano, Sarzana, pp. 36, 38, fig. 1.Bueno, M. 2011, in Mosaici e pavimenti della Toscana (II secolo a.C. – V secolo d.C.), Roma, p. 217 nota 84.Gervasini, L./ Landi, S. et alii 2002, Portovenere (SP). Zona archeologica del Varignano Vecchio. Indagini archeologiche nel quartiere dei torchi oleari e nella zona residenziale della villa romana, in Rivista di Studi Liguri, Bordighera, p. 160, fig. 67/5.Gervasini, L./ Landi, S. 2001, De villa perfecta. Il Varignano Vecchio (Portovenere-SP). Una rilettura dei quartieri residenziali e produttivi alla luce dei nuovi scavi, in Abitare in Cisalpina. L’edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, Atti della XXXI settimana di studi aquileiesi (Aquileia, 23-26 maggio 2000), Trieste, p. 734.Gervasini, L./ Landi, S. 2004, Alcune osservazioni sui mosaici della villa romana del Varignano Vecchio: vecchi restauri e nuove proposte, in Atti del IX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Aosta, 20-22 febbraio 2003), Ravenna, pp. 68-71, fig. 8.
DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca