Lo scavo, visibile e visitabile (non i mosaici, che sono coperti), si trova nei quartieri Sud-Orientali della città antica, circa 40 m a sud del terzo decumano a sud del decumano massimo e cira 20 m ad est del primo cardine ad est del cardine massimo, nell’angolo sud orientale di un mercato di età medio-tardo imperiale; nella città moderna l’area è ubicata 40 m a sud di via dei Patriarchi e circa 120 m ad est di via Giulia Augusta, nel fondo Pasqualis, p.c. 644. Dell’edificio sono stati scoperti due ambienti adiacenti ornati da pavimenti musivi (vani 1-2), di cui uno (vano 2) occultava quasi del tutto una delle basi di sostegno della copertura del complesso commerciale antico, verosimilmente già fuori uso. Questi elementi, e considerazioni stlistiche, suggeriscono una datazione nel V sec.d.C. La pianta presentata è tratta da Bertacchi 2003, tav.40, n.109.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
fondo Pasqualis, p.c. 644, vano 1, tessellato con fiore composito Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato a fondo bianco che racchiude uno pseudoemblema quadrato, realizzato con tessere più piccole, bordato da una fascia bianca seguita da due linee nere, e decorato da un fiorone composito di 8 elementi non contigui: quattro petali lanceolati e quattro calici trifidi. Dai calici si dipartono due filamenti che terminano a nappa.
Vano 2. Dell’ambiente è venuta in luce parte della pavimentazione musiva, che copriva in parte una delle ipobasi del mercato di epoca medio-tardo imperiale, già in disuso.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Specifiche di rinvenimento Data: 1954 – Ente responsabile: SA TS
Fondo Pasqualis, p.c. 644, vano 2, tessellato con cantharus, vano 2
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: policromo
Il pavimento, di cui si ignora la sorte, è un tessellato policromo bordato da una fascia ornata da un racemo di edera, seguita da fasce bianche e nere alternate, e decorato da 2 pannelli rettangolari adiacenti. Quello ad est è ornato da una comp. ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati: i quadrati sono caricati da crocette quadripetale, mentre gli ottagoni presentano un nodo di Salomone quadrato con nappine, un mazzo fiorito (rose?), mezzo quadrato ornato da nappine e mezzo fiorone di 8 elementi (4 petali lanceolati e 4 loti trifidi). Il pannello ad ovest è diviso in 2 riquadri quadrati bordati e separati tra loro da una fascia ad onde correnti a giro doppio; un riquadro raffigura 2 pavoni che si abbeverano ad un cantharus, ai piedi del quale, su ciascun lato, si trova un volatile su un ramoscello; l’altro riquadro mostra un busto femminile, con un volatile sulla spalla, circondato da un racemo di vite con pampini (Autunno?).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo V d.C. (1° q) al secolo V d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Brusin, G. 1957, Gli scavi archeologici di Aquileia nell’anno 1954, in Aquileia Nostra: Rivista dell’Associazione Nazionale per Aquileia, c. 9 , fig. 2.Carre, M.-B./ Maselli Scotti, F. 2001, Il porto di Aquileia: dati antichi e ritrovamenti recenti, in Strutture portuali e rotte marittime nell’Adriatico di età romana. Atti della XXIX settimana di studi aquileiesi (Aquileia 20-23 maggio 1998), Trieste-Roma, p. 230.Tavano, S. 1986, Considerazioni sui mosaici nella Venetia et Histria, in Aquileia nella Venetia et Histria. Atti della XV settimana di studi aquileiesi (Aquileia 28 aprile-3 maggio 1984), Udine, p. 238.