Il complesso (sito n. 37) si compone di una serie di strutture murarie, difficilmente ricollegabili tra loro e probabilmente non appartenenti ad un unico edificio, organizzate in due settori: quello occidentale, affacciato su via Adua, comprende un vano con suspensurae, un vano con tessellato geometrico bianco e nero decorato da un punteggiato di dadi (A) e un ambiente con pavimentazione a commesso di lastre marmoree (B), posti ad una quota maggiore dell’ambiente con impianto di riscaldamento; per quanto le relazioni tra questi ambienti non siano affatto chiare, il rinvenimento di un pozzo ha fatto ipotizzare la presenza di un’area cortilizia, attorno alla quale gli stessi ambienti descritti forse dovevano gravitare; infine, avanzi di muri di età alto medievale, uno dei quali interrompe il pavimento del vano A inglobando un cippo funerario del I sec.d.C., attestano la lunga continuità di vita dell’area in questione.
La planimetria della parte nord-orientale del complesso, invece, individuata sotto il vicolo Monachine, ha rivelato la presenza di una corte porticata, riconosciuta in seguito al rinvenimento delle impronte delle basi di due pilastri e della base di un terzo, separati tra loro con un intervallo di m 1.60 e probabilmente collegati da plutei o transenne; il portico della corte è pavimentato da un tessellato geometrico bianco-nero con motivo a crocette (C) e su di esso si apre, per mezzo di una soglia in pietra bianca, un vasto ambiente di forma rettangolare, solo in parte scavato, pavimentato da un sectile (D).
Avanzi di altri due ambienti sono apparsi a nord e a sud della corte, rispettivamente decorati da un tessellato policromo con motivo ad ottagoni (E) e da un tessellato musivo bianco con bordo con fascia nera, suddiviso in tre tappeti (F). Questo settore del complesso è stato interpretato, data la sua ricchezza, sia come una villa, sia come una schola, con funzioni pubbliche a carattere religioso (la pianta della domus è tratta da RINALDI 2005).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
pavimento in sectile da via Adua/vicolo Monachine (VR-34) Il pavimento, rinvenuto alla profondità di m – 0.40 e conservato per m 3.40 x 4 appartiene alla tipologia "a schema unitario", caratterizzata dall’accostamento di moduli molto diversi tra loro, uniti a ricoprire l’intera superficie.
tessellato da casa Manzi con punteggiato di dadi (VR-37) Il pavimento, rinvenuto alla profondità di m – 2.00, è articolato in tre tappeti: il primo è un tessellato monocromo bianco ad ordito di filari paralleli e obliqui, delimitato da due fasce di tessere nere; segue un riquadro, ugualmente in tessellato monocromo bianco delimitato da una fascia di tessere nere; infine l’ultimo tappeto è decorato da un punteggiato di dadi neri su fondo di tessellato monocromo bianco. Immagine rivestimento tratta da RINALDI 2007, tav. LXVIII, 3.
tessellato da casa Manzi con ottagoni (VR-36) Il lacerto pavimentale, rinvenuto alla profondità di m – 2.00 e conservato per m 1.20 x 0.50, è decorato da una composizione ortogonale di ottagoni delineati adiacenti, formanti quadrati; gli ottagoni su fondo monocromo bianco sono campiti da un ottagono più piccolo, semplicemente delineato da due file di tessere rosa; i quadrati di risulta, ridotti a triangoli alla base, sono neri e campiti da un triangolo minore rosa.
tessellato di via Adua/vicolo Monachine con crocette (VR-35) Il pavimento, rinvenuto alla profondità di m – 0.30, è decorato da un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti, bordato da una linea tripla nera e da una linea tripla bianca.
tessellato di via Adua/vicolo Monachine con punteggiato di dadi (VR-32) Il tessellato (rinvenuto alla profondità di m – 0.86 e di cui si conserva una porzione di m 2.60 x 2) è decorato da un punteggiato di dadi bianchi su fondo nero monocromo, bordato da una fascia di tessellato nero in ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla nera, da una fascia monocroma bianca e da una linea tripla nera.
Ambiente B: del vano è stato messo in evidenza soltanto il pavimento a commesso di marmi policromi.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1974-1975 – Ente responsabile: SA VR
Via Adua/ vicolo Monachine, pavimento in opus sectile (VR-33)
Parte dell’ambiente: intero ambiente Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: policromo
Il pavimento (rinvenuto alla profondità di m – 0.80 e di cui si conservano m 3.05 x 2.62) è decorato da formelle con tre quadrati inscritti, decrescenti, con gli angoli posti sugli assi del quadrato che inscrive; il motivo Q3, alternandosi a scacchiera nei marmi e nei colori, ricopre tutta la superficie. In soli due casi il quadrato centrale ed i quattro triangoli più esterni invece di essere in marmo bianco e rosso, sono costituiti da serpentino e greco scritto. Il taglio delle singole lastrine è discreto, le connessioni sono molto imprecise nei moduli adiacenti, più curate nei quadrati e triangoli all’interno di ogni singolo modulo; la macchia del marmo non è ben riconoscibile a causa della frammentarietà; le concordanze cromatiche sono rispettate, tranne che in due moduli; la conservazione del marmo è frammentaria.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Hotel Vittoria, sala congressi) Taglio delle singole lastrine: discreto; connessioni: molto imprecise nei moduli adiacenti, più curate nei quadrati e triangoli all’interno di ogni singolo modulo; macchia del marmo: non ben riconoscibile a causa della frammentarietà; concordanze cromatiche: rispettate, tranne che in due moduli; conservazionde del marmo: frammentaria. Restauri antichi: Non è escluso che sia un restauro antico il fatto che, in tutta la composizione, in soli due casi il quadrato centrale ed i quattro triangoli più esterni, invece di essere in marmo bianco e rosso, sono in pietra nero verdastra: data la lacunosità del pavimento, non si può infatti stabilire se altri quadrati simili fossero ripetuti secondo uno schema simmetrico, o irregolarmente. Restauri moderni: Gli elementi marmorei, molto frammentati per danni successivi alla posa in opera, sono stati restaurati e consolidati con cemento alla fine degli anni Ottanta. Condizione giuridica: proprietà Stato
Cavalieri Manasse, G./ Bruno, B. 2003, Edilizia abitativa a Verona, in Abitare in città. La Cisalpina tra impero e medioevo. Leben in der Stadt. Oberitalien zwischen römischer Kaiserzeit und Mittelalter, Atti del Colloquio (Roma, 4-5 novembre 1999), Wiesbaden, p. 57, fig. 8.Cavalieri Manasse, G. 1980, Schede dei reperti archeologici, in Tre interventi nei centri storici di Verona e Vicenza, Verona, p. 137.Cavalieri Manasse, G. 1987, Verona, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, p. 56, nota 308.Del Francia, R. 2000, Sectilia Pavimenta della Venetia: una revisitazione critica, in Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Venezia, 20-23 gennaio 1999), Ravenna, p. 95, n. 6.Donderer, M. 1996, Die spätrepublikanischen und kaiserzeitlichen pavimenta sectilia aus Profanbauten der 10. italischen Region (Venetia und Histria), in Homenaje a José Ma Blàzquez, III. Historia de Roma, Madrid, pp. 32-33.Fogolari, G. 1980, La zona archeologica, in Tre interventi nei centri storici di Verona e Vicenza, Verona, p. 135.Franzoni, L. 1986, in Immagine di Verona romana, Udine, p. 355.Rinaldi, F. 2005, in Mosaici Antichi in Italia. Verona , Roma, pp. 77-79, n. 32, tav. XXXV.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. LXVII, n. 1.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Rinaldi, Federica, Via Adua/ vicolo Monachine, pavimento in opus sectile (VR-33), in TESS – scheda 3163 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3163), 2004