scheda

Casa Bestie Ferite, vano 2, f Moro, p.c.427/4, tess. di Bestie Ferite
Aquileia ( UD )


Lo scavo, visibile e non visitabile, si trova nel settore settentrionale della città antica, immediatamente a nord-ovest dell’incrocio tra il primo cardine ad est del cardine massimo ed il quarto decumano a nord del decumano massimo; nella città moderna l’area è ubicata in un terreno demaniale compreso tra via delle Vigne Vecchie a nord, via Leicht ad est, via Ugo Pellis a sud e il terreno agricolo lungo via Giulia Augusta ad ovest, p.c. 427/4, 6, 10, 11. Per quanto concerne il nome del fondo, Bertacchi 1963 e Grassigli 1998 lo citano come proprietà Mazzero e Gallet, ma in altre pubblicazioni è citato come fondo Moro. L’edificio, conosciuto come Casa delle Bestie Ferite, è stato scavato solo parzialmente ma sono stati identificati numerosi vani appartenenti ad almeno due fasi edilizie. Alla prima fase, ascrivibile al I sec.d.C. su base stilistica e stratigrafica, appartiene una serie di vani scavati in anni recenti, disposti attorno ad una corte lastricata (vano 1), ma non ancora messi in pianta. L’ingresso all’abitazione avveniva con ogni probabilità dal decumano a sud, dove è stata messa in luce una grande soglia in pietra. La seconda fase edilizia, collocabile su base stilistica e stratigrafica nel IV sec.d.C., vede l’obliterazione di alcuni ambienti più antichi per la realizzazione di un settore di rappresentanza che gravita ancora sulla corte 1. L’ambiente più importante sembra essere stato un vano absidato e mosaicato (vano 2) che si estendeva ad ovest. Sul lato opposto del cortile, ma forse non direttamente affacciato su di essa, si trovava un’altra sala ornata da un tessellato (vano 3). Sullo spazio aperto potrebbero aver affacciato altri vani, tra cui il vano 4, di cui si conserva solo la preparazione pavimentale, che era diviso da un muro, ora spogliato, da un altro ambiente posto a nord (vano 5) ornato da un tessellato con inserti. Quest’ultimo spazio è attribuibile alla prima fase dell’edificio, ma verosimilmente è rimasto in uso nella seconda. A nord del vano 2 si estendeva il vano X, abbellito da un tessellato (non ne è nota la planimetria, nè la fase edilizia). A sud-est l’edificio comprendeva altre stanze (vani 6-12), alcune con pavimenti in mosaico, altre con rivestimenti in cubetti di cotto, ma si ignora il loro rapporto reciproco e non è possibile allo stato attuale delle conoscenze avanzare ipotesi. La pianta presentata è tratta da Novello, c.s.
Cronologia
Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici
Casa Bestie Ferite, vano 11, f Moro, p.c. 427, tessellato bicromo (?)
Il pavimento, di cui è stata scavata solo una parte, è un tessellato a fondo a bianco ornato con ogni probabilità al centro da un pannello quadrangolare circondato da una fascia nera. Dalla pianta succitata si evince che il bordo comprende un fascia di tessere nere.

Casa Bestie Ferite, vano 5, f Moro, pc427, tess punteggiato di dadi ?
Nella pianta conservata presso l’Archivio della Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (tubo 8, "Moro, Mazzero, Gallet, p.c. 427-4"), il pavimento è caratterizzato da piccole figure quadrangolari rettangolari: lo schema potrebbe essere il punteggiato di dadi su tessellatum, in colore contrastante.

Casa delle Bestie Ferite, vano 10, f. Moro, p.c. 427, pavim. in cotto
Pavimento in cubetti di cotto. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano 12, f. Moro, p.c. 427, pavim. in cotto
Pavimento in cubetti di cotto. Non sono noti altri dati.

Casa delle Bestie Ferite, vano 3, f. Moro, p.c. 427, tess. con squame
Il pavimento, di cui è venuta in luce solo una parte, è un tessellato ornato da una composizione ortogonale di squame adiacenti, delineata. Lo schema è desumibile da una pianta conservata presso l’Archivio della Direzione del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia (tubo 8, "Moro, Mazzero, Gallet, p.c. 427-4").

Casa delle Bestie Ferite, vano 5, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Del pavimento è venuto in luce un lacerto in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano 7, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Pavimento in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano 8, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Del pavimento è venuto in luce un lacerto in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano 9, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Del pavimento è venuto in luce un lacerto in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano x, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Del pavimento sono venuti in luce alcuni resti in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Casa delle Bestie Ferite, vano y, f. Moro, p.c. 427, tessellato
Del pavimento è venuto in luce un frammento in tessellato. Non sono note altre informazioni.

Vano 2. Dell’ampio ambiente, affacciato ad est sulla corte 1, sono venuti in luce i muri perimetrali e parte del pavimento musivo, che suggerisce una datazione nel III-IV sec.d.C. Ad una successiva fase edilizia appartiene un’abside aggiunta sul lato est (il cui raggio è di 3.90 m); la quota del pavimento dell’abside rispetto al pavimento dell’ambiente è più alta di 10 cm e il dislivello era originariamente colmato da un gradino.

Lunghezza: 11.80 m – Larghezza: 8.20 m

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stratigrafici

Specifiche di rinvenimento
Data:
1961-1963 – Ente responsabile: SA TS

Casa Bestie Ferite, vano 2, f Moro, p.c.427/4, tess. di Bestie Ferite

Rivestimento con scansione: a più unità decorative

Il mosaico presenta due unità decorative: quella nella parte rett. della sala e quella nell’abside. La prima mostra tre pannelli. Quello a W è ornato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, formanti esagoni allungati: le croci sono decorate da motivi geometrici vegetalizzati, gli ottagoni e gli esagoni da pesci e volatili. Il pannello centrale mostra una composizione in corona, in un cerchio, di otto cerchi sottesi (nei cinque superstiti si vedono animali feriti) determinanti un ottagono centrale a lati concavi (ornato da una scena di caccia). Nei triangoli di risulta compaiono dei pesci, mentre agli angoli del pannello le Stagioni (restano l’Estate e l’Autunno). Nel pannello a E si riconosce solo una lepre. Il mosaico nell’abside mostra tralci di vite che si dipartono da un cespo di acanto: i due laterali formano volute, gli altri degli otto, in uno dei quali figura un volatile in gabbia. Immagine rivetimento tratta da BERTACCHI 1963, figg.1-2.

Cronologia
Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (1° q) al secolo IV d.C. (4° q)
Motivazione della cronologia: dati stilistici
Misure
Lunghezza: 11.80 m; Larghezza: 8.20 m;

Unità decorative

Parte dell’ambiente: intero ambiente
Tipo di impaginazione: giustapposta
Cromia: policromo

Il pavimento che occupa la parte quadrangolare del vano è suddiviso in tre pannelli adiacenti, quello centrale quadrato, i due laterali rettangolari. Il pannello rettangolare ad ovest, bordato da una fascia ad onde policrome, il fondo sfumato in senso orizzontale, seguita da una treccia policroma a quattro capi su fondo scuro e da una fascia bianca, è ornato da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, formanti esagoni allungati; le croci sono caricate da croci di acanto e croci di steli fogliati, mentre gli ottagoni e gli esagoni, al cui interno corre una linea dentellata bicroma (i dentelli di quattro tessere), presentano pesci e volatili su ramoscelli con fiori e frutti (si riconoscono un’anatra, un’upupa, un colombo, un rigogolo, un uccello simile al fenicottero, un picchio (?), un pollo sultano, due gallinelle palustri e un corvide). Il pannello centrale, quadrato, è bordato da una fascia bianca seguita da tre linee nere e mostra una composizione in corona, in un cerchio, di otto cerchi sottesi determinanti un ottagono centrale a lati concavi; i cerchi, decorati da motivi figurati, sono disegnati da molteplici fasce geometriche, tra cui la linea doppia, la linea tripla, la fascia monocroma, la linea dentellata (i dentelli di gruppi di quattro tessere), la fascia di onde correnti, la treccia policroma a due capi su fondo scuro, la ghirlanda di alloro in ciuffi di tre foglie, la fila di ogive giustapposte tangenti, in colore contrastante. Per quanto concerne la decorazione figurata, si conserva la decorazione di soli cinque cerchi, in cui compaiono animali feriti, e quella dell’ottagono, nel quale figura una scena di caccia (purtroppo assai mutila). Nei cinque cerchi superstiti si osserva rispettivamente una pantera, rivolta a destra, trafitta da una lancia (la linea del terreno è resa con una linea dentellata), un leone in fuga verso sinistra (assai mutilo), con le zampe anteriori sollevate, un cervo in corsa verso sinistra, con la testa ripiegata tra le zampe (si preserva solo la parte anteriore) e il sangue che cola, uno struzzo colpito da una lancia, lacunoso e ampiamente rimaneggiato in antico, e infine una tigre rivolta a destra, che torce il capo a sinistra. Nella scena di caccia al centro della composizione si riconoscono due figure maschili, una rete, alcuni alberi e (forse) l’ala di un uccello: il personaggio maggiore, che indossa una tunica con cintura e ha le gambe ornate da fasce "crurales", è presentato di schiena, curvo in avanti, con il braccio sinistro piegato (che probabilmente reggeva una lancia), mentre il personaggio minore, verosimilmente un assistente, anch’egli abbigliato con tunica abbellita da "orbiculi" e dotato di fasce "crurales", corre verso destra reggendo con la sinistra un forcone (?), tendendo in avanti il braccio destro e facendo svolazzare la sciarpa che gli cinge il collo. Nella parte alta della scena si osserva una rete fissata ad un albero. Nei dodici triangoli di risulta tra la composizione in corona e il bordo quadrato compaiono dei pesci e la linea dell’acqua è resa con tessere poste di punta. Nei pennacchi di risulta angolari tra la corona e il bordo quadrato, sono inseriti invece quattro quadrati, bordati da due (o tre) linee nere seguite da una greca delineata (caricata da crocette semplici o con petali a squadra) e una linea nera, nei quali compaiono le Stagioni. Solamente l’Estate e l’Autunno sono conservate: la prima è raffigurata di tre quarti, gradiente verso destra in un campo di grano, con un fascio di spighe nella sinistra e un falcetto nella destra; indossa una tunica esomide e sandali, il capo è ornato da un nastro che trattiene spighe e fiori, e al collo ha una collana aurea. Dell’Autunno, presentato di tre quarti verso sinistra, si conserva solo la parte superiore: la fanciulla tiene con la sinistra un cesto del quale si vede solo la parte superiore, colmo di frutti (uva?), indossa una tunica, una collana gemmata, orecchini e una corona di foglie e fiori.
Del pannello rettangolare ad est, infine, circondato da una sottile fascia nera, sono venuti in luce scarsi lacerti: si nota una lepre in corsa verso sinistra, che pare inseguita da un altro animale (cane?). Bertacchi 1964 e Forlati Tamaro 1974 datano il pavimento tra la fine del III e l’inizio del IV sec.d.C., Bertacchi 1980 e Grassigli 1998 nella seconda metà del III sec.d.C., Cantino Wataghin 1990 nel IV secolo. Le immagini presentate sono tratte da Bertacchi 1963 (bianco e nero) e 1980 (colori).

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato
a ciottoli (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.00 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 73e – treccia a quattro capi, policroma, su fondo scuro
DM 60e – onde, il fondo sfumato in senso orizzontale
DM 1y – fascia monocroma
DM 1t – linea tripla

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 0.9-1.0 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 101b – onde correnti a giro semplice
DM 2j – linea dentellata (dentelli di gruppi di quattro tessere)
DM 49h – fila di ogive giustapposte tangenti, in colori contrastanti
var. DM 307a – composizione in corona, in un cerchio, di 8 cerchi sottesi determinanti un ottagono centrale a lati concavi (qui a treccia a due capi)figurati
DM 1a – linea semplice
DM 180b – composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati (formanti esagoni allungati)croce di acanto
DM 180b – composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati (formanti esagoni allungati)croce di steli fogliati
DM 1t – linea tripla
DM 1i – linea doppia
DM 70j – treccia a due capi, policroma, con effetto di rilievo, su fondo scuro
DM 88g – ghirlanda di alloro in ciuffi di tre foglie, policroma, con bacche
DM 1y – fascia monocroma
DM 180b – composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati (formanti esagoni allungati)figurati
DM 30c – greca delineatacrocetta
DM 180b – composizione ortogonale di ottagoni irregolari e di croci adiacenti, delineati (formanti esagoni allungati)croce di racemi a volute
DM 30c – greca delineatacrocetta con petali a squadra

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
Caccia sportivaPantera
UccelliUpupa
Caccia sportivaUccelliStruzzo
UccelliColombo
UccelliPicchio
Caccia sportivaAnimaliLepre
Personificazione diEstate
Caccia sportivaFigura maschileRete
UccelliGallinella palustre
Caccia sportivaleone
UccelliPollo sultano
UccelliRigogolo
Caccia sportivaTigre
Personificazione diStagioni
UccelliAnatra
Pesci
Personificazione diAutunno
Caccia sportivaCervo
Animali feriti

 
 
Referenza fotografica: da Bertacchi 1963, figg.1-2.

Parte dell’ambiente: abside
Tipo di impaginazione: centrifuga
Cromia: policromo

Il tappeto nell’abside, a fondo bianco, è bordato da una fascia bianca seguita da una treccia policroma a quattro capi su fondo scuro, due linee bianche e una nera ed è decorato da quattro tralci di vite, carichi di pampini, che si dipartono da un unico cespo di acanto. I due tralci laterali si sviluppano in volute, i due centrali si intrecciano formando degli otto, in uno dei quali figura un volatile in gabbia. E’ stato individuato anche un frammento pertinente ad un altro volatile. Bertacchi 1964 data il vano tra la fine del III e l’inizio del IV sec.d.C., ma considera l’abside un’aggiunta successiva, mentre Grassigli 1998 data il mosaico dell’abside, come quello del vano, nella seconda metà del III sec.d.C.

Bordo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrica
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.1 cm

Decorazioni geometriche

MotivoModuloRiempimento
DM 1a – linea semplice
DM 73e – treccia a quattro capi, policroma, su fondo scuro
DM 1y – fascia monocroma
DM 1i – linea doppia

 

Campo


Specifiche tecniche
Identificazione della Decorazione: geometrico-vegetalizzata e figurata
Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)

Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie
Dimensioni Metriche Tessere: 1.1 cm

Decorazioni vegetali

MotivoModulo
tralcio di vite ad otto che si genera da un cespo di acanto

Decorazioni figurate

TemaSoggettoAltre componenti
UccelliGabbia

 
 
Referenza fotografica: da Bertacchi 1963, fig.16.

Oggetto conservato: parte del bordo e del campo – Conservato in: situ

Restauri antichi: Si notano ampi restauri antichi, in particolare nel cerchio ornato dallo struzzo.

Bertacchi, L. 1961-1962, Nuovi elementi e ipotesi circa la Basilica del fondo Tullio, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, c. .67.
Bertacchi, L. 1963, Il problema di Aquileia, in Aquileia Chiama: Bollettino dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, p. 4, figg. a pp. 2 e 3.
Bertacchi, L. 1963, Nuovi mosaici figurati di Aquileia, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, Aquileia, cc. 19-42 , figg. 1-16, tav.I a.
Bertacchi, L. 1973, s.v. Aquileia, in Enciclopedia del’Arte Antica, Roma, p. 69.
Bertacchi, L. 1980, Architettura e mosaico, in Da Aquileia a Venezia. Una mediazione tra l’Europa e l’Oriente dal II secolo a.C. al VI secolo d.C., Milano, pp. 171-172, figg. 139-140.
Bertacchi, L. 1999, I ritratti nei mosaici di Aquileia, in Il ritratto romano in Aquileia e nella Cisalpina. Atti della XXVII settimana di studi aquileiesi (Aquileia 27-30 aprile 1996), Trieste, pp. 86-87, fig. 6.
Bertacchi, L. 2003, in Nuova pianta archeologica di Aquileia, Udine, p. 50, tav.10, n.144.
Cantino Wataghin, G. 1990, Alto Adriatico e Mediterraneo nella produzione musiva della “Venetia et Histria”, in Alto Adriatico e Mediterraneo nella produzione musiva della “Venetia et Histria”, Udine, pp. 270, 282, 284.
Canuti, G. 1994, Iconografia delle Stagioni nei mosaici pavimentali antichi d’Italia, in Atti del I Colloquio dell’ Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Ravenna, 29 aprile-3 maggio 1993), Ravenna, p. 508, n.10.
Forlati Tamaro, B. 1974, Mosaici tardo antichi in Africa e ad Aquileia, in Aquileia e l’Africa, Atti della quarta settimana di studi aquileiesi (Aquileia, 28 aprile-4 maggio 1973), Udine, pp. 136-137, fig. 2.
Grassigli, G.L. 1998, in La scena domestica ed il suo immaginario. I temi figurati nei mosaici della Cisalpina, Napoli, pp. 190-191, 234-236.

DATA SCHEDA: 2007 | AUTORE: Clementi, Tatiana | REF. SCIENT. : Ghedini, Francesca
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, Casa Bestie Ferite, vano 2, f Moro, p.c.427/4, tess. di Bestie Ferite, in TESS – scheda 2989 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2989), 2007

INDIRIZZO WEB: http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=2989


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