scheda

S. Pietro, abside di XI sec., cementizio fittile
Portovenere ( SP )


Sul promontorio roccioso dell’Arpaia, a Porto Venere, sorge la piccola chiesa romanica di S. Pietro in castro, a navata unica con abside semicircolare orientata e immessa, comunicante mediante due archi a tutto sesto con l’imponente chiesa gotica (cfr. ubicazione da Google Earth: in rosso): l’edificio è il risultato dell’unione di due corpi di fabbrica, uno più antico mononavato e uno realizzato in forme gotiche (metà XIII secolo), con campanile cuspidato. Alla fine degli Anni ’80 del secolo scorso il complesso viene attribuito alla metà dell’XI-inizio del XII secolo, sulla base dell’apparecchiatura muraria e dello svolgimento planimetrico delle strutture (cfr. planimetria, da Archivio SBALig, Acquisizioni). Un’erronea attribuzione al VI secolo risale invece ai restauri dell’edificio romanico condotti fra il 1929 e il 1934, quando vennero effettuate nella zona absidale limitate indagini archeologiche, che rilevarono la presenza di strutture precedenti diversamente orientate e “tratti di pavimento in opus signinum” (n. 2 in pianta) ricondotti a età romana, ma non verificabili a causa dell’assenza di documentazione di scavo. Il toponimo Portus Veneris suggerisce l’esistenza di un luogo di culto piuttosto antico (DI FABIO 1986, p. 206), ma a oggi risulta l’unico indizio di un culto della dea, sebbene alcuni studiosi riconoscano nella cd. cisterna (n. 5) alle spalle dell’abside parte dello stilobate di un antico tempio romano. Recentemente attribuita alla fase romanica (metà XI-inizio XII sec.) è una porzione di pavimento in opus sectile conservata al centro dell’aula mononavata della chiesa romanica (GERVASINI, DA PIEVE cds).
Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici
S. Pietro, navata di XI sec., opus sectile policromo geometrico
La porzione pavimentale in opus sectile ha le dimensioni di un quadrato di 2.20m per lato. Il risultato della stesura è un commesso di crustae fortemente frammentate poste in adiacenza a formare, per contrasto cromatico, motivi geometrici, semplici e compositi. Lo schema compositivo utilizza figure geometriche variamente formate. A un intento prestabilito di realizzare in qualche modo scansioni ripetitive possono ricondursi i due grandi dischi stellati, la scacchiera di quadrati e il motivo a sviluppo lineare con quadrati alternati a triangoli. Il sectile è riconducibile a un emblema che non è conservato nella sua interezza, motivo centrale della restante pavimentazione della navata della quale restano esigui lacerti composti da frammenti di lastrine disomogenee. Il sectile è l’esito di una composizione originale non riducibile a una semplice operazione di reimpiego, anche se è verosimilmente ipotizzabile che alcuni elementi possano essere stati recuperati da un contesto più antico riconducibile alla preesistenza messa in luce dagli scavi archeologici. L’esame autoptico ha individuato l’impiego di elementi fittili e litici, questi ultimi prevalentemente riconducibili ai calcari grigi e policromi locali della Formazione della Spezia già noti e utilizzati dai Romani nei cementizi e nei tessellati presillani e sillani della vicina villa del Varignano Vecchio. Per quanto riguarda le formelle di colore bianco e bianco/rosato si individua la compresenza di marmo lunense e in maggior misura di calcare bianco compatto, la cui provenienza è stata genericamente indicata nella formazione affiorante nel promontorio orientale della Spezia piuttosto che nella serie toscana. La presenza di sarciture e riprese della superficie con formelle rettangolari in laterizio denuncia il lungo uso del pavimento del quale non è noto il preparato, nelle condizioni attuali non visibile (il pannello in sectile è "annegato" in una pavimentazione moderna). Foto da DI FABIO 1986, fig. 2 p. 207.


Abside semicircolare della chiesa di XI sec. d.C. Il piano pavimentale originario era costituito da un "opus signinum" oggi non più apprezzabile, per il quale non si esclude comunque una funzione meramente preparatoria.
Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
non documentata – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

S. Pietro, abside di XI sec., cementizio fittile

Parte dell’ambiente: abside
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, forse con funzione preparatoria per un lastricato calcareo (lastre rettangolari di calcare locale grigio? cfr. GERVASINI, DA PIEVE cds).

Cronologia
Non determinata
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)

 
 

Oggetto conservato: non documentato – Conservato in: situ (Portovenere, Chiesa di S. Pietro in Castro)
Il pavimento è obliterato da un lastricato irregolare successivo (sopralluogo 06.04.2013).

Portovenere, Chiesa di S. Pietro in Castro (Riferimento: SBALig) Chiesa di S. Pietro – Portovenere (SP)

Di Fabio, C. 1986, L’architettura ecclesiastica a Portovenere fra XI e XIV secolo, in S. Venerio del Tino: vita religiosa e civile tra isola e terraferma in età medioevale. Atti del Convegno (Lerici, La Spezia, Portovenere, 18-20 settembre 1982), La Spezia – Sarzana, p. 206.
Gambaro, L./ Gervasini, L. 2004, Considerazioni su viabilità e insediamenti in età romana da Luni a Genova, in Insediamenti e territorio. Viabilità in Liguria tra I e VII secolo d.C. Atti del Convegno (Bordighera, 30 novembre – 1 dicembre 2000), Bordighera, p. 145, nota 71.
Gervasini, L./ Da Pieve, P. cds, Il Progetto TESS Liguria. Considerazioni su un opus sectile inedito nella chiesa di San Pietro a Porto Venere (SP) e sui pavimenti del Levante ligure., in Atti del XXI Colloquio per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Reggio Emilia, 18-21 marzo 2015), cds.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola, S. Pietro, abside di XI sec., cementizio fittile, in TESS – scheda 14484 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14484), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14484


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