scheda

S. Vincenzino, villa, calidario 11, emblema con fauna marina (SVinc-03)
S. Vincenzino – Cecina ( LI )


Indagini occasionali condotte a più riprese a partire dal ’700 e scavi sistematici realizzati dal Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa hanno messo in evidenza alcuni settori di una villa ubicata nell’ager Volaterranus, sulla riva sinistra del fiume Cecina poco distante dal mare. L’organizzazione planimetrica dell’edificio prevede un quartiere residenziale (A), una pars rustica con impianti per la produzione per l’olio e un nucleo termale (B). Dati stratigrafici integrati dall’analisi stilistica dei pavimenti hanno consentito di individuare più fasi di vita dell’edificio, che si succedono all’interno di un ampio arco cronologico compreso tra la fine della Repubblica e l’età tardoantica. il primo nucleo della villa, databile intorno al 30 a.C., era costituito da ambienti distribuiti intorno alla corte 1 e al peristilio 2 e serviti da una imponente cisterna sotterranea attraverso condotti e pozzetti. Tra il II e il III sec. d.C. all’impianto originario si aggiunge il triclinio estivo 3, dotato di ninfeo e posizionato sul lato ovest del peristilio, mentre a nord-ovest la villa si arricchisce di un impianto termale (vani 4-11) connotato da pavimenti in sectile e in tessellato policromo. Un nuovo intervento edilizio è attestato nella Tarda Antichità, quando si assiste a una ulteriore opera di ristrutturazione dell’edificio con l’apprestamento di un nuovo ambiente di rappresentanza posto sul lato settentrionale del peristilio 2 e dotato di rivestimenti marmorei parietali e pavimentali. Tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, alcuni settori del quartiere termale e residenziale vengono defunzionalizzati per essere convertiti in ambienti a carattere produttivo, destinati alla lavorazione dell’olio e in uso sino al V sec. d.C. Nel VI-VII secolo una necropoli si impianta su tutto il quartiere abitativo, riutilizzando pietre e laterizi e intaccando i piani pavimentali. L’apparato decorativo dell’edificio era costituito da rivestimenti pavimentali in larga parte perduti o conservati solo parzialmente: rivestimenti in cementizio impreziositi da inserti litici connotavano diversi ambienti del settore residenziale (A) di prima fase, per essere tuttavia riproposti anche in età tarda in altri settori della villa; il tessellato e l’opus sectile ricorrono invece negli ambienti che articolavano il settore termale di età severiana (B. Pianta edificio tratta da Bueno 2011, fig. 92 p. 141).
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (3° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
S. Vincenzino, villa, palestra 5, tessellato con composizione di quadrati (SVinc-02)
Tessellato policromo a decorazione geometrica. L’ipotesi ricostruttiva della tessitura geometrica del tappeto, effettuata sulla base di alcuni lacerti conservati, prevede una fascia marginale costituita da una composizione di quadrati formati da quattro rettangoli intorno a un quadrato centrale. Al centro della composizione era inserito un pannello rettangolare bordato da una treccia a due capi policroma e decorato da una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, dritti e sulla diagonale. Tanto i rettangoli e quadrati che formano il bordo esterno, quanto le losanghe che costituiscono le stelle di otto punte presentano campiture policrome concentriche in varie sfumature di colori (rosa/viola, grigio/giallo chiaro, giallo chiaro/giallo scuro).

S.Vincenzino, villa, ambulacro del peristilio 2, cementizio con inserti litici (SVinc-01)
Cementizio a base fittile. La superficie appare accuratamente levigata e presenta tracce di rubricatura con piccoli inserti litici di dimensioni non superiori ai 3 cm.


Calidario 11: ambiente quadrangolare con abside semicircolare sul lato est. La presenza di suspensurae assicura la funzione di calidario di questo ambiente. Il pavimento originario, non conservato in situ era caratterizzato da un rivestimento in tessellato, il cui emblema è attualmente esposto al British Museum. Essendo l’emblema databile su base stilistica non oltre i primi decenni del I secolo d.C., qualora provenga dal calidario realizzato in occasione delle ristrutturazioni di età severiana, deve essere interpretato com una operazione di reimpiego all’interno del nuovo settore termale.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo II d.C. (4° q) al secolo III d.C. (1° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici

Specifiche di rinvenimento
Data:
‘800

S. Vincenzino, villa, calidario 11, emblema con fauna marina (SVinc-03)

Parte dell’ambiente: spazio centrale
Rivestimento con scansione: a copertura unitaria
Tipo di impaginazione: ad emblema / pseudoemblema
Cromia: policromo

Tessellato del calidario 11, dotato di suspensurae e abside sul lato est. Il pavimento, di cui non restano tracce in situ, è con cautela riconoscibile, sulla scorta di una descrizione stilata dall’archeologo francese Noël des Verges in occasione di una visita allo scavo della villa nel 1850, in un pavimento musivo (emblema?) conservato al British Museum, ma “said to be from Populonia”. Si tratta di un pannello musivo caratterizzato da una composizione con pesci e crostacei che nuotano e lottano su uno sfondo grigio e nero (per l’identificazione, Calloud 2002). Al centro del riquadro figurato, si riconosce un’aragosta (palinurus vulgaris), insidiata dai tentacoli di un polpo (octupus vulgaris) posto sulla destra e a sua volta morso da una murena (muraena helena). Nello spazio circostante nuotano pesci di varia natura: sopra la murena uno scorfano rosso (scorpaena scrofa), un pagello (pagellus erythrinus) sulla sinistra in basso, accanto all’aragosta; sopra di questo un’orata (sparus aurata), in alto a sinistra un branzino (dicentracus labrax), seguito in basso da uno sciarrano (serranus scriba) e da una triglia con barbigli (mullus barbatus). Tra le antenne dell’aragosta si riconosce un esemplare maschio di tordo (labrus turdus), mentre nell’angolo in alto a sinistra si vede la femmina della stessa specie. Oltre al problema spinoso della provenienza di un reperto ricordato genericamente come “proveniente da Populonia”, ma che risponde perfettamente alla descrizione ottocentesca del pavimento di San Vincenzino, il tessellato pone diversi interrogativi che possono essere sciolti esclusivamente attraverso una analisi tecnica del manufatto. Gli interventi di restauro apportati al pannello musivo non consentono infatti di riconoscervi con certezza un emblema su cassetta: il pannello quadrato è attualmente inserito in un riquadro moderno e presenta le dimensioni di 89 x 104 cm, superiori alla media degli emblemata tardorepubblicani. Qualora si accolga l’ipotesi della provenienza del tessellato del British Museum dal calidario della villa di San Vincenzino, è necessario supporre una operazione di reimpiego di un ipotetico emblema di età tardorepubblicana per la decorazione di un contesto termale di età severiana.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I a.C. (1° q) al secolo I a.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici

Bordo

Specifiche tecniche

Dimensioni Metriche Tessere: cm

 

Campo

Specifiche tecniche
Lunghezza: 0, 793 m – Larghezza: 0, 714 m
Identificazione della Decorazione: figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: minute
Dimensioni Metriche Tessere: 0,04 cm

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Animalipescifauna marina

 
 

Oggetto conservato: emblema in tessellato – Conservato in: museo (British Museum, stanza 70 – inv. 1989.3-22.1)

Restauri moderni: Nel XIX secolo il mosaico è stato allettato su un nuovo supporto di cemento; successivamente è stato eseguito un restauro con tessere nere nell’intervallo tra il quarto e il quinto tentacolo del polpo.

Bueno, M. 2011, in Mosaici e pavimenti della Toscana (II secolo a.C. – V secolo d.C.), Roma, p. 143; 346; 348; 420-421, tavv. XCII,3; P,1.
Calloud I. 2002, in Un emblema con fauna marina: indagine sulla provenienza, Piombino, 30-31.
Calloud, I. 2002, in Il mosaico con fauna marina del British Museum: riflessioni sulle problematiche, Firenze, 81-89.

DATA SCHEDA: 2014 | AUTORE: Bueno, Michele | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Bueno, Michele, S. Vincenzino, villa, calidario 11, emblema con fauna marina (SVinc-03), in TESS – scheda 2754 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2754), 2014

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2754


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