Si tratta di un’articolata struttura sotterranea (sito n. 11) realizzata prevalentemente in muratura, attualmente raggiungibile dalla piazza della chiesa scendendo una scala moderna che immette, alla profondità di m 4.30, in una stanza irregolarmente quadrata (circa m 4×4; alt. m 3.50), sul fondo della cui parete di destra vi è un’apertura architravata larga m 1.05 e alta m 1.50, contenente l’iscrizione che ricorda i nomi di coloro che fecero costruire il monumento, Pomponio Corneliano e Iulia Magia insieme con i figli Iuliano e Magiano, vissuti in età severiana. Da qui si sviluppa un cunicolo a volta, alto m 1.50 e largo m 1.05, interrotto dopo un percorso di 18 m da un ambiente quadrato, alto m 3.50 e con il lato di m 3, oltre il quale il cunicolo prosegue per una lunghezza complessiva di m 85, raggiungendo la piscina limaria, punto di captazione delle acque di una sorgente sotterranea incanalata e condotta allo scoperto dal cunicolo stesso.
Ai due lati opposti dell’atrio si aprono due ambienti absidati speculari, lunghi m 6.50, larghi m 5 e alti m 4.35: quello di sinistra riveste maggiore interesse, dal momento che presenta ancora in un discreto stato di conservazione sia la decorazione musiva pavimentale, sia quella dipinta parietale, quest’ultima a soggetto specificamente cristiano. Il complesso è ancora oggetto di controverse interpretazioni: nel III sec.d.C. viene costruito con le precise funzioni di un acquedotto e forse anche di mausoleo privato; successivamente, attorno alla metà del IV sec.d.C. (Trentin, Hadjikyriakos 2005) l’impianto originario viene dotato di due ambienti absidati e trasformato in edificio pubblico (diverse le precedenti interpretazioni: per la maggior parte degli studiosi si tratta di un sepolcro funerario (Dorigo 1968; Fiorio Tedone 1989; David, Maccani 2007), secondo altri di un luogo di culto alle Ninfe (Franzoni 1987); contemporaneamente le pareti delle sale absidate vengono decorate con scene di soggetto vetero e neo-testamentario e le superfici pavimentali rivestite da una decorazione musiva.
All’inizio del XII secolo viene consacrata da papa Urbano VIII la chiesa di S.Maria in Stelle, della quale le due celle sotterranee costituiscono quasi la cripta (la pianta con il posizionamento del sito è rielaborata da Busana 2002; la planimetria dell’edificio è tratta da Dorigo 1968).
Cronologia Estremi temporali: dal secolo III d.C. (1° q) al secolo III d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati prosopografici
L’ambiente si dispone a sinistra dell’atrio che interrompe il percorso del cunicolo-condotto. Si compone di una soglia mosaicata, di un’anticamera e di un’abside terminale, tutte rivestite da mosaici. Le pareti sono decorate da raffigurazioni tratte dal repertorio vetero e neo-testamentario.
Lunghezza: 6.50 m – Larghezza: 5 m
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (2° q) al secolo IV d.C. (3° q) Motivazione della cronologia: dati archeologici ed epigrafici
Specifiche di rinvenimento Data: 1800
Tessellato dall’ipogeo con pelte e cerchi (Legnago-Villabartolomea)
Rivestimento con scansione: a più unità decorative
La decorazione musiva del vano, rinvenuta alla profondità di m – 4.30, comprende la soglia di ingresso, l’anticamera e la zona absidale. La soglia (m 1.5 x 1) presenta una composizione ortogonale di squame bipartite adiacenti, in colori rosso e bianco. La stanza principale è delimitata su tutti e quattro i lati da un racemo di edera. L’anticamera (m 2.10 x 3.80) è decorata da una composizione ortogonale di coppie contigue di pelte addossate, in colori rosso, azzurro, rosa e ocra. Al centro la composizione è interrotta da un pannello rettangolare (m 1.52 x 1.13): si può distinguere parte di un volto maschile con capelli bicolori, parte della spalla destra scoperta e all’estremità opposta un piede in tessere rosa, ad indicare forse una figura rivolta verso l’ingresso. La zona absidale è invece decorata da "cerchi allacciati" ossia da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli, in colori contrastanti rosso e rosa. Immagine rivestimento tratta da LUSUARDI SIENA 1989.
Cronologia Estremi temporali: dal secolo IV d.C. (3° q) al secolo IV d.C. (4° q) Motivazione della cronologia: dati stilistici
Unità decorative
Parte dell’ambiente: soglia Tipo di impaginazione: iterativa Cromia: bicromo
La soglia presenta una composizione ortogonale di squame bipartite adiacenti, in colori contrastanti rosso e bianco.
Specifiche tecniche Lunghezza: 1.5 m – Larghezza: 1 m Identificazione della Decorazione: geometrica Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
composizione ortogonale di squame bipartite adiacenti, in colori contrastanti
Referenza fotografica: L’immagine è ripresa da LUSUARDI SIENA 1989.
Parte dell’ambiente: intero ambiente Tipo di impaginazione: giustapposta Cromia: policromo
Il vano è delimitato su tutti e quattro i lati da una fascia monocroma bianca, da una linea tripla nera, da un’altra fascia monocroma bianca, da un racemo di edera delineato da una doppia fila di tessere rosse e ocra mentre le foglie sono rosse, da una fascia monocroma nera e da una linea doppia nera (largh. 0.21 senza fascia monocroma bianca). Il campo centrale è suddiviso in due pannelli corrispondenti all’anticamera e alla zona absidata: l’anticamera (m 2.10 x 3.80) è decorata da una composizione ortogonale di coppie contigue di pelte addossate, con triangolo dentato sull’apice, alternativamente dritte e sdraiate, con spazi di risulta cordiformi, in colori contrastanti rosso, azzurro, rosa e ocra. Al centro la composizione è interrotta da un pannello rettangolare (m 1.52 x 1.13) delimitato da una linea semplice azzurra, una linea semplice rossa, una linea tripla bianca, una linea semplice azzurra ed infine una linea semplice bianca; la decorazione interna è quasi del tutto scomparsa e si può distinguere soltanto parte di un volto maschile con capelli bicolori, parte della spalla destra scoperta e all’estremità opposta un piede in tessere rosa, ad indicare forse una figura coricata sopra una superficie a varie sezioni di colore, rivolta verso l’ingresso. La zona absidale è invece decorata da "cerchi allacciati" ossia da una composizione ortogonale di cerchi secanti, formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli, in colori contrastanti rosso e rosa, qui con una tessera nei punti di tangenza, i quadrati concavi caricati da una rosetta inclusa di colore rosso e rosa.
Specifiche tecniche Identificazione della Decorazione: geometrica e figurata Tecnica Esecutiva: tessellato (tessellato senza inserti)
Dimensioni Generiche Tessere: piccole o medie Dimensioni Metriche Tessere: 1 cm
Decorazioni geometriche
Motivo
Modulo
Riempimento
DM 222d – composizione ortogonale di coppie contigue di pelte addossate, alternativamente diritte e sdraiate, in colori contrastanti (con spazi di risulta cordiformi)
DM 238f – "cerchi allacciati" ossia composizione ortogonale di cerchi secanti (formanti quadrati concavi, con effetto di quadrifogli), qui con una tessera ai punti di tangenza, in colori contrastanti, i quadrati concavi caricati da una crocetta inclusa
crocetta quadripetala
Decorazioni figurate
Tema
Soggetto
Altre componenti
Scena di
Refrigerium
Referenza fotografica: L’immagine è ripresa da Lusuardi Siena 1989.
Oggetto conservato: pavimento – Conservato in: situ (Ipogeo di S. Maria in Stelle, in situ) Sono state notate tracce di usura delle tessere nella zona centrale del mosaico e secondo una disposizione a raggiera (David, Maccani 2007).
Ipogeo di S. Maria in Stelle (Riferimento: Associazione Don Milani)
Antolini, L. 1995, in L’ipogeo di S. Maria in Stelle. Guida storico-artistica, Montorio, pp. 37-40.David, M./ Maccani, C. 2007, I pavimenti musivi dell’ipogeo tardoantico di Santa Maria in Stelle (Verona). Problemi di documentazione e interpretazione, in Atti del XII Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Padova-Brescia, 14-17 febbraio 2006), Tivoli (Roma), p. 14, figg. 4-6.Dorigo, W. 1968, L’ipogeo di S. Maria in Stelle in Valpantena (Verona), in Saggi e Memorie di storia dell’arte, Firenze, pp. 26-28, figg. 1,2, 18-20.Fiorio Tedone, C. 1989, Il territorio veronese. S. Maria in Stelle in Valpantena, in Il Veneto nel Medioevo, II. Dalla Venetia alla Marca Veronese, Verona, pp. 146-151, figg. 40-41 e 50.Forlati Tamaro, B. 1962, L’ipogeo di S. Maria in Stelle (Verona), in Stucchi e Mosaici alto medievali, Atti dell’VIII Congresso di studi sull’arte dell’alto Medioevo, I. “Lo stucco – Il mosaico. Studi vari”, Milano, p. 251, fig. 18.Franzoni, L. 1975, in Edizione archeologica della Carta d’Italia al 100.000. Foglio 49. Verona, Firenze, pp. 36-38, n. 13.Franzoni, L. 1987, Il territorio veronese, in Il Veneto nell’età romana, II. Note di urbanistica e di archeologia del territorio, Verona, pp. 93-94.Orti Manara, G. 1848, in Di un antico monumento dei tempi romani che trovasi nella terra delle Stelle presso Verona, Verona.Rinaldi, F. 2007, in Mosaici e pavimenti del Veneto. Province di Padova, Rovigo, Verona e Vicenza (I sec.a.C. – VI sec.d.C.), Roma, tav. L e ss..Trentin, M./ Hadjikyriakos, I. 2005, L’ipogeo di Santa Maria in Stelle: proposte per una nuova lettura cronologica, in Archeologia dell’architettura, Firenze, pp. 67-87.