scheda

Luna 2, fase III, vano 14, mosaico di Dioniso e Stagioni
Luni – Ortonovo ( SP )


LUNA 2, DOMUS DEI MOSAICI. Nell’isolato urbano dell’antica Luna compreso fra il Grande Tempio a N e il complesso capitolino a S (vd. infra) sorge la cd. Domus dei Mosaici (cfr. ubicazione, da DURANTE 2003, fig. 1 p. 143: n. 5, in rosso), costruita in età augustea sui resti di una o due abitazioni di epoca tardorepubblicana (cfr. GHIOTTO 2012, scheda LUNA 2, fase I, p. 329) con pavimenti in cementizio fittile decorato (vd. infra). L’edificio, individuato nel 1957 e scavato solo parzialmente nel 1970-71 e nel 1978-79, ha restituito tre fasi edilizie, comprese fra l’epoca augustea e la seconda metà del V sec. d.C, quando, in seguito a un evento disastroso che distrusse la città nella seconda metà del IV sec. d.C., si misero in atto importanti modifiche all’apparato decorativo della domus (cfr. planimetria resti, da GHIOTTO 2012, scheda LUNA 2, fasi III-IV. Rielaborazione grafica P. Da Pieve).
FASE II (età augustea/giulio-claudia). A questo momento risale l’organizzazione planimetrica della domus attorno alla corte porticata 1, delimitata da una peristasi di 3×3 colonne (forse con finestre) e provvista di pozzo (a) e vasca quadrangolare centrale (b). Non sono noti, a causa delle ristrutturazioni successive, l’ingresso e la distribuzione degli spazi interni. Durante sondaggi condotti nel 2000 si è portato alla luce l’unico piano pavimentale di questa fase, l’opus sectile del vano 6.
FASE III (fine III-inizio IV sec. d.C.). In questa fase l’articolazione dell’edificio è meglio nota, grazie alla presenza dei mosaici che danno il nome alla domus. Gli intercolumni della corte 1 vengono chiusi e i portici suddivisi da tramezzi, determinando quattro ambienti indipendenti (11-14). Viene inoltre ricavata una fontana (c) lungo i lati S e O dello spazio aperto. A N, dal vano 11, si accede a tre ambienti affiancati (vano 2, cubicolo 3, corridoio 4), l’ultimo dei quali (4) aperto verso il settore settentrionale della domus, non ancora indagato. A E, dalla sala 12, si raggiungono il grande ambiente di rappresentanza 6 e l’area scoperta 5, forse tenuta a giardino; questa risulta in comunicazione anche con alcuni altri ambienti (7-9), a loro volta in connessione con il vano riscaldato 10. Per questa fase sono noti alcuni tessellati, talvolta figurati, dai vani 2-3, 6, 11, 14, e un pavimento in marmo, forse in opus sectile, dal vano 10.
FASE IV (prima metà V sec. d.C.). Il vano 7 viene suddiviso in due nuovi ambienti (15-16), mentre nella sala 12 viene posato il grande mosaico del Circo Massimo di Roma. Si ipotizza che le terme, la peschiera e un altro impianto non scavato, individuati nel settore N del triportico capitolino e della basilica (vd. infra), potessero essere pertinenti alla fase tardoantica della domus.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luna 2, fase II, vano 6, opus sectile nd
Verosimilmente pertinente alla fase augustea della domus, il pavimento in opus sectile rinvenuto nel 2000 durante un sondaggio sotto il mosaico a girali vegetali di fase III (vd. infra) non è ulteriormente descritto.

Luna 2, fase III, cubicolo 3, mosaico di Ercole
Il tessellato è costituito da tre unità decorative: soglia a nastri incrociati verso il vano 11; pannello figurato con Ercole nell’anticamera; rozzo tessellato bianco nel tratto N della stanza, occupato dal letto verso il quale è rivolta la scena. Il tappeto principale è inquadrato su tre lati, tranne quello S occupato dalla soglia, da una coppia di nastri ondulati incrociati, con crocette di fiori di loto nei cerchi di risulta e fiori trifidi esterni agli incroci. Segue una cornice lineare bicroma, che circonda un bordo a girali di acanto, sorgenti da kantharoi angolari e terminanti in fiori a rosetta o giglio alternati. Il riquadro figurato, infine, è bordato da una treccia a due capi policroma e rappresenta Ercole stante, nudo e in sembianze mature, con arco e frecce al fianco. Una lacuna interessa la parte inferiore della scena: è probabile che l’eroe sia appoggiato alla clava con la mano sinistra, mentre ai suoi piedi giace la spoglia del leone ucciso (o solo la leonté?). Disegno da DURANTE 2001, fig. 30 p. 22.

Luna 2, fase III, vano 11, mosaico con corteo danzante, cesto di fiori e uccelli
Del rivestimento in tessellato sopravvive solo un pannello del capo nord-occidentale, con scena figurata su due registri. Il pannello, policromo a fondo bianco, è inquadrato da una cornice bicroma geometrica, composta da una doppia linea dentellata, una treccia a due capi in colore contrastante e una seconda linea doppia dentellata. Nel registro superiore rimane parte di un canestro pieno di fiori (rose?), circondato da volatili e fiori sparsi. Nel registro inferiore, tra bende rituali (mitrai) o festoni multicolori, si snoda un piccolo corteo di cinque personaggi, tre maschili e due femminili, con il capo inghirlandato, recanti fiori, fiaccole e altri oggetti, forse strumenti musicali, non più riconoscibili. La scena è stata variamente interpretata come corteggio dionisiaco o come corteo nuziale, per la presenza di una fanciulla con serto floreale e fiaccola. Foto da DURANTE, GERVASINI 2000, fig. 35 p. 65.

Luna 2, fase III, vano 2, tessellato nd
Rivestimento in tessellato non scavato, poichè obliterato dalla strada moderna, sotto la quale è sepolto.

Luna 2, fase III, vano 6, tessellato con cornice a girali vegetali
Del rivestimento di fase III sopravvivono solo alcuni lacerti in tessellato policromo pertinenti alla fascia perimetrale esterna e alla cornice di un pannello, spostato rispetto al centro della stanza, verosimilmente figurato; nel resto del tappeto si conserva solo la preparazione in cocciopesto per l’allettamento delle tessere. La fascia è ornata da girali vegetali sorgenti da cespi di acanto e vasi, mentre la cornice del pannello centrale da elementi circolari a girali fogliacei. Foto Archivio SBALig, Luni, Domus dei Mosaici.

Luna 2, fase III, vano riscaldato 10, pavimento in marmo nd
Il pavimento sospeso del vano riscaldato di III fase è ricordato come "pavimentazione marmorea", non ulteriormente definibile. Non potendo stabilire se fosse costituito da un opus sectile, in questa sede si considera come semplice lastricato.

Luna 2, fase IV, sala 12, mosaico del Circo Massimo
Il mosaico, fortemente lacunoso, rappresenta le strutture di un ippodromo per i ludi circenses, nel quale è stato riconosciuto, grazie alla minuziosa resa dei dettagli, il Circo Massimo di Roma. Fuori dall’edificio (lato N), su due registri, erano presenti due o tre grandi figure in movimento (aurighi?), di cui si conservano parte delle ombre proiettate sul terreno e i piedi fasciati da alti calzari: secondo il Frova, la raffigurazione degli aurighi doveva occupare tutta la larghezza del vano, come un pannello a parte senza alcun rapporto di proporzioni con il Circo (FROVA 1985, p. 101). La rappresentazione dell’edificio, nei toni del marrone, ocra, grigio, nero e giallo su fondo bianco, è lineare, salvo nella resa prospettica del tetto della galleria sovrastante la cavea e della curva. Il tempietto dedicato a Murcia, nell’arena, è raffigurato secondo la proiezione in piano. Rilievo da FROVA 1985, fig. 167 p. 100.


Vano 14, fase III (ultimo quarto III sec. d.C.). Ambiente di forma allungata, di circa 19.70mq, ricavato nel braccio porticato O della corte 1. Il pavimento è costituito da un tessellato policromo figurato, di cui sopravvive un pannello con Dioniso e le Stagioni. Per le dimensioni e la ricercatezza del rivestimento pavimentale potrebbe essere interpretato come sala di rappresentanza, sebbene i dati disponibili non consentano di accertarlo.

Lunghezza: 8.20 m – Larghezza: 2.40 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1957; 1970-71; 1978-79 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

Luna 2, fase III, vano 14, mosaico di Dioniso e Stagioni

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Del tessellato policromo sopravvivono solo alcuni lacerti, prospicienti l’ingresso all’ala meridionale della domus: da un rilievo in scala 1:4 (Archivio SBALig, inv. 11432) si colgono più unità decorative, verosimilmente pertinenti al pannello di soglia (fascia in tessellato bianco e fascia a girali vegetali con rosone centrale) e al campo centrale, con pannello figurato. Al centro di questo, entro un piccolo pseudoemblema, vi è rappresentato il giovane Dioniso, forse accompagnato da altri soggetti perduti. Tutt’attorno si dispone un “quadro delimitato da una spessa cornice traboccante di pampini vitinei” (DURANTE, GERVASINI 2006, p. 90), verosimilmente interpretabile come tappeto di vite: fra i tralci carichi di grappoli vi sono numerosi volatili, intenti a becchettare gli acini. Negli angoli si dispongono i busti delle Stagioni, di cui sopravvivono solo l’Autunno e la Primavera, sorgenti da cespi di acanto e incorniciate da un girale vegetale. Foto da FROVA 1985, fig. 170 p. 102.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo III d.C. (4° q) al secolo III d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Unità decorative

Parte dell’ambiente: spazio centrale
Tipo di impaginazione: non documentato
Cromia: policromo

Tappeto di vite (?) con bordo ornato da tralci di vite carichi di grappoli, volatili e fiori, busti angolari delle Stagioni, orientati verso l’esterno e sulle diagonali. Sopravvivono la Primavera, una fanciulla con ghirlanda di fiori rossi e foglie verde-azzurre sul capo, e l’Autunno, fanciulla con ghirlanda vegetale verde, marrone, marrone-giallo sul capo. Al centro del tappeto si dispone un piccolo pseudoemblema, contenente la figura del giovane Dioniso, forse in origine accompagnato da altri soggetti (es. sileno, pantera): nonostante le lacune l’iconografia del dio è riconoscibile per il breve mantello sulla spalla sinistra, la ghirlanda di pampini e uva ai lati della fronte cinta da una tenia e il tirso nella mano destra.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
DM 1i – linea doppia

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: vegetale e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Tappeti di viteDionisoStagioni, volatili

 
 
Referenza fotografica: da FROVA 1985, fig. 172 p. 102 (Primavera)

Parte dell’ambiente: soglia
Tipo di impaginazione: iterativa
Cromia: policromo

Una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli, forse pertinente al bordo perimetrale dell’intero tappeto, precede un pannello probabilmente rettangolare, delimitato da una linea semplice nera (verso l’esterno) e da una linea doppia nera (verso il pannello figurato), contenente racemi vegetali neri e gialli su fondo bianco. Verosimilmente al centro del pannello si coglie parte di un fiorone composito, campito in nero, verde e giallo, entro un motivo circolare delineato in nero e giallo (due cerchi concentrici?).

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
DM 1i – linea doppia
DM 1a – linea semplice

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrico-vegetalizzata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
 
 
Referenza fotografica: su gentile concessione della dott.ssa L. Gervasini (archivio inv. 11432)

Oggetto conservato: pannello – Conservato in: situ (Luni, Area Archeologica e Sistema Museale)

Luni, Area Archeologica e Sistema Museale (Riferimento: SBALig) Via Luni 37 – Ortonovo SP)

Baldini Lippolis, I. 2001, Luni 2, in La domus tardoantica. Forme e rappresentazioni dello spazio domestico nelle città del Mediterraneo, Imola, p. 220.
Canuti, G. 1994, Iconografia delle Stagioni nei mosaici pavimentali antichi d’Italia, in Atti del I Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Ravenna, p. 504, n. 3.
Durante, A.M./ Gervasini, L. 2000, in Luni. Zona archeologica e Museo Nazionale, Roma, pp. 65, 131.
Durante, A.M./ Gervasini, L. 2006, Alcune osservazioni sui tessellati policromi della domus dei mosaici di Luni, Ortonovo (SP), in Atti dell’XI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ancona, 16-19 febbraio 2005), Tivoli, p. 90, figg. 7-8a-b.
Frova, A. 1976, Luni, in Archeologia in Liguria, I. Scavi e scoperte (1967-75), a cura della Soprintendenza Archeologica della Liguria, Genova, p. 36, fig. 29.
Frova, A. 1985, in Luni. Guida archeologica, Sarzana, p. 100, figg. 161, 170-172.
Ghiotto, A.R. 2012, Luna 2, in Atria Longa Patescunt. Le forme dell’abitare nella Cisalpina romana. Schede e planimetrie, Roma, p. 329.
Zaccaria Ruggiu, A.P. 1991, Abitazioni private e spazio pubblico: il caso di Luni e di Conimbriga, in Rivista di Archeologia, Roma, p. 104.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola, Luna 2, fase III, vano 14, mosaico di Dioniso e Stagioni, in TESS – scheda 14532 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14532), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14532


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