I resti della basilica protocristiana messi in luce indicano che l’edificio doveva essere a tre navate delimitate da colonne e con abside al termine di quella centrale (sito n. 44). Le fonti letterarie ci informano che le pareti erano decorate da mosaici e alcuni rinvenimenti effettuati nella zona della navata centrale, in corrispondenza del cd. Pozzo dei Martiri, testimoniano che l’edificio era pavimentato con un tessellato marmoreo policromo. In corrispondenza dell’angolo sud-orientale della basilica un corridoio conduceva al c.d. sacello di Opilione, mentre un altro ambulacro collegava la testata della navata meridionale con un edificio di pianta circolare, probabilmente un mausoleo (la pianta con il posizionamento dei pavimenti è tratta da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVeneto).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
tessellato parietale di S. Giustina Il mosaico, che decorava le pareti della basilica, di cui restano solamente notizie letterarie (Venanzio Fortunato, "Vita Sancti Martini", vv.672-673), rappresentava la leggenda di San Martino. E’ verosimile che questo non fosse l’unico soggetto raffigurato.
tessellato parietale di S. Giustina Il mosaico, che decorava le pareti della basilica, di cui restano solamente notizie letterarie (Venanzio Fortunato, "Vita Sancti Martini", vv.672-673), rappresentava la leggenda di San Martino. E’ verosimile che questo non fosse l’unico soggetto raffigurato.
Specifiche di rinvenimento Data: 1564; 1916; 1928; 1999/2000 – Ente responsabile: SA PD
Tessellato di S. Giustina con scudo di triangoli e cerchi allacciati (PD-39)
Parte dell’ambiente: navata centrale Rivestimento con scansione: a più unità decorative Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: policromo
Dalla ricostruzione dei frammenti rinvenuti nel corso delle indagini archeologiche si ricava che il mosaico era originariamente decorato da una composizione a pannelli giustapposti, con i pannelli alternativamente campiti da scudi di triangoli (diametro: m 4) e composizioni ortogonali di cerchi secanti disegnati da foglie di acanto, con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo VI d.C. (1° q) al secolo VI d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1-1.5 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 1a – linea semplice
DM 1i – linea doppia
DM 15d – fila delineata di quadrati sulla diagonale, tangenti (formanti clessidre), con riempitivi iridati
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1-1.5 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 243e – composizione ortogonale di cerchi secanti (qui disegnati da foglie di acanto), con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi
0,30 diam.
fiore a otto foglie
DM 243e – composizione ortogonale di cerchi secanti (qui disegnati da foglie di acanto), con cerchietto sovrimposto ai punti di tangenza (con effetto di quadrifogli e formanti quadrati concavi) e reticolato di linee secondo il verso dei fusi
0,30 diam.
elemento fitomorfo
DM 329a – scudo di triangoli, policromo, a 32 triangoli per ordine, su 9 ordini
DM 233d – reticolato di fasce sinusoidali opposte, alternativamente contigue e non, disegnate da cordoni a bordi diritti, formanti cerchi grandi e piccoli
croce
DM 233d – reticolato di fasce sinusoidali opposte, alternativamente contigue e non, disegnate da cordoni a bordi diritti, formanti cerchi grandi e piccoli
elemento fitomorfo
Referenza fotografica: L’immagine è ripresa da ZAMPIERI 2003.
Oggetto conservato: frammento – Conservato in: edificio religioso (abbazia di Santa Giustina, c.d. cantinone di S. Martino) Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolicoOggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (abbazia di Santa Giustina) Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
abbazia di Santa Giustina (Riferimento: don Giulio Pagnoni) Prato della Valle – Padova
Barzon, A. 1979, in Padova cristiana. Dalle origini all’anno 800, Quarto d’Altino, p. 277, tav. XIV.Brusin, G. 1952-1953, Mosaici patavini, in Atti e Memorie dell’Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti, pp. 188-189, nn. 19-21.Corso, A. 1982, Mosaici antichi di Padova. Considerazioni sull’aspetto formale e sul problema urbanistico, in Archeologia Veneta: rivista della Società Archeologica Veneta, Padova, pp. 90, 112-113, nn. 57-59, figg. 28-29.Forlati Tamaro, B. 1981, Padova da Costantino ai Longobardi, in Padova antica. Da comunità paleoventa a città romano-cristiana, Padova-Trieste, p. 294, fig. 191.Gasparotto, C. 1959, in Edizione archeologica della carta d’Italia al 100.000. Foglio 50. Padova, Firenze, pp. 62-63, n. 100 E.Nicoletti, A. 2000, Rilettura della decorazione pavimentale della chiesa di Santa Giustina a Padova alla luce di un mosaico recentemente scoperto, in Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Venezia, 20-23 gennaio 1999), Ravenna, pp. 100, 107, fig. 1.Nicoletti, A. 2004, Santuario e città: la basilica di S. Giustina a Padova, in Padova e il suo territorio. Rivista di storia arte e cultura, pp. 19-21.Nicoletti, A. 2004, Topografia tardo antica di Padova: lo spazio cristiano, in Santa Giustina e il primo cristianesimo a Padova, Catalogo della Mostra (Padova, Museo Diocesano, 27 novembre 2004 – 27 febbraio 2005), Casalserugo (Padova).Pepi, D.R. 1966, in L’Abbazia di Santa Giustina in Padova, Padova, pp. 14, 96, 114.Porta, P. 1995, Mosaici paleocristiani di Padova. Note iconografiche e stilistiche, in Fifth International Colloquium on Ancient Mosaics (Bath, England, September 5-12 1987), (JRA. Supplementary series, 9), Ann Arbor, MI, pp. 238-240, figg.5, 7-9.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. XLIV, 2-5.Sannazaro, M. 1989, Padova, in Il Veneto nel Medioevo, II. Dalla Venetia alla Marca Veronese, Verona, pp. 234-236, figg.163, 165-167.Tonzig, M. 1932, in La Basilica romanico-gotica di Santa Giustina in Padova, Padova, pp. 97-99, figg. 15-16.Vianello Bote, G. 1997, I mosaici pavimentali della Basilica di Santa Giustina in Padova: problemi di cronologia, in Patavium, Padova, pp. 50-53, 55-58 , figg.1-4, 9-10, frammenti A-B, D.Zampieri, G. 2003, in La tomba di “San Luca evangelista”. La cassa di piombo e l’area funeraria della Basilica di Santa Giustina in Padova, Roma, pp. 155 e ss., fig. 69c.Zovatto, P.L. 1963, in Mosaici paleocristiani delle Venezie, Udine, p. 45, nota 5 a p.49.Zovatto, P.L.C. 1970, in La basilica di Santa Giustina: arte e storia, Castelfranco Veneto, pp. 21, 24-26, figg. 7-8.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Clementi, Tatiana, tessellato di S. Giustina con scudo di triangoli e cerchi allacciati (PD-39), in TESS – scheda 3255 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3255), 2002