scheda

Luni, domus ecclesiae, fase I, vano 1, lastricato marmoreo
Luni – Ortonovo ( SP )


DOMUS ECCLESIAE. Gli scavi nell’area della Cattedrale di S. Maria di Luni (cfr. ubicazione, da A.M. DURANTE, "L’edilizia privata a Luni", in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo – Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen roemischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Convegno (Roma, 4-5 novembre 1999)”, a cura di J. Ortalli, M. Heinzelmann, Roma 2003 (Palilia, 12), fig. 1 p. 143: nn. 2-3, in rosso) hanno messo in luce una complessa successione diacronica di interventi edilizi. Dopo una fase abitativa iniziale, testimoniata dai resti della cd. Domus di Oceano (Luna 5, prima metà I sec. a.C. – fine III/inizio IV sec. d.C., vd. infra), a partire dalla fine del IV sec. d.C. lo spazio residenziale viene totalmente riorganizzato, con l’asportazione di molte strutture murarie, l’obliterazione dei livelli pavimentali romani e la creazione di vani destinati a funzioni verosimilmente cultuali, precedenti l’impianto basilicale paleocristiano (vd. infra). Si è quindi parzialmente individuato un edificio caratterizzato da ampi locali (cfr. planimetria resti, da LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1995, figg. 4-5 pp. 212-213. Rielaborazione grafica P. Da Pieve), eretto alla fine del IV (fase I), ristrutturato all’inizio del V secolo d.C. (fase II) e infine obliterato dal cantiere della basilica: l’esiguità dei resti conservati non consente di stabilire la funzione del nuovo impianto, verosimilmente ancora di proprietà privata, ma forse già legato alla comunità cristiana e adibito a funzioni liturgiche, interpretabile come “domus ecclesiae” (LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1995, p. 200).
FASE I (fine IV sec. d.C.). L’edificio è solo parzialmente noto (settore SE): esso sfrutta in parte le strutture preesistenti, occupando una porzione della corte colonnata 1 della Domus di Oceano (area scoperta 9 e corridoio 5, con vasca e pozzo) e alcuni perimetrali di epoca romana. Sul lato meridionale del peristilio precedente viene ricavato un ampio ambiente dotato di sedili in muratura (1), forse un cathecumeneum, affiancato a E da tre ambienti minori (2-4). A N di questi e a E del corridoio 5 una vasta sala (6, 9x8m) comunica con un’esedra o un’abside (7) ed è affiancata da un altro grande ambiente (8), esteso oltre i limiti della chiesa, che ha restituito traccia di intonaci policromi. Per questa fase sono noti rivestimenti pavimentali in lastre di marmo (1) e tessellato (3-4), a cui si aggiungono le preparazioni dei vani 2, 7 e 8, che attestano l’originaria presenza di ulteriori pavimentazioni.
FASE II (inizio V sec. d.C.). Pochi decenni dopo la definizione del primo impianto, nel settore S dell’edificio viene realizzata una vasta aula (12, 9x6m) che oblitera i vani 2 e 3 e il tratto O del vano 4, mentre quest’ultimo viene ampliato verso N (13). Il piano pavimentale dell’aula meridionale 12 è costituito da alcune porzioni ancora in vista del mosaico del vano 3, risarcito con stesure in “cocciopesto” o in semplice battuto di malta, a testimonianza della continuità d’uso degli spazi. Il nuovo vano 13, invece, viene ripavimentato con uno strato di malta, che sigilla un piccolo deposito monetale (24 monete bronzee, fra le quali si riconoscono emissioni di Teodosio, Onorio e Arcadio) realizzato intaccando il tessellato di fase I.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C.
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luni, domus ecclesiae, fase I, vano 3, tessellato con pavone
Rivestimento pavimentale in tessellato, fortemente lacunoso: un tappeto rettangolare a fondo bianco e cornice lineare nera contiene un pannello quadrato con cerchio iscritto (diametro 2.70m) e un pannello rettangolare (largo 1.10m) di cui non si conosce la decorazione, forse posto in corrispondenza della soglia. Del rivestimento si conserva solo una porzione del pannello quadrato con cerchio iscritto: il lacerto mostra parte del bordo del cerchio, con “motivo a onde” policrome, e la coda di un pavone in uno degli angoli di risulta, nei quali verosimilmente si disponevano coppie di volatili affrontati. Foto da LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1995, fig. 14 p. 215.

Luni, domus ecclesiae, fase I, vano 4, tessellato con bordo a treccia
La decorazione del lacerto superstite, aderente alla parete e obliterato dall’absidiola S, viene descritta come “cornice a matassa” (LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1995, p. 198) o “motivo a nastri intrecciati” (SANNAZARO 1987, p. 324). La documentazione fotografica non permette di descriverlo più approfonditamente: il motivo viene quindi genericamente ricondotto a una treccia policroma (tessere azzurre, nere, bianche, gialle e rosa), delimitata da una linea nera non meglio identificata. Foto da SANNAZARO 1987, fig. 20 p. 322.

Luni, domus ecclesiae, fase II, vano 13, cementizio litico
Definito "battuto di malta", il rivestimento viene interpretato come cementizio a base litica.


Vano 1, fase I (fine IV sec. d.C.). L’ambiente meglio conservato del complesso tardoantico è un vasto spazio (38.08mq) ricavato in corrispondenza del vano 11 della Domus di Oceano, sfruttando a O e S strutture murarie precedenti e a N ed E muri nuovi (quello settentrionale direttamente impostato sul cementizio del peristilio 1, vd. infra). Alle pareti orientale e occidentale sono addossati due banchi in muratura (5.50×0.50m; altezza da terra 0.50m), interpretati come sedili: dati gli interventi posteriori non è possibile determinarne la presenza anche lungo il muro S, secondo una struttura a “U” rivolta verso l’entrata. Questa, sottolineata da una soglia in asportazione (larga 1.80m), si apre nella parete N e mette in comunicazione la sala con il corridoio 5, il cui pavimento (in cementizio fittile e litico, vd. infra) risulta a una quota ribassata (+1.94m) rispetto al piano del vano 1 (+2.10m), per consentire il collegamento con il pozzo e la vasca romani, ancora funzionanti. L’ambiente con sedili, per il quale si è ipotizzata la funzione di cathecumeneum adibito all’istruzione dei battezzandi, ha restituito tracce del piano pavimentale originario in lastre di marmo.
Fase II (inizio V sec. d.C.). L’ambiente con sedili rimane in uso anche nei decenni successivi, quando è affiancata, a E, dalla nuova aula meridionale (12).

Lunghezza: 6.80 m – Larghezza: 5.60 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1990-94 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria

Luni, domus ecclesiae, fase I, vano 1, lastricato marmoreo

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: non documentato

Rivestimento pavimentale in lastre di marmo, quasi totalmente asportato, ricostruibile attraverso le impronte nella malta di allettamento e parzialmente visibile in sezione.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (4° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione
Tipo di preparazione: malta

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)

 
 

Oggetto conservato: frammento – Conservato in: situ (Luni, Area Archeologica e Sistema Museale)

Luni, Area Archeologica e Sistema Museale (Riferimento: SBALig) Via Luni 37 – Ortonovo SP)

Lusuardi Siena, S./ Sannazaro, M. 1995, Gli scavi nell’area della cattedrale lunensi: dall’uso privato dello spazio all’edilizia religiosa pubblica, in Splendida Civitas Nostra. Studi archeologici in onore di Antonio Frova, Roma, p. 197.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Luni, domus ecclesiae, fase I, vano 1, lastricato marmoreo, in TESS – scheda 14837 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14837), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14837


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