
FASE PALEOCRISTIANA (seconda metà V sec. d.C.). Poco si conosce del primo impianto paleocristiano, forse intitolato a S. Salvatore (cfr. S. LUSUARDI SIENA, L’antica Luni e la sua cattedrale, in “Da Luni a Sarzana – 1204-2004. VIII Centenario della traslazione della sede vescovile. Atti del convegno internazionale di studi (Sarzana, 30 settembre-2 ottobre 2004)”, a cura di A. Manfredi e P. Sverzellati, Città del Vaticano 2007, p. 126), e prima sede della cattedra episcopale. Si tratta di una basilica a tre navate (24x20m ca), con abside interna, due annessi laterali al catino, presbiterio e nartece (A), frutto di una modifica dell’impianto nel corso della fase esecutiva e pavimentato in tessellato bicromo geometrico (cfr. planimetria resti, da DURANTE 1998, fig. 5 sch. 28/2). A S dell’edificio si aprono due annessi (B e C), entrambi pavimentati in tessellato geometrico, di cui quello più orientale (C) affacciato su un’area aperta (D) lastricata con marmi di reimpiego. I pavimenti dell’aula basilicale sono quasi totalmente perduti: si conservano i rivestimenti in “cocciopesto” della navata destra (larga 7m) e dell’abside, mentre di quelle centrale (larga 6m) e sinistra solo lacerti della preparazione in malta. Si segnala, inoltre, un “cocciopesto” individuato nel 1976 a S dell’absidiola romanica destra, forse pertinente a un annesso orientale (E). La cronologia dell’impianto pare confermata dalle basi onorarie provenienti dall’area capitolina (vd. infra) e reimpiegate per sostenere i colonnati che suddividono le navate: oltre alle dediche agli imperatori dell’ultimo quarto del III o dell’inizio del IV sec. d.C. (Carino, Diocleziano, Tacito, Galerio e Massenzio), degna di nota è la dedica più recente, relativa a un alto magistrato che ricoprì una carica (consularis Tusciae et Umbriae) istituita dopo il 366 e in vigore fino agli inizi del V sec. d.C.
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Rivestimento musivo, fortemente lacunoso, costituito da un tappeto a scacchiera bianca e grigia (grigio scuro), a ordito obliquo, incorniciato da una larga fascia monocroma bianca a ordito diritto. Foto da LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1987, fig. 262 p. 227.
Luni, basilica paleocristiana, annesso C, tessellato tricromo a scacchiera caricata da fiori cruciformi e crocette
Il tappeto musivo, inquadrato da una cornice lineare bianca e nera, è ornato da una scacchiera bicroma, bianca e grigio-scura, arricchita da crocette con petali a squadra bianche negli scacchi scuri e da fiori cruciformi rossi, neri e bianchi negli scacchi bianchi. Foto da LUSUARDI SIENA 2007, tav. IX.
Luni, basilica paleocristiana, annesso E, cementizio fittile
Descritto come "cocciopesto", il piano pavimentale è verosimilmente un cementizio a base fittile, privo di inserti. Foto da LUSUARDI SIENA 1976, fig. 20 p. 46.
Luni, basilica paleocristiana, area scoperta D, lastricato marmoreo (reimpiego)
Il rivestimento è realizzato in lastre di marmo di reimpiego: il notevole spessore delle lastre ha fatto ipotizzare che provengano dallo smantellamento dell’area forsense di Luni (vd. infra).
Luni, basilica paleocristiana, nartece, tessellato bicromo sim sectile Q2R
Il tappeto musivo, lacunoso soprattutto all’altezza dell’accesso alla navata centrale, imita un opus sectile a modulo quadrato reticolare (Q2/R): una maglia di fasce bianche determina quadrati (18-19cm di lato) neri, caricati da un quadrato bianco sulla diagonale. Accanto alle tessere bianche e nere (o grigio-scure), si trovano sporadiche tessere verdi di calcare locale, in bianco-rosato e bianco-grigio di marmo lunense, forse ascrivibili a restauri successivi. L’inserzione di tali tessere, tuttavia, non incide sulla complessiva bicromia del mosaico. Si notano interstizi fino a 6mm sigillati in cementizio fittile. Foto da LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1987, fig. 262 p. 227.
Luni, basilica paleocristiana, navata S, cementizio fittile (preparazione?)
Il piano pavimentale della navata destra, conservato per lo più in sezione, è costituito da un livello di cementizio fittile: potrebbe trattarsi della preparazione di un rivestimento musivo perduto o di un vero e proprio pavimento, come si riscontra in altri edifici basilicali coevi (LUSUARDI SIENA 1986, p. 305 nota 3).

Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1976 – Ente responsabile: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria
Luni, basilica paleocristiana, abside, cementizio fittile (preparazione?)
Parte dell’ambiente: abside
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Il piano pavimentale è costituito da un livello di cementizio fittile: potrebbe trattarsi della preparazione di un rivestimento perduto o di un vero e proprio pavimento, ma i dati disponibili sono troppo esigui per verificarlo.
Estremi temporali: dal secolo V d.C. (3° q) al secolo V d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Campo
Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base fittile senza inserti)
Luni, Area Archeologica e Sistema Museale (Riferimento: SBALig) Via Luni 37 – Ortonovo SP)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14849