
Dall’indagine del 2009 sono venuti parzialmente in luce tre ambienti dell’angolo NE di un edificio non meglio identificato (cfr. planimetria, da FRAMARIN, WICKS 2010, figg. 3-4 pp. 56-57), risparmiati da un potente sbancamento di epoca posteriore: il complesso ha restituito diverse fasi di vita, dall’epoca augustea fino alla spoliazione delle strutture murarie e dei pavimenti intorno alla metà del IV sec. d.C. La tendenza a un dimensionamento in grandi spazi, specie nel corso della fase III, sembrerebbe indirizzare l’interpretazione del complesso come edificio di natura non privata (FRAMARIN, WICKS 2010, p. 59), come già suggerito dal Promis (basilica civile? Cfr. C. PROMIS, “Le antichità di Aosta”, Torino 1862, pp. 35-36, 141-142)
FASE I (25 a.C.-prima metà I sec. d.C.). Sul fronte settentrionale dell’insula si dispongono il vano A, adiacente al cardo minore a E e dotato di due pilastri centrali che lo dividono in tre navate EO, seguito da un disimpegno B, di forma rettangolare allungata, e dal vano C, di cui è nota solo parte del muro orientale, con tracce di intonaco bianco e giallo. Gli ambienti si sviluppano verso S, al di sotto del Palazzo comunale, e sembrano leggermente digradanti verso O. A questa prima fase si possono ascrivere, inoltre, due ambienti (D, E) individuati nel 1999 all’interno dell’Hôtel des États, a circa 25m dal limite N dell’insula. Nessun rivestimento pavimentale di fase I si è conservato.
FASE II (I-III sec. d.C.). In questa fase si assiste a piccole modifiche interne riguardanti il vano A, come la creazione di una canaletta parallela al limite E. Anche per questa fase non si è conservato alcun piano pavimentale.
FASE III (fine II-prima metà III sec. d.C.). L’edificio viene sottoposto a un’intensa attività di demolizione e di ricostruzione degli ambienti, collegata ad alcuni cambiamenti funzionali: nel vano A’, rimossi i pilastri di fase I, vengono posate suspensurae cilindriche su un piano in cementizio litico. Dagli strati di crollo è stato possibile desumere la tipologia del pavimento sospeso, in opus sectile bicromo, poggiante su uno strato di cementizio fittile steso su mattoni bipedali: nonostante il pessimo stato di conservazione del pavimento, si è comunque ritenuto opportuno schedarlo, date le dimensioni ragguardevoli (70mq circa) e la ricchezza dei materiali marmorei impiegati. Nel vano B viene steso un nuovo piano pavimentale in cementizio litico, cui si associa la stesura di un intonaco parietale; nel vano C la ristrutturazione è solo ipotizzabile. Per quanto concerne l’area SO, sotto l’Hôtel des États, i due precedenti vani D-E vengono uniti in un unico ambiente D’, pavimentato in cementizio litico.
FASE IIIB (metà IV sec. d.C.). Nel corso di questa fase, caratterizzata dalla progressiva spoliazione delle strutture, vengono asportate le formelle marmoree del sectile del vano A’.
FASE IV (fine IV sec. d.C.). Gli ambienti vengono colmati da depositi di origine alluvionale e successivamente obliterati da una serie di scarichi eterogenei (macerie). In generale si assiste al degrado del tessuto urbano romano, fino al livellamento dell’area per la costruzione del convento di S. Francesco, documentato a partire dal 1300.
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (2° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Il rivestimento in opus sectile non si è conservato. Gli unici elementi superstiti sono alcune labili impronte delle formelle nella malta di preparazione stesa su mattoni bipedali rinvenuti negli strati di crollo del vano e alcuni elementi triangolari in marmo bianco (lato 18cm), quadrati e rettangolari (15×29.30cm) in bardiglio, sopravvissuti alla spoliazione del IV sec. d.C. Non è quindi possibile determinare la scansione né l’impaginazione del sectile, bicromo, a base marmorea. Foto da FRAMARIN, WICKS 2010, fig. 7 p. 59.
edificio NE Insula 29, fase III, vano B, cementizio litico
Rivestimento in cementizio a base litica, composto da una prima gettata di malta gialla, piccoli ciottoli e frammenti laterizi e da una seconda con ciottoli, calcare e rari frammenti laterizi di piccole dimensioni misti a malta ben pressata. Foto da FRAMARIN, WICKS 2010, fig. 8 p. 59.

Lunghezza: 8 m – Larghezza: 3.20 m
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Data: 1999 – Ente responsabile: RAVA-SBAC
Edificio NE Insula 29, fase III, vano D’, cementizio litico
Parte dell’ambiente: intero ambiente
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: a campo omogeneo
Cromia: monocromo
Rivestimento in cementizio a base litica, privo di inserti, esteso oltre i limiti di scavo.
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati archeologici
Lunghezza: 8 m; Larghezza: 3.20 m;
Campo
Specifiche tecniche
Lunghezza: 8 m – Larghezza: 3.20 m
Identificazione della Decorazione: assente
Tecnica Esecutiva: cementizio (cementizio a base litica senza inserti)
INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=16255