I resti della basilica protocristiana messi in luce indicano che l’edificio doveva essere a tre navate delimitate da colonne e con abside al termine di quella centrale (sito n. 44). Le fonti letterarie ci informano che le pareti erano decorate da mosaici e alcuni rinvenimenti effettuati nella zona della navata centrale, in corrispondenza del cd. Pozzo dei Martiri, testimoniano che l’edificio era pavimentato con un tessellato marmoreo policromo. In corrispondenza dell’angolo sud-orientale della basilica un corridoio conduceva al c.d. sacello di Opilione, mentre un altro ambulacro collegava la testata della navata meridionale con un edificio di pianta circolare, probabilmente un mausoleo (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è tratta da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVeneto).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
tessellato di S. Giustina con scudo di triangoli e cerchi allacciati (PD-39) Dalla ricostruzione dei frammenti rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche si ricava che il mosaico era originariamente decorato da una composizione a pannelli giustapposti, con i pannelli alternativamente campiti da scudi di triangoli (diametro: m 4) e composizioni ortogonali di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi.
tessellato di S. Giustina con scudo di triangoli e cerchi allacciati (PD-39) Dalla ricostruzione dei frammenti rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche si ricava che il mosaico era originariamente decorato da una composizione a pannelli giustapposti, con i pannelli alternativamente campiti da scudi di triangoli (diametro: m 4) e composizioni ortogonali di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi.
Specifiche di rinvenimento Data: non documentata
Tessellato parietale di S. Giustina
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: non documentato Tipo di impaginazione: non documentato Cromia: policromo
Il mosaico, che decorava le pareti della basilica, di cui restano solamente notizie letterarie (Venanzio Fortunato, "Vita Sancti Martini", vv.672-673), rappresentava la leggenda di San Martino. E’ verosimile che questo non fosse l’unico soggetto raffigurato.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: archeologici ed epigrafici
Barzon, A. 1979, in Padova cristiana. Dalle origini all’anno 800, Quarto d’Altino, 30, 259, 288-289.Corso, A. 1982, in Archeologia Veneta: rivista della Società Archeologica Veneta, Padova, 90, n.56.Fassera, P. 1980, in Il monachesimo benedettino e i suoi inizi a Padova e nel territorio padovano, Treviso, 9.Gasparotto, C. 1951, in Padova Romana, Roma, 164.Gasparotto, C. 1961, in Padova: guida ai monumenti e alle opere d’arte, Venezia, LXIX.Pavan, G. 1968, in Un’interpretazione del complesso paleocristiano di S. Giustina, 74.Pepi, D.R. 1966, in L’Abbazia di Santa Giustina in Padova, Padova, 14.Porta, P. 1995, in Fifth International Colloquium on Ancient Mosaics (Bath, England, September 5-12 1987), (JRA. Supplementary series, 9), Ann Arbor, MI, 237.Vianello Bote, G. 1997, in Patavium, Padova, 61.Zovatto, P.L. 1963, in Mosaici paleocristiani delle Venezie, Udine, 44.Zovatto, P.L.C. 1970, in La basilica di Santa Giustina: arte e storia, Castelfranco Veneto, 20.