scheda

Luni, basilica bizantina, navata centrale, lastricato marmoreo bianco
Luni – Ortonovo ( SP )


BASILICA BIZANTINA. Gli scavi nell’area della Cattedrale di S. Maria di Luni (cfr. ubicazione, da A.M. DURANTE, "L’edilizia privata a Luni", in “Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo – Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen roemischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Convegno (Roma, 4-5 novembre 1999)”, a cura di J. Ortalli, M. Heinzelmann, Roma 2003 (Palilia, 12), fig. 1 p. 143: n. 2, in rosso) hanno messo in luce una complessa successione diacronica di interventi edilizi. Sui resti della Domus di Oceano (Luna 5, vd. infra), trasformata in domus ecclesiae tra la fine del IV e l’inizio del V sec. d.C. (vd. infra), a partire dalla seconda metà del V sec. d.C. sorge una grande basilica cristiana, della quale sono state identificate almeno quattro fasi di vita: paleocristiana (vd. infra), bizantina (metà VI sec. d.C.), carolingia (VIII-IX secolo) e romanica (X-XII secolo). Per le fasi paleocristiana e bizantina sono noti diversi rivestimenti pavimentali, talvolta di incerta attribuzione cronologica: la lettura stratigrafica, infatti, risulta estremamente difficoltosa non solo per il susseguirsi delle trasformazioni che interessarono l’edificio, ma anche per i consistenti interventi di scavo effettuati alla fine del XIX secolo da P. Podestà, che credette di indagare i resti della chiesa di S. Marco (per i rivestimenti paleocristiani, in parte ancora in uso nella fase successiva, vd. infra).
FASE BIZANTINA (metà VI sec. d.C.). L’edificio di culto, verosimilmente ora intitolato al nome di Cristo, viene radicalmente modificato (cfr. planimetria resti, da DURANTE 1998, fig. 6 sch. 28/2) al termine della guerra greco-gotica (535-553), quando Luni diventa il centro più importante della nuova provincia Maritima Italorum. A conferma di tale ipotesi sembrerebbe portare la menzione del famulus Christi Gerontius nell’iscrizione musiva che orna il tappeto della navata sinistra, forse vescovo di Luni nel 556 d.C. A livello planimetrico le modifiche riguardano le navate che, demoliti i perimetrali, vengono ora ricostruite di minore ampiezza; l’abside, con l’erezione di un secondo muro circolare che comporta la creazione di un corridoio anulare; gli intercolumni delle navate, che vengono collegati da un basso muretto, inglobando le basi onorarie di reimpiego e creando una zona sopraelevata riservata (recinzione presbiteriale, forse schola cantorum). Sui precedenti livelli pavimentali delle navate, sopraelevati con riporti artificiali, vengono posati nuovi pavimenti, in tessellato nelle navate laterali, in lastre di marmo in quella centrale e in opus sectile nel corridoio anulare dell’abside (e forse anche nel presbiterio: cfr. LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1984, p. 39). Contemporaneamente rimangono in uso i tessellati paleocristiani del nartece A, degli annessi laterali B e C, forse il lastricato dell’area aperta D e il cementizio dell’annesso E (vd. infra).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Luni, basilica bizantina, corridoio anulare, opus sectile bicromo
Rivestimento in opus sectile bicromo a base marmorea (marmo bianco lunense e bardiglio grigio scuro lunense), raccordato alla curva dell’abside da due file di lastrine rettangolari. Il motivo decorativo, descritto in letteratura come “disegno a triangoli e a spina di pesce”, risulta in realtà più complesso, almeno a giudicare dalla resa grafica dei lacerti superstiti e delle impronte nella malta di allettamento (LUSUARDI SIENA 1976, fig. 18 p. 43): si leggono, infatti, almeno tre motivi differenti, forse ripetuti simmetricamente. Il primo, in corrispondenza dell’accesso S del corridoio, è costituito da piccoli rombi accostati, disposti a formare file spezzate, alternativamente bianche e nere, di parallelogrammi adiacenti (sim. DM 9g). Segue un motivo a file di triangoli equilateri, dritti e capovolti, forse a colori alterni, e infine una composizione a esagoni, quadrati e triangoli (sim. DM 205b), che sembra proseguire lungo tutta la curva dell’abside. Foto da LUSUARDI SIENA, SANNAZARO 1984, fig. 41 p. 40.

Luni, basilica bizantina, navata dx, mosaico a sinusoidi vegetali e cerchi tangenti
Del tessellato sopravvivono solo alcuni lacerti e un tratto di preparazione, che hanno consentito la ricostruzione parziale del tappeto: un complesso disegno, reso in una sobria policromia su fondo bianco, combina tralci vegetali sinusoidali, trattenuti a distanze regolari da anelli, a una composizione di cerchi tangenti, il cui centro coincide con il centro degli anelli; i quadrati concavi originati dai cerchi tangenti sono caricati da complicati fioroni compositi. La ricca trama geometrico-vegetale (var. DM 250e) richiama esemplari di area nord-africana (LUSUARDI SIENA 1986, pp. 309-310), nei quali però gli spazi di risulta sono caricati da figure di animali e volatili, totalmente assenti nel mosaico lunense (almeno nei lacerti superstiti); l’andamento delle foglie d’acanto non speculare ma opposto, “quasi si trattasse di un unico lunghissimo tralcio” (LUSUARDI SIENA 1986, p. 309), è simile invece a quello del mosaico di S. Agata a Ravenna (seconda metà V sec. d.C.). Disegno da FROVA 1985, fig. 227 p. 129.

Luni, basilica bizantina, navata sinistra, mosaico di Gerontius
Il mosaico è costituito da pannelli giustapposti, di cui solo due ricostruibili. Quello meglio conservato, quasi al centro della navata, è incorniciato da petali trifidi triangolari dritti e rovesci e ornato da una composizione ortogonale di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi. A O vi è il tondo (diametro 1.80m) con l’iscrizione di Gerontius, incorniciato da treccia a due capi e denti di sega. I riempitivi dei quadrati concavi sono perduti, a eccezione di un kantharos da cui fuoriesce un fiore e di motivi cruciformi (quadrato dentato circondato da quattro nappine) attorno al tondo con l’iscrizione. Del pannello O rimangono esigui lacerti del bordo a nastro ondulato e del campo a composizione ortogonale di ottagoni tangenti, formanti stelle di quattro punte, gli ottagoni caricati da fioroni compositi e da un piccolo canestro. dISEGNO da LUSUARDI SIENA 2007, tav. XVI.


La navata centrale di epoca bizantina ricalca quella paleocristiana precedente. Ora gli intercolumni sono chiusi da un basso muretto e creano una zona sopraelevata riservata, una recinzione presbiteriale o forse una schola cantorum. Il piano pavimentale, distrutto dal Podestà, era in lastre di marmo bianco.

Lunghezza: 24 m – Larghezza: 6 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
Fine XIX sec.

Luni, basilica bizantina, navata centrale, lastricato marmoreo bianco

Parte dell’ambiente: navata centrale
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo

Il rivestimento pavimentale, individuato dal Podestà dopo il 1886, è costituito da lastre marmoree bianche, probabilmente di recupero. L’asportazione del pavimento alla fine del XIX secolo per indagare i livelli sottostanti non consente di determinarne la tessitura e l’estensione. Alcuni dubbi permangono inoltre sulla sua attribuzione alla fase bizantina della chiesa (DURANTE 1998).

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (2° q) al secolo VI d.C. (3° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici

Bordo

Elemento non presente

 

Campo

Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: lastricato (lastricato omogeneo marmoreo)

 
 

Oggetto conservato: frammento – Conservato in: situ (Luni, Area Archeologica e Sistema Museale)
Il pavimento venne distrutto dal Podestà alla fine del XIX secolo per raggiungere i livelli sottostanti.

Luni, Area Archeologica e Sistema Museale (Riferimento: SBALig) Via Luni 37 – Ortonovo SP)

Durante, A.M./ Gervasini, L. 2000, in Luni. Zona archeologica e Museo Nazionale, Roma, p. 54.
Durante, A.M. 1998, Luni. Santa Maria, in Archeologia cristiana in Liguria. Aree ed edifici di culto tra IV e XI secolo, Atti dell’VIII Congresso Nazionale di Archeologia Cristiana (Genova – Sarzana – Finale Ligure – Albenga – Ventimiglia, 21-26 settembre 1998), Genova, sch. 28/3.
Fiocchi Nicolai, V. 1989, Notiziario delle scoperte avvenute in Italia nel campo dell’archeologia cristiana negli anni 1981-1986, in Atti dell’XI Congresso Internazionale di Archeologia Cristiana (Lione-Vienne-Grenoble-Ginevra-Aosta, settembre 1986), Roma , p. 2222.
Frova, A. 1985, in Luni. Guida archeologica, Sarzana, pp. 121, 126.
Lusuardi Siena, S./ Sannazaro, M. 1984, Luni – Gli scavi della cattedrale di S. Maria, in Archeologia in Liguria, II. Scavi e scoperte (1976-81), Genova, p. 39.
Lusuardi Siena, S./ Sannazaro, M. 1987, Luni – Area della cattedrale, in Archeologia in Liguria, III.2. Dall’epoca romana al post mediovevo. Scavi e scoperte (1982-86), Genova, p. 225.
Lusuardi Siena, S. 1976, Archeologia altomedievale a Luni: nuove scoperte nella basilica, in Quaderni del Centro Studi Lunensi, Luni, p. 36.
Lusuardi Siena, S. 1985, Lo scavo della Cattedrale di Luni (SP). Notizie preliminari sulle campagne 1976-1984, in Archeologia Medievale. Cultura materiale, insediamenti, territorio, Firenze, p. 308.
Lusuardi Siena, S. 1987, Luni paleocristiana e altomedievale nelle vicende della sua Cattedrale, in Studi lunensi e prospettive sull’Occidente romano. Atti del Convegno (Lerici, 26-28 settembre 1985), Luni, p. 300.
Podestà, P. 1890, Nuove scoperte nell’antica Luni, in Notizie degli Scavi di Antichità, Roma, p. 376.

DATA SCHEDA: 2013 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola , Luni, basilica bizantina, navata centrale, lastricato marmoreo bianco, in TESS – scheda 14871 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14871), 2013

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=14871


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