Casa dei Cervi (IV, 21): la casa si apre al n. 21 del cardo V e occupa il settore S dell’insula IV. È stato accertato che la domus appartenne a Q. Granius Verus, decurione ercolanese tra il 50 e il 60 d.C. Tramite un marciapiede decorato si accede alle fauces (1), che conducono ad un piccolo atrio di tipo testudinato. A destra si sviluppa il settore servile (2-4, corridoio a ed ambienti 11-14), mentre a sinistra si articola il quartiere signorile. Esso si caratterizza da un ampio triclinio-oecus, che prospetta sul viridario, da un’anticamera (6), affiancata da un deposito (8), che immette nell’ambiente 7, forse un triclinio invernale. Infine in questo settore si aprono l’ambiente 9, con scala per accedere al piano superiore, e il cubicolo 10. Il viridario è definito da un quadriportico costituito da murature intervallate da finestre con pitture a fondo rosso e riquadri con amorini, eccezion fatta del braccio SO, che invece è aperto sulla loggia prospettante il litorale. L’ingresso al viridario avviene da un portale con frontone decorato a mosaico; al suo interno si conserva un ricco arredo marmoreo, tra cui le sculture dei cervi aggrediti da cani da caccia, dalle quali deriva il nome della casa. A sud si aprono tre oeci (15-17) e, presso la loggia, un gazebo centrale, definito da aiuole e da due diaetae. La prima fase edilizia della domus viene fatta risalire al II-I sec. a.C., e interessa l’area occupata dagli ambienti 1-10. Successivamente, nella seconda metà del I sec. a.C., l’edificio subì una notevole ristrutturazione, andando ad inglobare due o tre case e si espanse sulla cinta difensiva, verso la marina. La casa ci è giunta nelle forme delle ristrutturazioni operate soprattutto nell’ambito del IV stile, testimoniate da pregevoli decorazioni pittoriche e da rivestimenti pavimentali in opus sectile e in tessellato con inserti marmorei (pianta edificio tratta da GUIDOBALDI ET ALII 2014, p. 232).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), ambiente 10, tessellato bianco bordato da fasce in colore contrastante Tessellato bordato da una fascia bianca a ordito obliquo seguita da quattro filari di tessere nere racchiusi, su ambo i lati, da tre filari di tessere bianche. Il campo è bianco con disposizione obliqua dei filari di tessere. Il pavimento appartiene ad un rifacimento di tardo IV stile. Il manufatto è visibile per un’ampiezza massima di m 1,80×1,70.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), criptoportico, tessellato con punteggiato di inserti marmorei e sectile a isodomo listellato Il pavimento del criptoportico è in tessellato bordato da fasce in colore contrastante con campo a fondo bianco impreziosito da un punteggiato regolare di inserti di forma triangolare, quadrata, rombica e rettangolare in giallo antico, africano, bardiglio, portasanta, marmi bianchi, pavonazzetto. In corrispondenza delle finestre o degli ingressi agli ambienti 16-17 si sviluppano delle fasce nere ugualmente campite da inserti marmorei, a scandire l’articolazione architettonica del portico. Davanti l’entrata al tablino 15 (tratto D) il tessellato è sostituito da un sectile a isodomo listellato. I rettangoli (cm 41×20,5) sono in bardiglio/cipollino, i listelli (spess. cm 3) in giallo antico/alabastro. L’insieme pavimentale è frutto di un rifacimento operato nell’ambito del tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), cubicolo 10, opus sectile con motivi semplici "a campionario" Opus sectile marmoreo conservato per un’ampiezza massima di m 3×2,10, a modulo quadrato (cm 30 ca.) con motivi semplici disposti "a campionario" (Q, Q2, Q3, QOM, QS2Q, QO). I materiali impiegati sono il bardiglio, il marmo bianco, il giallo antico, l’alabastro, il portasanta, il pavonazzetto, l’africano. Il pavimento è frutto di un rifacimento operato nel tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), diaeta 22, tessellato bianco e con inserti marmorei L’anticamera era rivestita da un opus sectile, visibile solo in impronte, non sufficienti a ricostruire lo schema decorativo. L’alcova, rialzata, è in semplice tessellato bianco a ordito obliquo. Lo scendiletto è in tessellato nero con inserti (cm 0,7-0,8) misti. I rivestimenti sono frutto delle ristrutturazoni edilizie operate nell’ambito del III stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), diaeta 23, opus sectile con motivi complessi Opus sectile conservatosi al centro dell’ambiente, per un’ampiezza massima di m 1,35×0,90, a modulo quadrato (cm 45) con motivi complessi in redazione mista. I materiali impiegati sono il giallo antico, il pavonazzetto, il bardiglio, il profido rosso, il porfido verde greco, il serpentino, il rosso antico, il cipollino. Il pavimento è databile nel tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), fauces 1, tessellato con punteggiato di inserti marmorei e dadi Tessellato bordato da una fascia nera seguita da tre filari di tessere bianche. Il campo, a fondo bianco, è decorato da un punteggiato regolare di dadi neri (cm 1,6-1,7) alternati ad inserti di forma triangolare (base: cm 4; 7; 11,3; 29), quadrata (cm 7), rombica (cm 7) e rettangolare (cm 10×5) in marmi bianchi, bardiglio, giallo antico, aficano, portasanta, alabastro. Il pavimento è stato attribuito al tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), marciapiede, cementizio a base fittile con inserti misti e tessere Cementizio a base fittile con inserti misti (cm 4-11) di forma irregolare e quadrata in palombino, africano, bigio, alabastro, cipollino, giallo antico, marmi bianchi, brecce varie. Presenti anche tessere bianche sparse. Il pavimento è inquadrabile nell’ambito dei rifacimenti che interessarono la domus nel III o nel tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), oecus 17, opus sectile con motivo Q2 Opus sectile visibile per un’ampiezza massima di m 3,25×2,66, a modulo quadrato (cm 29,5) con motivo Q2. I marmi impiegati sono il portasanta e il bardiglio sporadicamente sostituito da cipollino. Il pavimento è frutto di un rifacimento databile nell’ambito del tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), oecus 7, opus sectile con motivi semplici "a campionario" Opus sectile marmoreo (con limitata presenza di elementi litici) conservato per ca. l’80% della superficie originaria, a modulo quadrato (cm 30 ca.) con motivi semplici disposti "a campionario", tra cui si segnalano Q2, Q3, Q4, Q5, QOM, Q2OM, QS2Q, QS8Q, QklQ, QOrQ e motivi rari e pressoché unici. I materiali impiegati sono il bardiglio, il marmo bianco, il giallo antico, l’alabastro, il portasanta, il pavonazzetto, il cipollino, il rosso antico, la litomarga verde, l’africano, il serpentino, il porfido rosso, il palombino. Il pavimento è frutto di un rifacimento operato nel tardo IV stile.
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), tablino 15, opus sectile a modulo rombico Opus sectile a modulo rombico (rombi: cm 88×52), con rombi minori (cm 12,5×7,2), esagoni (diam. cm 14,5; lato cm 7,2) e triangoli equilateri (cm 7,2×6,25) in marmi variatissimi, conservato in dieci frammenti. I rombi "si articolano internamente intorno ad un esagono contornato da una doppia fascia composita di triangoli equilateri e rombi disposti a simulare intersezioni multiple lungo tre direzioni inclinate di 120 gradi l’una rispetto all’altra". Il pavimento è databile nell’ambito del IV stile.
Triclinio 5: ampio tablino facente parte del nucleo più antico della casa, accessibile dall’atrio e aperto sul viridario. Conserva la decorazione pittorica su fondo nero e il lussuoso pavimento in opus sectile "a campionario", attribuiti ad un rifacimento realizzato nell’ambito del IV stile.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 10-1929/4-1932
Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), triclinio 5, opus sectile con motivi semplici "a campionario"
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Opus sectile marmoreo (con limitata presenza di elementi litici) conservato per ca. l’80% della superficie originaria, a modulo quadrato (cm 30 ca.) con motivi semplici disposti "a campionario", tra cui si segnalano Q, Q2, Q3, Q4, QOM, Q2OM, Q3OM, QS2Q, QS8Q e motivi rari e pressoché unici, a volte con listellatura interna. I materiali impiegati sono il bardiglio, il marmo bianco, il giallo antico, l’alabastro, il portasanta, la breccia appenninica, il pavonazzetto, il cipollino, il rosso antico, la litomarga verde, l’africano, il porfido verde greco, il palombino. Il pavimento è frutto di un rifacimento operato nel tardo IV stile.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (3° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Scavi di Ercolano) Restauri moderni: Il sottofondo pavimentale è stato colmato con malta cementizia di restauro. Condizione giuridica: proprietà Stato
Scavi di Ercolano (Riferimento: Guidobaldi, Maria Paola) Corso Resina, 1, 80056 – Ercolano (NA)
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Sposito, Francesca, Area archeologica, Casa dei Cervi (IV,21), triclinio 5, opus sectile con motivi semplici "a campionario", in TESS – scheda 18400 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=18400), 2016