Durante uno scavo di emergenza, condotto sul lato meridionale di piazza Vescovado, nel settore nord-occidentale della città, all’interno dell’ansa dell’Adige, sono stati rinvenuti resti di edifici romani appartenenti a tre diverse fasi edilizie (sito n. 86). I Fase (età tardorepubblicana): appartiene a questo periodo una struttura muraria costruita in mattoni sesquipedali, realizzata con una tecnica edilizia molto simile a quella delle fondazioni delle mura di cinta, delle porte e delle sostruzioni templari capitoline, orientata SE-NO e probabilmente facente parte di un complesso più grande sviluppato verso il fiume.
II Fase (età augustea o genericamente I sec.d.C.): si colloca la costruzione di una domus, perfettamente inserita nel reticolo stradale, estesa in senso nord-sud e presumibilmente centrata su un cortile porticato su tre lati. Ad essa appartengono in questa fase quattro ambienti mosaicati, due nel settore meridionale (A e B) e due nel settore settentrionale (C e D).
Nell’angolo SO si trova il vasto ambiente A, pavimentato da un tessellato monocromo bianco bordato da due fasce nere e accessibile da est attraverso una soglia in pietra calcarea bianca, larga m 0.65 e lunga m 1.40, successivamente tamponata. Al centro di questo ambiente, ma ad esso posteriore dal momento che taglia la superficie musiva, si trova una struttura circolare del diametro di m 1.70, interpretabile forse come un forno o piuttosto focolare.
Un saggio condotto nell’angolo SE ha messo in luce un tratto di tessellato geometrico policromo appartenente al vano B, indagato solo in parte. Tra le strutture individuate a S e quelle individuate a N si trova un’area cortilizia, purtroppo al momento del rinvenimento in gran parte distrutta da una fossa che ha impedito la ricostruzione dell’assetto originario dell’area.
La presenza di un muro costruito con ciottoli e rari laterizi legati con malta biancastra, largo m 0.60, ha fatto ipotizzare che il cortile fosse porticato, almeno sul lato settentrionale; il rinvenimento di tre diversi sistemi di drenaggio orientati est-ovest, uno dei quali passante al di sotto del presunto porticato, ha in parte confermato la supposizione.
A nord del cortile si sviluppano gli altri due ambienti decorati della casa, C e D, entrambi delimitati a mezzogiorno da un’unica struttura muraria che prosegue linearmente verso ovest oltre il limite di scavo.
Il vano C è pavimentato da un reticolato di rombi e presenta un vistoso cedimento centrale, determinato dal crollo del soffitto rinvenuto al di sopra della superficie musiva: purtroppo i muri perimetrali sono stati rinvenuti completamente asportati fino al livello di fondazione e per tanto non è stato possibile accertare la presenza di soglie di comunicazione con il contiguo vano D. Quest’ultimo, di dimensioni minori, ha una forma quasi quadrangolare ed è pavimentato da un tessellato bianco con al centro un pannello quadrato delimitato da una treccia policroma. E’ stato accertato che tutti e quattro i pavimenti si trovavano alla stessa quota.III Fase: in epoca imprecisata, non inquadrabile in un unico momento storico ma distribuita in più sottofasi, la domus viene interessata da una serie di rifacimenti riscontrati in tutti e tre i settori di cui si compone: verso sud, oltre il limite di scavo e in parte anche al di sopra dei mosaici, vengono costruiti alcuni ambienti e strutture per l’approvigionamento e lo scarico idrico, riguardanti un complesso termale tardoromano, con sviluppo verso SE; alcune di queste strutture sono visibili in pianta a est del vano A; a nord sull’asse del vano C viene costruito un nuovo ambiente, largo m 4.10 pavimentato in mattoni sesquipedali e un vano a ovest solo in parte scavato. IV fase: in età tarda tutta l’area è stata trasformata in terreno a coltivo, quindi recintata con una serie di pali e muri a secco ed infine utilizzata come piazza acciottolata con l’inserimento di un pozzo (la pianta della domus è tratta da Rinaldi 2005; la pianta con il posizionamento dei pavimenti è tratta da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVerona).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
tessellato da piazza Vescovado con reticolato di losanghe (VR-95) Il pavimento è decorato da una scacchiera di losanghe bianca e nera, delimitata da una fascia monocroma bianca in ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla bianca, da una fascia monocroma di cinque file di tessere nere e infine da una fascia monocroma di quattro file di tessere rosa.
tessellato da piazza Vescovado con treccia a calice (VR-96) Una fascia in tessellato monocromo bianco in ordito di filari paralleli e obliqui, seguita da una linea tripla bianca, da una linea tripla nera e da una linea tripla bianca, costituisce il bordo di un tessellato ugualmente monocromo al centro del quale si trova un pannello quadrato, inquadrato da una linea tripla bianca, una linea tripla nera ed una bianca, a sua volta contenente un emblema, perduto, ma delimitato da una treccia a calice, serrata, con orlo diritto ed occhielli, a tre colori contrastanti rosso scuro, rosa e bianco con una linea mediana.
tessellato monocromo da piazza Vescovado (VR-93) Il pavimento, messo in luce per un’estensione di m 8.60 x 5.30, è costituito da un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da due fasce di tessere nere in ordito diritto.
Ambiente B: ambiente solo parzialmente indagato, collocato nel settore SE del complesso dove, la presenza di strutture appartenenti al complesso termale tardoromano ha reso difficile l’ipotesi di sviluppo di questa area della domus. Dell’ambiente sono stati individuati i muri perimetrali nord e ovest.
All’interno del vano è stato messo in luce un tratto di mosaico geometrico policromo.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1990-1992 – Ente responsabile: SA VR
Tessellato da piazza Vescovado con esagoni allungati (VR-94)
Parte dell’ambiente: non determinata Rivestimento con scansione: a copertura unitaria Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: tricromo
Il pavimento musivo, di cui è stato rinvenuto un lacerto, è costituito da una composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori, formanti quadrati campiti da un quadrato sulla diagonale ed esagoni allungati; il tessellato molto probabilmente era delimitato da una fascia monocroma bianca in ordito di filari paralleli e obliqui.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I a.C. (4° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 105a – tessellato monocromo, a ordito di filari paralleli
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti) Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 169a – composizione ortogonale di ottagoni irregolari, intersecantisi e adiacenti sui lati minori (formanti quadrati ed esagoni allungati), delineata
Referenza fotografica: Immagine tratta da RINALDI 2007, tav. LXXXIX, 3.
Rinaldi, F. 2005, in Mosaici Antichi in Italia. Verona , Roma, p. 165, n. 90, tav. XV.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. LXXXIX, n. 3.