EDIFICIO MERIDIONALE (Insula 3). In seguito a una serie di campagne di scavo condotte fra il 2006 e il 2009 in piazza Roncas sono emersi i resti di un vasto edificio posto a S della torre orientale della Porta Principalis Sinistra di Augusta Praetoria e per questo noto come “Edificio meridionale” (cfr. ubicazione, da R. MOLLO, P. FRAMARIN, “Pavimentazioni e rivestimenti architettonici nell’edilizia pubblica di Augusta Praetoria”, in BPréhistAlp, XVIII, 2007, fig. 1 p. 304: in rosso), costruito su una vasta area precedentemente occupata dall’intervallum (fase I), a ridosso delle mura N della città. Si tratta di un grandioso complesso pubblico (cfr. planimetria, da FRAMARIN, DE DAVIDE, WICKS 2010, figg. 3-4, pp. 45, 47. Rielaborazione grafica P. Da Pieve), la cui specifica destinazione d’uso non è ancora del tutto chiarita: la sua vicinanza alla porta urbica settentrionale e al cardo massimo, su cui si affaccia a O, hanno indotto a ipotizzarne una funzione pubblica di servizio connessa proprio con il passaggio della strada. Gli scavi hanno documentato diverse fasi di vita dell’edificio, dalla prima metà del I sec. d.C. (fase II) alla prima metà del IV sec. d.C. (fase IV).
FASE II (prima metà I sec. d.C.). La pendenza naturale dell’area viene livellata con un pesante sbancamento: sul piano così creato viene eretta una grande costruzione rettangolare (13x26m) suddivisa internamente da una serie di pilastri centrali, coperta da un soffitto a volta e forse dotata di un secondo piano. Un accesso è stato individuato sul lato O, forse per mezzo di un porticato fiancheggiante il cardo massimo; l’ingresso principale doveva aprirsi a S, su un vicolo EO in corrispondenza del Criptoportico forense (vd. infra). Dall’angolo NE proviene una piccola testa bronzea di Ercole. Del pavimento della grande aula si è conservata solo la preparazione in sabbia e ghiaia compattata, forse a sostegno di un rivestimento in lastre lapidee asportate.
FASE IIA (seconda metà I-II sec. d.C.). L’edificio subisce una serie di modifiche interne, mediante l’erezione di tramezzi che interessano soprattutto il settore centrale. Una nuova apertura viene ricavata nell’angolo NO della costruzione.
FASE III (ultimo quarto II-metà III sec. d.C.). Il complesso viene profondamente modificato con l’aggiunta, a E, di un vano triangolare, e con la riorganizzazione degli spazi interni della grande aula rettangolare. Mediante tramezzi EO vengono creati un vano a N (vano A), di 6x12m, e un grande vano centrale (vano B), di circa 12x12m, ai quali va forse affiancato un ulteriore ambiente a S di 6x12m. Il vano A ha restituito traccia di rifiniture architettoniche di pregio in marmo, travertino e bardiglio; per quanto concerne il piano pavimentale si conserva la preparazione in ciottoli, ghiaia e sabbia, nonché ampi lacerti in “cocciopesto” dai tagli di spoliazione. La copertura doveva essere costituita da elementi laterizi, rinvenuti in abbondanza negli strati di crollo insieme a elementi lignei carbonizzati (parte della travatura del soffitto o del pavimento del piano superiore).
FASE IIIA (ultimo quarto III sec. d.C.). Il vano B viene pavimentato in cementizio litico: il rivestimento si conserva nella zona centro-orientale del vano, per oltre 25mq. Verso S, invece, è demolito per far posto a un ipocausto (a E, 3.70×3.05m) e relativo praefurnium (a O, 3.20×1.65m), forse in sostituzione di un precedente impianto analogo. Dagli strati di demolizione dell’ipocausto provengono frammenti di bipedali, resti di malta e “cocciopesto” e sporadici frammenti marmorei, pertinenti verosimilmente all’originario pavimento sospeso del vano. Il settore riscaldato meridionale doveva essere separato da quello N non riscaldato mediante un tramezzo in opus craticium.
FASE IV (dalla prima metà IV sec. d.C.). L’edificio viene distrutto da un incendio e progressivamente spoliato e demolito. Si assiste al riuso a scopo abitativo di alcune parti del complesso, come il cementizio del vano B, mentre sui crolli delle coperture dell’adiacente vano A vengono posati nuovi piani pavimentali in sabbia, ghiaia e macerie compattate. Nello spazio compreso fra l’edificio e il cardo massimo vengono realizzate strutture a secco; in seguito l’area viene adibita a orti, fino al XVII secolo, quando inizia la sistemazione di piazza Roncas.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Vano A, fase III (ultimo quarto II-metà III sec. d.C.). Ambiente rettangolare ricavato nel settore N dell’aula di fase II. Le rifiniture di pregio, desumibili dai frammenti marmorei e bronzei provenienti dagli strati di crollo, ne attestano la funzione pubblica. Il piano pavimentale è costituito da un cementizio a base fittile.
Lunghezza: 6 m – Larghezza: 12 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 2007 – Ente responsabile: RAVA-SBAC
Insula 3, Edificio S, fase III, vano A, cementizio fittile
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: a campo omogeneo Cromia: monocromo
Rivestimento pavimentale in cementizio a base fittile, privo di inserti. Non si esclude possa trattarsi di un semplice livello preparatorio. Foto su concessione RAVA-SBAC, Patrimonio archeologico, Fig6b.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
Caratteristiche della preparazione Tipo di preparazione: spesso vespaio di ciottoli, ghiaia e sabbia
Framarin, P./ De Davide, C./ Wicks, D. 2009, Indagini archeologiche in piazza Roncas (Aosta) – (II lotto 2007), in Bollettino della Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali della Valle d’Aosta , Aosta, p. 59.
DATA SCHEDA: 2014 | AUTORE: Da Pieve, Paola | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Da Pieve, Paola, Insula 3, Edificio S, fase III, vano A, cementizio fittile, in TESS – scheda 16522 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=16522), 2014