Lo scavo dell’edificio residenziale ha permesso di riconoscere la presenza di quattro fasi edilizie (sito n. 72).
I fase (seconda metà del I sec.a.C.): i resti di questa fase sono molto frammentari e come tale non organizzabili in un impianto; sono stati rinvenuti resti di muri di fondazione costruiti con grosse pietre di fiume legate da malta, qualche traccia di elevato in mattoni sesquipedali, un piccolo ipocausto, un cementizio di tufo con inserzione di tessere di calcare bianco, una struttura a cinque lati in opus spicatum, un pavimento musivo con emblema in tessellato testimoniato solo da frammenti rinvenuti nel riempimento sotto il piano di un vano della fase successiva (Cavalieri Manasse 1987, p. 22).
II fase (inizi del I sec.d.C.): la domus viene in parte ristrutturata e l’impianto si compone ora di una serie di ambienti, gravitanti su una piccola corte (A) e serviti da corridoi di disimpegno (B); la corte è pavimentata a lastre di pietra ed è occupata al centro da una vasca-cisterna per la raccolta dell’acqua piovana: un breve tratto di pavimento in cementizio è stato individuato nell’angolo sud-est ma i limiti dell’area sono purtroppo indefiniti a causa della sovrapposizione delle fondazioni di una casa torre del XIV secolo. Tra gli ambienti si segnalano, nel settore orientale, due vani riscaldati (C e D), scavati solo parzialmente (C: mq 10.64; D: largh. m 6.60), il vano C, completamente esplorato (mq 27) e pavimentato da un cementizio ornato da scaglie policrome sparse, il corridoio B con pavimento musivo costituito da un tessellato monocromo bianco bordato da una fascia nera, il vano F, addossato al limite di scavo e di cui rimane solo un muro, infine il vano G, con decorazione musiva di tipo vegetale, ed il vano H. Nel settore occidentale si trovano due ambienti I ed L, aperti sulla corte A e con tracce di pavimentazione corrispondente a quella individuata nel corridoio B. Contemporaneamente, verso sud, almeno sulla base dei dati stilistici e tipologici, viene costruito l’ambiente M pavimentato da un tessellato con nido d’ape. III fase (II sec.d.C.): si assiste ad un generale riassetto del settore orientale della casa: il vano C ed il vano D vengono accorpati in una grande sala con probabile funzione tricliniare, ora pavimentata da un tessellato bianco nero a decorazione geometrica; il corridoio B continua a mantenere la sua funzione e la sua pavimentazione, mentre anche E ed F vengono uniti con l’abbattimento del muro divisorio; verso nord il vano G viene ristrutturato con la realizzazione di due stanze separate (G e G’) e la ripavimentazione con un tessellato geometrico bianco nero ed H, ridotto di dimensioni rispetto alla seconda fase, viene pavimentato da un tessellato con punteggiato di dadi; il settore occidentale dell’abitazione sembra essere rimasto invariato.
IV fase (seconda metà del IV sec.d.C.): la disposizione del settore orientale viene lasciata invariata, viene mantenuto il pavimento musivo del vano C-D ma si asportano i livelli pavimentali degli ambienti a nord, al di sopra dei quali si costruiscono nuovi mosaici con decorazione monocroma bianca e fasce nere di bordura: è possibile che tali rinnovamenti si siano verificati all’interno dei vani G e G’, ma non si esclude, e purtroppo le relazioni di scavo non lo precisano, che questi nuovi rivestimenti abbiano interessato anche i contigui ambienti. Diversamente invece la parte occidentale del cortile viene interamente ricostruita: gli interventi più consistenti sono rappresentati dalla chiusura dell’area cortilizia e dalla creazione di un unico grande vano N (m 10.3 x 7.2) probabilmente con funzione di magazzino per le derrate alimentari, in vista del fatto che direttamente al di sopra del pavimento è stato trovato un deposito di semi bruciati, alto circa 10 cm; a ovest di questo viene costruita un’aula absidata O, pavimentata in lastre di calcare al centro e cocciopesto ai lati e nell’abside.
V fase (fine del VI sec.d.C.): un grande incendio determina il crollo delle strutture della domus romana provocandone il definitivo abbandono (la pianta della domus è tratta da Rinaldi 2005; la pianta con il posizionamento dei pavimenti è tratta da Rinaldi 2007, su gentile concessione della SAVerona).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo I d.C. (1° q) al secolo I d.C. (1° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici
tessellato dal vano G’ del Cortile del Tribunale (VR-XXXII) E’ documentato che a partire dalla seconda metà del IV sec.d.C. il settore nord-orientale del complesso edilizio viene interessato da alcuni interventi di ristrutturazione che comportano la ripavimentazione almeno dei vani G e G’. Da questa zona proviene un tessellato monocromo bianco delimitato da due fasce di tessere nere. Presso il magazzino della Soprintendenza Archeologica per il Veneto, nucleo operativo di Verona, sito nel complesso dell’ex-Polveriera, sono conservati alcuni frammenti di tessellati monocromi bianchi delimitati da fasce nere, provenienti sicuramente dallo scavo del Tribunale, ma di cui non è più possibile stabilire la precisa contestualizzazione.
tessellato dal vano H del Cortile del Tribunale con dadi (VR-74) Il pavimento è stato rinvenuto in frammenti: di questi l’unico conservato, nonché il maggiore, misura m 0.80 x 0.60. La decorazione è costituita da un punteggiato di dadi neri su tessellato, i dadi della misura di quattro tessere bianche, bordato da una fascia monocroma di sei file di tessere nere e da una linea tripla bianca.
tessellato dal vano I del Cortile del Tribunale (VR-XXX) Tessellato monocromo, rinvenuto alla profondità di m – 3.00 e intravisto per soli tre frammenti (m 0.92 x 0.40; m 1.40 x 0.36; m 0.36 x 0.50) costituito da un tessellato monocromo a ordito di filari paralleli e obliqui delimitato da una fascia monocroma, seguita da una linea tripla bianca, da una linea doppia nera, da una linea tripla bianca, da una linea doppia nera e da un’altra linea tripla bianca. Se ne ignora la sorte.
tessellato dal vano M del Cortile del Tribunale con nido d’ape (VR-75) L’ambiente è decorato da un tessellato monocromo a ordito di filari paralleli e obliqui, bordato da una treccia a due capi in colore contrastante bianco e nero. Al centro compare uno pseudoemblema (m 1.50 x 1.50), bordato da una fila di torri in colori contrastanti bianco e nero con effetto ambivalente; è campito da un cerchio al cui interno compare uno "stralcio" di una composizione triassiale a nido d’ape formato da 7 esagoni, di cui quello centrale e quattro di quelli posti a corona sono occupati da una figura d’anatra resa con vivaci colori rosa, marrone e ocra, mentre i due rimanenti contengono un delfino con tridente, reso in nero; attorno a questo motivo sta una serie di poligoni vuoti interrotti dalla circonferenza esterna.
Nello spazio di risulta tra il quadrato che contiene il cerchio ed il cerchio stesso si trovano due cavalli marini dalla coda sinuosa e due coppie di delfini, resi in nero.
tessellato del corridoio B del Cortile del Tribunale (VR-XXIX) Il pavimento del corridoio è stato rinvenuto alla profondità di m – 3.18: è decorato da un tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, delimitato da una fascia monocroma bianca, seguita da una linea tripla bianca, da una linea doppia nera e da un’ultima linea tripla bianca.
Di questo pavimento si ignora la sorte.
tessellato del vano G del Cortile del Tribunale con stelle di losanghe (VR-73) Dell’intera pavimentazione si conservano solo tre frammenti (m 0.37 x 0.42; m 0.76 x 0.46; m 0.65 x 0.47) a partire dai quali si può ricostruire una composizione ortogonale di stelle di otto losanghe tangenti per due sommità, formanti quadrati grandi e piccoli, diritti e sulla diagonale.
Ambiente C+D: l’ambiente, ubicato nel settore sud-orientale della domus, deriva dall’accorpamento di due vani distinti appartenenti alla fase precedente, uno dei quali (C), originariamente pavimentato in cementizio con inserti policromi sparsi e datato agli inizi del I sec.d.C.
Nella fase di ristrutturazione, oltre alla stesura di una pavimentazione musiva con decorazione geometrica bianco nera, le pareti vengono affrescate: in particolar modo si conservano resti di intonaco dipinto nei colori giallo, rosso e nero sulla parete settentrionale.
Lunghezza: 9 m – Larghezza: 5.70 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Specifiche di rinvenimento Data: 1981-1983 – Ente responsabile: SA VR
Tessellato dal vano CD del Cortile del Tribunale con ottagoni (VR-72)
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
Una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui inquadra un campo in cui un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti bianco e nero, disposte su una fila unica a nord e a sud e su nove file a est e ovest, delimita un pannello centrale, campito da una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio), formanti quadrati e rettangoli lungo il bordo, delineata da una linea doppia nera. L’immagine del rivestimento è pubblicata in RINALDI 2007, tav. LXXX, 2.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo II d.C. (1° q) al secolo II d.C. (2° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici ed archeologici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: spazio tricliniare Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
Una fascia in tessellato monocromo bianco a ordito di filari paralleli e obliqui, una linea tripla bianca, una fascia monocroma nera di quattro file di tessere e una linea tripla bianca inquadrano su tre lati un punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti bianco e nero, disposte su una fila unica a nord e a sud e su nove file a est e ovest.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 108a – punteggiato di crocette bicrome, in colori contrastanti
Referenza fotografica: La foto, stata scattata nel 2003, è pubblicata in RINALDI 2007, tav. LXXX, 2.
Parte dell’ambiente: spazio conviviale Tipo di impaginazione: centralizzata Cromia: bicromo
Lo spazio centrale o conviviale è bordato da una fascia monocroma bianca di quattro file di tessere, da una linea tripla nera e da una fascia di denti di sega, dentati che inquadrano una composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio), formanti quadrati e rettangoli lungo il bordo, delineata da una linea doppia nera. Le croci, i rettangoli e il quadrato di risulta sono rispettivamente campiti e bordati da una treccia a due capi in colore contrastante; gli ottagoni sono campiti da un quadrifoglio e da foglie di edera; il quadrato di risulta presenta un cantharus ai cui lati sono posizionate due crocette formate da cinque tessere nere ciascuna
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 179a – composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio) (formanti quadrati), qui delineata
lato: 0.28
foglia di edera
DM 179a – composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio) (formanti quadrati), qui delineata
lato: 0.28
treccia a due capi
DM 179a – composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio) (formanti quadrati), qui delineata
lato: 0.28
fiore quadripetalo
DM 179a – composizione reticolata di croci contornate da coppie di parallelogrammi, e di ottagoni adiacenti (le croci nei punti di incrocio) (formanti quadrati), qui delineata
lato: 0.28
cantharos
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Contenitori/vasi
Referenza fotografica: La foto, stata scattata nel 2003, è pubblicata in RINALDI 2007, tav. LXXX, 2.
Oggetto conservato: parte del pavimento – Conservato in: situ (Cortile del Tribunale, in situ) Restauri moderni: Il pavimento è stato restaurato e consolidato. Condizione giuridica: proprietà Stato
Cavalieri Manasse, G. 1987, Verona, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, p. 47.Hudson, P./ La Rocca – Hudson, C. 1983, Verona: Cortile del Tribunale e via Dante, in Lancaster in Italy: Ricerche archeologiche intraprese in Italia dal Dipartimento di Studi Classici e Archeologia nel 1982, Lancaster, p. 21, fig. 6.Hudson, P.J. 1989, Contributi archeologici alla storia dell’insediamento urbano veneto (IV-XI secolo), in Il Veneto nel Medioevo, II. Dalla Venetia alla Marca Veronese, Verona, p. 334, fig. 2.Rinaldi, F. 2005, in Mosaici Antichi in Italia. Verona , Roma, pp. 133-134, n. 71, tavv. VI, XVI.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. LXXX, n. 2.
STRINGA BIBLIOGRAFICA: Rinaldi, Federica, tessellato dal vano CD del Cortile del Tribunale con ottagoni (VR-72), in TESS – scheda 3314 (http://tess.beniculturali.unipd.it/web/scheda/?recid=3314), 2004